DA BELLE PUPATTOLE
A TERRIBILI “PISTOLERE”
Le fanciulle del West
Nei nuovi films americani della prateria
si è trasformata l’eroina: è
divenuta anch’essa
un’avventuriera e va in giro con le armi alla cintura
Il
pubblico non bada, ma qualcosa va mutando nella formula del più tipico, film
americano, quello West. E non ci bada perché la trasformazione avviene
gradualmente, per lenti passaggi. Non potrebbe essere diversamente; guai ad
apportare radicali e subitanei mutamenti a un tema come questo che da oltre
cinquant'anni (i primi films del genere datano dal 1903) continua a riscuotere
un successo non mai esausto. Si cominciò a fabbricarli in serie, oggi si
chiamano: «westerns» o films della prateria, o films dei pionieri; ma all'inizio
si dissero «horse operas» ovvero films di cavalli. Dalla rozza psicologia dei
films prodotti con meccanica stereotipia, negli anni in cui la sola Compagnia
detta «Bigon» riusciva a metterne assieme ben 185 nello spazio di nove mesi,
alla più approfondita analisi dei tipi e delle situazioni, quale oggi si tenta,
la transizione non risulta meno importante per il fatto di essersi compiuta
senza bruschi mutamenti.
L'interminabile romanzo dei colonizzatori degli Stati occidentali del
Nord - America, derivato dall'urto fra gente perbene e avventurieri senza
scrupoli nel secolo scorso subito dopo le immigrazioni dell’Europa (scandinavi,
specialmente inglesi e tedeschi: ossia presbiteriani, battisti, luterani) è ancora
oggi raccontato come un’antitesi fra bene e male. Ma la divisione fra i due
mondi non è più netta come nei primi films, e sempre più spesso ci s'imbatte in
tipi complessi, buoni e cattivi assieme, come è in realtà la maggior parte di
noi e specie nelle società, primitive.
Gli uomini sono dominatori di «westerns». Attori atletici,
permanentemente a cavallo, impersonano gli eroi di questo capitolo di storia
divenuto leggenda. I loro nomi acquistano notorietà, l'uno succedendosi
all'altro, da Broncho Billy che fu il primo a Tom Mix che fu il secondo, a
William Hart che gli successe e poi via via sino ai contemporanei, fra i quali,
emerge John Wayne. Anche i nomi dei loro cavalli sono divenuti popolari. E le
donne? Le fanciulle del West ebbero sempre, in questi films, una parte quasi
passiva, comunque modesta; ed è proprio il loro contributo che ha dato caratteristiche,
ora, ai films della prateria.
Furono per molti decenni solo belle pupattole. Si trattava
quasi sempre, della vezzosa figlia di un proprietario di una fattoria,
ingiustamente vessata dai predoni, o costretta ad un matrimonio odioso con un ricco furfante. Il baldo «cow - boy» aveva il compito
di battersi solo contro tanti, fu la sua salvezza e di sposarla all'epilogo.
Più tardi primeggiano figure femminili di natura spregiudicata: cominciarono a
battersi, ebbero cavallo e pistola.
Nella terza fase si ammise che potesse trattarsi di
ballerine o di cantanti da taverna per cercatori d’oro; in certi casi, la loro
purezza poté contaminarsi e ci si decise di accettarle anche come cortigiane ma
non dissolute: comunque ansiose di redenzione ballavano il «can - can» provocando
frenetici entusiasmi di omaccioni zuppi di «gin» che esprimevano il loro consenso
fragoroso sparando per aria con l’una o l'altra delle due pistole che portavano
alla cintura; quando non sparavano con tutt'e due e non prendevano di mira le
bottiglie o la testa dell'oste. Dipendeva dal grado di euforia e dal
temperamento.
Oggi e per opera del regista Ford, la fanciulla del West non
vive di vita riflessa, alla ombra dell'eroe; oggi ha anche essa i suoi umori e
i suoi slanci. Tra uomini avventurieri, donne avventuriere.
Spesso l'eroina è tanto sarcastica quanto piena di coraggio;
la compagna intrepida dei «desperados» Marlen Dietrich protagonista di Rancho notorious, ha dato un esempio di
questo nuovo tipo di donna per «cow - boys» prive di scrupoli e scanzonata
quanto gli uomini che le stanno attorno. Altre volte come in Duello al sole,
o come ne Il mio corpo ti scalderà è
toccato a Jennifer Jones o a Jeane (sic) Russell di raffigurare creature di furibonda
sensualità talvolta in chiave di tragedia e talvolta di satira. Dalla fanciulla
angelica, debole e apprensiva alla scatenata erinni.
Probabilmente ai tempi dei cercatori d'oro e delle battaglie
contro gli indiani, vissero nei paesi senza legge del West, donne dell'uno e
dello altro tipo oppure angeliche e diaboliche insieme. E se moralmente ci
urtano, non c'è dubbio che le ragazze meno serafiche offrono materia più
incandescente ai films. Come i paesi miti e felici, anche le donne miti e
felici sono senza storia. Ad ogni modo, lo studio psicologico s'è raffinato
nelle pellicole della prateria, da quando le protagoniste non sono soltanto dolci
creature, pronte a sventolare il fazzoletto quando torna a casa, attraverso i sentieri
tra le rocce, il cavaliere prode che ha sgominato i nemici. Le pellicole del
West hanno conservato molto della loro originaria struttura; ma anche se non sempre appare parecchia strada s'è fatta da
mezzo secolo fa, allorché Broncho Billy ne metteva assieme cinque ogni
settimana.
E' noto che quando gli chiesero come facesse a trovare soggetti
per tanti film egli rispose, con spavalderia da «gaucho»: Vede noi non cambiamo
i soggetti, cambiamo soltanto i cavalli.
Ed è anche vero che la donna ha fatto troppo cammino nella
vita sociale nostra e di altri paesi; ella sa combattere, affrontare i casi, le
avversità della vita, sa guardarsi dalle insidie del mondo, sa che ha una
missione da compiere a bene dell’umanità con qualunque mezzo, con molto
impegno, ed è cosciente che sta sopratutto in lei la possibilità di portare nuove
affermazioni ai canoni delle convivenze sociali.
TERESA CAVALIERI
GAZZETTA DEL SUD 7 giugno 1955
Nessun commento:
Posta un commento