Nei primi
trent'anni si poteva contare, per questa categoria minore, su una media annua di 156 western in serie: 8 o più per ogni casa di produzione (ad eccezione della Metro Goldwyn Mayer
che terminò la serie di Tim McCoy poco prima dell'avvento del sonoro. In questo periodo, verso il 1930, si ritirarono da questa speciale produzione anche i fratelli Warner
- che
avevano ottenuta una certa notorietà con le serie di
John Wayne e, più tardi, di Dick Foran - ma tale assenza fu appena avvertita nel complesso dei western B, che erano ancora un affare:
venivano a costare dai dieci ai ventimila dollari e si portavano a termine in meno di una settimana. I western musicali di Gene Autry per
la Republic fecero la fortuna di questa casa
di
produzione.
Nel 1940, i western si potevano dividere
in due categorie ben distinte: da una
parte quelli
grandiosi, che si elevavano ad espressione epica e non avevano un ritmo regolare di produzione: i colossi come Stagecoach e Dodge City; dall'altra,
puntualmente, i modesti filmetti a buon mercato di cinque bobine, che avevano
come protagonisti Buck Jones, Tim McCoy, Johnny Mack Brown, Tom Tyler, George
O'Brien, Tom Keene, Charles Starrett,
Tim Holt, Gene Autry, Roy Rogers, Bill Elliot, Tex Ritter, Buster Crabbe. William Boyd, John Wayne, Ken Maynard, Bob Steele, Bob
Baker, Ray Corrigan, Robert Livingston ed altri ancora - forse il più grande schieramento, che si sia mai verificato nella storia del cinema, di attori veramente
importanti che abbiano lavorato tutti nello stesso tempo. Molti di questi ottimi attori, superstiti delle avventure selvagge del cinema muto,
erano però ormai prossimi al ritiro dallo schermo e vennero sostituiti da nuovi interpreti come John Kimbrough, Eddie Dean, Lash LaRue e Whip Wilson che tentarono di inserirsi nella tradizione
classica dei loro predecessori e lasciarono di sé un ricordo senza infamia, ma anche senza lode.
Dieci anni dopo, nel 1950, il principio della fine s'avvertiva già nell'aria. Ormai la
produzione dei western di categoria B non
dava più quel margine di sicurezza come nel passato. Molte serie erano state perciò eliminate e quelle
che ancora resistevano
sul mercato diminuivano la loro percentuale annua da otto a sei per casa cinematografica. Quasi tutti i mancati guadagni,
riscontrati in questi ultimi anni nell'industria del cinema sono stati attribuiti alla maligna influenza della televisione e dell'eccessivo costo di produzione. Di solito, panico
e isterismo hanno
esagerato
tali
supposizioni, ma nel caso dei western di seconda categoria non si può dire, in coscienza, che tali accuse
fossero ingiustificate, specialmente per quanto riguarda il fattore economico. L'aumento del costo di produzione, riferito ai western B è una realtà: la media di 15.000 dollari per film durante i primi trent'anni, è salita di
recente a
50.000 dollari. E per restare in questa cifra si rende necessaria una rigorosa
economia: il film dev'essere realizzato in uno spazio di tempo ancor più
limitato e bisogna rinunciare alle dislocazioni – per gli esterni - troppo dispendiose, alle costosissime controfigure per le acrobazie pericolose, alle scene di masse. Tutt'al più, quando non se ne può fare a meno, s'inserisce per taluni di maggior risalto qualche pezzo d'un vecchio film. Come risultato di tutte queste economie si ottiene un westen che ha un aspetto familiare
di cose
viste
e manca di
quella corposità, vivacità o irruenza, di quell'impressione di ampio respiro
che avevano invece i western,
se pure a buon mercato, di dieci o quindici anni or sono. La R.K.0., con le sue serie di Tim Holt, è stata l'unica che per un certo periodo di tempo abbia
insistito,
nonostante l'aumento del costo, su una produzione che conservasse i valori, o almeno la solidità
commerciale d'una volta. Ma, malgrado le relative forti spese, alla resa dei conti, gli incassi non
superavano affatto quelli dei film dello stesso genere, prodotti da altre società cinematografiche. Un “sessanta minuti
" di
Tim Holt
costava 90 mila dollari e rendeva come i western
della Monogram o della Republic, che costavano la metà, e che pur erano considerati già un rischio. I western della R.K.O. furono i primi allarmanti segni della crisi. (continua)
WILLIAM K. EVERSON
CINEMA quindicinale di
divulgazione cinematografica Volume XII Terza serie Anno VII – 1954 10-25 Dicembre
In alto: a sinistra Dustin Farmum e Dick Lareno nella prima edizione di The Squaw Man (1913) di Cecil B. De Mille; a destra Elliot Dexter e Noash Berry nell.a seconda edizione del medesimo film (1918).
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