La
rievocazione non era che un fenomeno intellettuale, una presa di coscienza del
passato in quanto passato, e a poco a poco diveniva chiaro che la rimemorazione
del materiale inconscio aveva minore importanza del discernere il contorno
delle resistenze [cosi come nella «detective story ›› non conta tanto scoprire come si sono svolti
i fatti criminosi ma rimuovere l'ostacolo frapposto ad un'ordinata e armoniosa
convivenza sociale costituito dal colpevole). ln sede di tecnica analitica
doveva diventare poi chiaro che la stessa rievocazione è in più di un caso
sostituita da una vera e propria ripetizione della situazione traumatica
anziché ricordarsi del passato il malato lo ripete traducendolo in atti («
acting out ››) beninteso senza riconoscerlo come ripetizione (questo meccanismo
viene magistralmente illustrato in M
di Fritz Lang, in cui il «mostro di Düsseldorf››, oppresso dagli impulsi
malvagi di cui è preda, si lamenta in questo modo: « Voglio fuggire. Devo
fuggire. Sono costretto a spostarmi in continuazione, strada dopo strada, e c'è
sempre qualcuno dietro di me. E sono io, sono io che mi vengo dietro e non so
come sfuggire a me stesso». Se nella tecnica analitica la strategia consiste
«nell’evitare la ripetizione mirando all'eliminazione delle resistenze, nella
«detective story » la manovra consiste nell’eliminare le resistenze mirando
alla ripetizione [al primo delitto punibile succede il delitto impunibile,
garantito non soltanto dalle istituzioni ma anche dalla convenzione implicita
nel genere che vuole che fil «detective ›› non può compiere errori
nell'individuazione del colpevole; ovvero, il delitto non paga, la diligente attenzione
prestata al richiamo discreto di indizi, peste e motivazioni si, il che
equivale a dire che il delitto ripetuto è premio a se stesso).
Il cinema Hollywoodiano classico non ha mai mancato di
sottolineare i rapporti strettissimi tra paranoia e conoscenza, tra sapere e
compulsione [cerimoniali autistici). Oltre alla figura del «detective ››
coinvolto nell’esercizio maniacale dell'investigazione [come afferma l'intellettuale- segugio dilettante di The Rope di Alfred Hitchcock, ogni « teoria›› viene da Satana] si ricordi quella dello
scienziato pazzo o criminale del genere « horror » o « science-fiction ››.
Ancora una volta si tratta di registrare una fondamentale ambivalenza.
Franco Ferrini, I GENERI CLASSICI DEL CINEMA
AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
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