Buster
Keaton l'uomo che non ride mai
Grande fortuna ebbe in quegli anni la ·produzione comica:
siamo nell'epoca d'oro della comedy", la quale anzi, proprio in quel periodo cessa gradualmente di
essere un semplice complemento di programma (con le "comiche" in due bobine) per
divenire l'attrazione principale dello spettacolo. Accanto a Chaplin, Harold
Lloyd e Harry Langdon, tutti passati definitivamente al lungometraggi si
colloca ora la figura di un nuovo
comico, proveniente dal teatro di rivista: Buster Keaton, scoperto da Joseph M.
Schenck (fratelli di Nicholas), il quale, dopo averlo fatto
debuttare in The
Butcher Boy (1917), lo aveva lanciato in una lunga serie di "two reels". I film di Keaton,
che con la sua impassibile maschera aveva immediatamente conquistato il
pubblico, vennero da un certo momento prodotti e in qualche caso diretti da lui
stesso, sotto l'egida naturalmente di Joseph M. Schenck e della M.G.M. che li distribuiva. Uno
dei suoi primi film di metraggio normale (sei bobine) fu Seven Chances (Sette probabilità, 1925), che Keaton stesso aveva tratto da una commedia di Roy Cooper
Megrue, presentata sulle scene da David Belasco . La carriera dell'attore (che in Italia venne
soprannominato "Saltarello") si arrestava praticamente pochi anni dopo
l'avvento del sonoro: e i film parlati cui prese parte - sempre alla M.G.M. -
non riuscirono a raggiungere il mordente della sua migliore produzione muta.
Dopo aver lavorato anche in Francia e al Messico, e dopo aver diretto o prodotto film di cortometraggio per
la Metro ed altre case, da vari anni egli si limita ad apparire - col suo volto stanco, ma
sempre impassibile - in qualche film, da Hollywood Cavalcade a Sunset Boulevard, e più recentemente
ha persino preso
parte ad un film in Italia. (Continua)
Fausto Montesanti
CINEMA QUINDICINALE DI DIVULGAZIONE CINEMATOGRAFICA ANNO VII - 1954 10 NOVEMBRE
In apertuta Buster Keaton in Seven Chances (Le sette probabilità) del 1925, di James Shannon
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