Il mondo di Fernandez è un mondo di romanticismo
primitivo, legato a motivi elementari di umanità la bellezza, la bontà, la
ricchezza, la miseria, ecc., un mondo attento ai movimenti istintivi
dell'animo: l'amore, l’odio, la gelosia, la pietà, ecc., C'è un tema che
ricorre con particolare insistenza nella sua opera ed è il tema di dedizione
totale d'amore: in Las abandonadas, in
Flor silvestre, in Maria Candelaria, in Maclovia, ma soprattutto in Enamorada c'è un uomo o una donna che si
sacrificano per amore.
I personaggi di Fernandez sussistono solo come
supporti di questa sua tematica mitica. Non si trova in Fernandez una
definizione organica e razionale della materia psicologica. Se si eccettua il personaggio
di Maria Felix in Enamorada,
reso con una intensità e una delicatezza che per certi aspetti ricordano il “Kamrnerspiel”
- non c'è nei suoi film un carattere compiutamente delineato.
Anche l’immagine del Messico che egli ci dà è, in
fondo, un'immagine mitica e fuori del tempo, è un paesaggio interiore, sentito
come assoluto. Si cercherebbe invano in Fernandez, non diciamo una presentazione
realistica del suo paese, ma nemmeno un paesaggio posto in termini di
efficienza narrativa (e si pensi, per contrasto, al ruolo della natura in certo
cinema scandinavo), “Un arbre et un âne se detachant sur le ciel - diceva
ancora Figueroa ad André Camp (1) - et vous avez tout le Méxique”. In Fernandez il
paesaggio rimane sostanzialmente avulso dall'azione narrativa. Tutta la sua
opera risente di questo squilibrio di impostazione e, più generalmente, di una
certa imperizia di racconto che deriva proprio dai suoi interessi
prevalentemente lirici. (continua)
Franco Venturini in
BIANCO E NERO ANNO XII – N. 4 - APRILE
1951
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