giovedì 23 marzo 2017

SETTE PERSONAGGI IN CERCA DI SPETTATORI

Abituare il pubblico a saper vedere il film

Quarta domanda: Nella “recensione” il critico quale criterio dovrebbe seguire?

LA SCALA: Sempre una critica obiettiva e spassionata.
ARENA: La critica deve essere sempre sincera. Il critico però, entrando in sala, dovrebbe abbandonare il bagaglio della sua preparazione per immedesimarsi in un qualsiasi spettatore, senza simpatie od antipatie preconcette. Insomma il critico deve spersonalizzarsi e contenere il suo giudizio entro certi limiti, senza andare a ricercare il «pelo nell'nuovo» ovverossia difetti irrilevanti, che solo una cognizione tecnica profonda può far cogliere.
STERRANTINO E CRISAFULLI: Quello che sente, mettendo sulla carta i sentimenti e le reazioni che in lui sono suscitati dalla visione del film. Tuttavia il critico non dovrebbe disdegnare di considerarsi uno spettatore qualsiasi, ricorrendo alla sua preparazione, laddove è necessario, per illuminare il lettore.
SCOZZARI: Non soltanto il racconto succinto della trama, ma anche una critica estetica; al film visto.
BELLAMACINA e CUSCINA’: Sincerità ed obiettività, senza esagerare. Insomma una critica per abituare il pubblico a saper << vedere >› il film, per contribuire ad un'educazione cinematografica dello spettatore.
LOTETA e CARNABUCI: La Critica deve essere obiettiva, chiara, semplice, scevra da intellettualismi. Cioè è indispensabile, soprattutto per far accettare agli altri il proprio giudizio.

MINACCIA DELLA TV?

Quinta domanda: La Televisione, in un prossimo domani, può togliere spettatori alle sale cinematografiche?

LA SCALA: Si. Nei primi tempi, però, una minima parte, perché l’alto costo degli apparecchi televisivi non consentirà a tutti l’acquisto. Tuttavia il cinema possiede nel “cinemascope” e nei successivi perfezionamenti l’usbergo contro ogni minaccia.
ARENA: Molto nei piccoli centri; una certa percentuale nel capoluogo. La T.V., l'ho detto anche in recenti convegni dell'AGIS, di cui sono un presidente regionale, in Italia è un serio pericolo se la nostra industria cinematografica non saprà reagire convenientemente come in America.  Il << cinemascope» è appunto l’antidoto alla T.V., il mezzo per incatenare alle sale cinematografiche quelli che sono gli spettatori tradizionali.
STERRANTINO E CRISAFULLI: Penso di si anche se l'alto costo del televisore nei primi anni limiterà il numero
degli abbonati Ma il cinema ha nella qualità, dei film e nelle realizzazioni, maestosi per dovizia di scenari e mezzi, le carte buone per contenere la minaccia. 
SCOZZARI: Non credo che potrà sottrarre una larga percentuale: Specialmente nei primi tempi, quando soltanto le classi abbienti potranno permettersi il lusso dell’apparecchio ricevitore.
BELLAMACINA e CUSCINA’: Si. E' uno spettacolo che può distrarre, seduti comodamente in casa. Perciò il «cinema ›› ha preso la contromisura: il << cinemascope ». «La Tunica» ha riportato un grosso successo e convincerà che dopotutto non si può abbandonare il «vecchio» cinema

LOTETA e CARNABUCI: La T. V. in un primo tempo toglierà spettatori al cinema come a tutti gli altri spettacoli, ma dopo il primo periodo di curiosità; l’afflusso del pubblico al cinema tornerà normale.

 Gazzetta del Sud  Martedì 16 marzo 1954

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