In un estremo
tentativo di salvare il salvabile le altre case di produzione si ridussero ad economie esagerate, quanto più saliva il costo del film. I western di Charles Starrett, della Columbia, eran fatti
in tre giorni e consistevano
nella massima parte di lunghissime aggiunte prese da film precedenti e messe assieme senza rispetto per la
logica degli
avvenimenti
o la verosimiglianza dell'intreccio. Uno dei più gravi errori commessi, nell'ingenua speranza di salvare quanto più si
poteva dell'incasso, fu l'eliminazione dell’ ''arrivano i nostri" finale o “sequenza vertiginosa''. Sin dai tempi in cui Griffith collocò la macchina da presa, meglio che sopra un carrello sopra un'auto per riprendere in corsa la cavalcata dei membri del Ku Klux Klan in The Birth of a Nation, e renderne la atmosfera appropriata, l' “arrivano i nostri” è stato il valido e
indispensabile pezzo forte d'ogni western che si rispetti. La “sequenza vertiginosa" comportava però un cumulo di spese
eccessive.
Molte scene infatti dovevano essere riprese
su strade speciali che permettessero anche la corsa regolare, senza sbalzi, dell'auto con la macchina
da presa
che accompagnava tutta l'azione, tanto è vero che in alcune località erano state costruite
strade apposite. Inoltre il sindacato degli operatori aveva stabilito
tariffe maggiorate per queste riprese. Tutte queste spese vennero perciò eliminate nei western minori, con l'abolizione della scena madre. La ripresa diretta che inquadrava l'azione
vertiginosa dei cavalli in corsa, seguendola - parallelamente - su una macchina allo stesso ritmo di velocità, venne sostituita con un metodo già usato nei primi western economici, il cosiddetto triple pan. In tal caso un'unica macchina da presa
veniva posta in una posizione elevata da cui dominava tutto il campo d'azione. Quando appariva il gruppo degli uomini a cavallo, la " camera”
l'inquadrava e lo seguiva per tutta la durata del passaggio, finché spariva dal campo visivo; poi la “camera" ritornava al punto di partenza e inquadrava il gruppo degli inseguitori fino alla loro scomparsa.
Naturalmente il “campo lungo" o il “medio campo
lungo”
con quella lontananza
dall'azione immediata toglieva ad essa gran parte dell'efficacia e smorzava gli entusiasmi, ma era un'economia. Vincent
Fennelly, che negli ultimi tempi si era particolarmente dedicato alla produzione dei western B, ne fece per gli Allied Artists, almeno trenta in tre anni. Soltanto due
hanno la "sequenza vertiginosa",
e
proprio questi
due, The
Longhorn con Bill Elliot e The Fighting Lawman con Wayne Morris,
furono i migliori nelle loro rispettive serie.
Per un
distributore americano, specialmente negli Stati Uniti del Sud, i western minori
erano pur
sempre
un genere di sicuro rendimento commerciale, ma non tale però da assicurare ancora un certo
guadagno qualora il
costo
di produzione fosse aumentato. Vi era da tener conto, anche, che in America la televisione si faceva sempre
più sentire come terribile concorrente. La TV dopo aver per un certo periodo di tempo, usufruito dei western
minori, magari inserendone una parte anche in altri film (come è avvenuto
negli anni intorno al 1943), aveva organizzato un suo proprio repertorio di western della durata di
trenta minuti. Gene Autry, Roy Rogers, William Boyd nonché altri attori molto
noti hanno abbandonato cosi I'attività cinematografica per dedicarsi esclusivamente alla
televisione. (continua)
WILLIAM K. EVERSON
CINEMA quindicinale di
divulgazione cinematografica Volume XII Terza serie Anno VII – 1954 10-25 Dicembre
Al centro del collage fotografico in alto:Johnny Mack Brown in Over the Border.
Sotto a destra: Sterling Hayden e Eve Miller in Kansas Paciftc. Attori di western B che hanno abbandonato lo schermo per la TV: Roy Rogers (a sinistra) e Gene Autry (al centro).
Sotto a destra: Sterling Hayden e Eve Miller in Kansas Paciftc. Attori di western B che hanno abbandonato lo schermo per la TV: Roy Rogers (a sinistra) e Gene Autry (al centro).
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