OGGI
Il mito greco è sempre stato riplasmato ad uso e convenienza latina. Se
ne impossessò dapprima la letteratura – non tutti sono Ste fano D’Arrigo – ed il
cinema vi si adeguò da par suo. Sullo schermo i personaggi della mitologia
greca sono stati rivisitati, corretti e adattati a soggetti per un pubblico
vasto e senza pretese di correttezza. Non sono
sfuggiti a questo procedimento né Ercole e Deianira così come Teseo,
Giocasta, la Sibilla e le Esperidi in questo Ercole al centro della terra di Mario Bava del 1961. La novità è
nella commistione dei generi cinematografici di più facile presa sul pubblico:
il peplum ed il macabro. Ancora nuovo è l’uso espansivo di effetti speciali e
luci, e chi meglio di Mario Bava si poteva districare con gelatine, fantocci e
modellini? Agli attori si chiedeva poco: prestanza fisica e qualche acrobazia,
mentre a Cristopher Lee la solita perfidia di classe made in England.
Questi prodotti alla fine del loro viaggio nelle sale laiche finivano
sgonfiati in 16 mm per la gioia del pubblico infantile delle sale parrocchiali,
sottacendo i guadagni dei parroci come dei distributori di film a passo
ridotto.
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