Dopo circa cento,
centocinquanta settimane in cui regolarmente ho scritto ogni settimana un
«pezzo» su un libro, prendo congedo dal mio lettore, per un periodo di sosta.
Per alcuni mesi sarò occupato a fare un film. È vero che mentre ero occupato a
girare, a montare e a doppiare Il fiore delle
mille e una notte, ho continuato puntualmente a
scrivere le mie recensioni. Ma ciò si spiega prima di tutto col fatto che avevo
da poco tempo iniziato questo lavoro, e c’era dunque in me uno slancio che non
poteva brutalmente essere interrotto. Inoltre il film che stavo facendo, anche
se terribilmente faticoso e avventuroso, era molto gradevole, e mi lasciava
dunque, la sera, quasi sempre, in un’ottima disposizione di spirito. Infine ero
lontano dall’Italia, in luoghi dove, appunto, la sera, o nei giorni di festa,
leggere e scrivere era l'unica possibile occupazione. Ora invece mi accingo a
girare quando è già il terzo anno del mio lavoro di critico militante: e mi
accingo a girare un film estremamente sgradevole (De Sade e la Repubblica
Sociale mescolati insieme) che certamente la sera mi lascerà sfinito e magari
nauseato di lavoro; e lo girerò, oltre tutto, nel cuore dell’Italia, tra Salò e
Marzabotto: né sere né giorni di festa saranno per me liberi e beatamente
vuoti.
Pier Paolo Pasolini, Settimanale «Tempo» 24 gennaio 1975
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