martedì 16 dicembre 2014

Maestro ai maestri






Post addietro si sono avanzate delle accuse al Maestro Ennio Morricone, oggi si vuole rendere a Cesare quello che è suo.
Il Maestro è stato “ the most important composer of XXth century “ come ha asserito qualcuno. E’ un pò esagerato esagerato visto che hanno agito in quel secolo Benjamin Britten, Dmitri Shostakovich e Joh Cage. Cosi anche gli WHO, i Pink Floyd e Neil Young. Certamente lo è stato nella musica applicata all’immagine. Egli in quell’ambito ha detto la parola, o se preferite, la nota, definitiva, così come lo hanno fatto J. S. Bach per la musica barocca, W. A. Mozart per il concertismo e il melodramma, G, Verdi per la lirica. Solo di recente, a lui abbiamo accostato i compositori che hanno lavorato per Kenji Mizoguchi e Yasujiro Ozu e a questi ... il silenzio, forse il miglior commento musicale.
Al Maestro dobbiamo rendere un altro merito che pochi gli riconoscono: è stato un datore di lavoro. Con lui hanno avuto uno stipendio orchestrali (quante orchestre fondate e sciolte, la migliore l’Unione Musicisti Roma), solisti e direttori. Con lui hanno riscosso fama e ricchezza Alessandro Alessandroni ed Edda Dall’Orso, il primo zufolando la seconda gorgheggiando. Infine gli studi di registrazione come il mitico Orthophonic di Sergio (quanti Sergio nella vita del Maestro!) Marcotulli. E se il cinema italiano è stato ricco di generi quanto quello made in USA, il Maestro per quei generi ha dato una traccia cui si sono indirizzati altri compositori con esiti diseguali. Il lavoro non è stato condotto “ all’americana “, dove i compositori stendono quattro note e una miriade di professori continua tutta la partitura, e con l’avvento dei sintetizzatori una schiera di tastieristi che compongono sullo strumento, ad orecchio, e sempre i professori stendono le note sullo spartito. Ai primi vanno le statuette ai secondi solo una citazione nei titoli di coda, con caratteri indecifrabili. Il nostro ha seguito passo per passo sia la composizione al pentagramma, sia l’esecuzione, esecutori compresi; tant’è che per distinguere il suo lavoro dagli altri ha dovuto coniare una dicitura: “ musica, composta, orchestrata e diretta da “, che a lui solo va apposta.

Tutto ciò cominciò quando il Maestro arrangiava e dirigeva musica definita “ leggera “. Di tutto quell’ampia produzione ricordiamo solo Se telefonando un capolavoro di testo e note applicato alla voce indiscussa di Mina.


Riavvolgiamo il nastro


Consideriamo il periodo 1965 - 1975 come aureo. Il Maestro è il più famoso arrangiatore e direttore d’orchestra nella musica leggera. Questa attività verrà dismessa solo a contratti onorati, quando diviene definitivo l’impegno per il cinema. Il periodo 65-75 lo leghiamo tra due lavori portati a termine per Bernardo Bertolucci: Prima della rivoluzione e Novecento. Già nei titoli troviamo l’evoluzione verso l’antonale ed l’involuzione verso forme classiche. E’ il periodo più fruttuoso e vantaggioso durante il quale verranno forgiati i caratteri e i timbri per il prossimo futuro. E’ il periodo della sperimentazione su tutti i fronti: i rumori incontrano i suoni, la voce un particolare strumento o tutta l’orchestra, fino alla fusione finale.
Quello che seguirà dopo servirà ad accrescere e consolidare la sua fama con opere di grande impatto emotivo e collaborazioni spesso isolate con registi affermati.
La crescente fama del maestro per anni è stata legata ad un sottobosco di fans e cultori anonimi sparsi in tutto il pianeta e di cui si ammiravano più le partiture musicali che l’opera ad esse legata, fino alla definitiva consacrazione ad opera di gente del rock anglo-americano: Clash, Wall of Voodoo, il Boss Bruce e per tutti il piccolo grande John Zorn che diffuse con rifacimenti e antologie discografiche il periodo in questione.
Alla metà degli anni settanta gli adepti del Maestro Morricone andavano cercando qualsiasi notizia lo legasse ai progetti musicali. Ogni suo gesto era atteso con ansia e non solo i film legati agli autori affermati e riconosciuti ma anche ai moltissimi che alimentavano le produzioni da portare nei numerosi cinema sparsi nella penisola e all’estero. La maggior parte delle composizioni erano legate ai generi che si susseguivano, dal western, al giallo, all’erotico d’autore, ai de cameroni, per finire con esorcicci, poliziotti e criminali efferati. A tutti il Mestro imponeva la sua benedizione e molto spesso sonorità e strumenti finivano a commentare i film di Petri, Bolognini o Verneuil, per finire con Brian De Palma e il concertismo degli ultimi Tornatore.
Con i lavori del Maestro la musica per il cinema è entrata nelle orecchie di tutti e col tempo questa lasciava la destinazione originale per venire nuovamente legata ad un prodotto pubblicitario, ai film amatoriali in Super 8, e spesso nelle funzioni liturgiche della chiesa cattolica.. Veicolo di tutto questo era l’estesissima produzione discografica esportata in ogni parte del pianeta. Oggi quei 45 giri o r.p.m., lp in vivile, sono custoditi gelosamente per quanto usurati. Molti hanno anche quotazioni da antiquariato. “ Colori “, un’antologia (la più bella) della General Music, era un disco richiestissimo in quanto diffuso in poche copie e numerosissime le richieste, tanto da venire custodito gelosamente da chi la possedeva.

Il Maestro Morricone quando sarà andrà a fare compagnia con i grandi compositori prima citati. Sarà allora la musica divina, fatta solo per chi possiederà orecchie sensibili.






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