Orson, Babe & Stan
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
giovedì 21 dicembre 2017
mercoledì 20 dicembre 2017
...once, off the hump of Brazil
We´d put in at
Fortaleza...and a few of us had lines out for a bit of idle fishing.
It was me had the
first strike. A shark it was. Then there was another. And another shark again.
Till all about, the
sea was made of sharks...and more sharks still. And no water at all.
My shark had torn
himself from the hook...and the scent or maybe the stain it was, and him
bleeding his life away...drove the rest of them mad.
Then the beasts took to
eating each other. In their frenzy...they ate at themselves.
You could feel the
lust of murder like a wind stinging your eyes. And you could smell the death reeking
up out of the sea.
I never saw anything
worse...until this little picnic tonight. And you know...there wasn´t one of
them sharks
in the whole crazy
pack that survived.
I´ll be leaving you
now.
Sentite! Un giorno … lungo le coste del Brasile … vidi l’oceano così
pieno di sangue da sembrare quasi nero, mentre il sole tramontava in un cielo
di fuoco.
Ci ancorammo a Forte Aletta, e alcuni di noi presero le lenze per
pescare. Fui il primo ad afferrare qualcosa. Era un pescecane, e poi ne venne
un altro, e poi un altro ancora, in un momento tutto il mare era pieno di
pescicani e ne venivano sempre altri, l’acqua ne era coperta, quando il mio
pescecane poté liberarsi dall’amo aveva una larga ferita dalla quale perdeva
sangue in abbondanza, e forse, l’odore del sangue eccitò gli altri.
Cominciarono a divorarsi fra di loro, e perfino … a mordere se stessi. Si
sentiva nell’aria la follia del sangue che saliva fino a noi, un cupo alito di
morte gravava tutt intorno. Non ho visto mai cosa più orrenda, prima del
picnic di questa sera, e badate bene neanche uno dei pescicani di tutto quel
groviglio in furie sopravvisse. Tenetene
conto!
Orson Welles, The Lady from Shanghai (La signora di Shanghai), 1948
lunedì 18 dicembre 2017
domenica 17 dicembre 2017
In The Garden
I have been
Thrown out of
he home where I
lived for 17 Years
This is WRONG. I will
stay right here until
they let me back into
my HOME.
Ps. I am Not Crazy
Robert Benton, Places in the Heart (Le stagioni del cuore),1984
giovedì 14 dicembre 2017
Film noir - Easy Street
Prima di questi film, che il critico inglese Raymond Durgnat ricollega all’insorgere del « Prohibition-type Gangsterism ››, vanno considerati quelli dell'epoca precedente la Depressione e l'avvento del sonoro. Questo primo ciclo, che lo stesso Durgnat chiama degli « spontaneous witnesses » (testimoni spontanei), comprende Easy Street (1917) di Charlie Chaiplin, Broken Blossoms [1919] di David Wark Griffith, Greed (1924) di Erich von Stroheim e Salvation Hunters [1925] di Joseph von Sternberg. Di fatto questi film male nascondono la loro derivazione dal naturalismo europeo {dei quattro registi citati soltanto Griffith è americano), specie Zola e Dickens (soltanto con «gli ultimi due si ha una più forte mediazione con il naturalismo americano).
ln Easy Street sono già compresi molti elementi del genere: il quartiere maledetto e sovraffollato, il « cattivo ›› che si redime e diventa poliziotto (in una delle moltissime incarnazioni del personaggio metamerico costituito da Charlie), il ministro del culto (Albent Austin), la Vergine Bionda che si pone come redentrice e procacciatrice di salvezza [Edna Purviance), il « villain ›› forzuto e pesantemente caratterizzato in termini di attributi fisici [Eric Campbell), sopracciglia a cespuglio, orecchie a foglia di cavolo, testa pelata e setolosa, membra villose e nerborute. Il film contiene anche due scene di grande effetto sadico: nella prima il « tramp › investito di tutta la fredda e bestiale brutalità dei « cops ›› di Buster Keaton ha provvisoriamente ragione del «villain ›› servendosi del gas, nella seconda se ne sbarazza facendogli cadere dalla finestra una monumentale cucina economica. Se si pensa allo sbeffeggiamento della facile retorica dell'Esercito della Salvezza e all'amarezza del finale non ci sorprendono i commenti sfavorevoli dell'epoca: «Variety » e « Photoplay ›› ne misero infatti in luce la violenza, la scabrosità, il tono troppo rude e il cattivo giusto di alcune scene (« Easy Street has some rough work in it maybe a bit rougher than the others... »; -« the opening scene, burlesquing a rescue mission, is not in high taste... »).
Mentre Easy Street è il luogo fondatore di tutte le
antinomie costitutive del film « noir ›, sia esso nichilista, cinico, stoico,
riformista o rivoluzionario, Broken
Blossoms è il suo equivalente nel campo del melodramma a fosche tinte. (continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
mercoledì 13 dicembre 2017
A tribal police officer
Graham Green ...
from Thunderheart (1992)
to Wind River (2017)
from Thunderheart (1992)
You know, when we were
kids,
we used to play
cowboys and Indians.
I was always Gary
Cooper.
I didn't want to be an
Indian.
The government
boarding school
made sure of that.
They cut off my
hair...
...washed my mouth out
with soap
when I spoke my own
language.
My own language, Ray.
When the ARM warriors
came here,
it was an awakening.
Got the people proud
of their
heritage, their
elders, language.
And you call them
"enemies. "
Sai Ray,
Da bambini giocavamo a indiani e cowboy.
Io facevo sempre Gary Cooper.
Non volevo essere un indiano
Non potevo esserlo nella scuola dello stato.
Mi tagliavano i capelli …
… mi lavavano la bocca col sapone
quando parlavo la mia lingua.
La mia vera lingua, Ray.
Quando è arrivato l’MDI è stato come un rischio.
Hanno reso la gente orgogliosa delle loro tradizioni,
dei loro vecchi, della loro lingua.
E tu chiami loro “nemici”.
Michael Apted, Thunderheart (Cuore di tuono), 1992
lunedì 11 dicembre 2017
Vita, sogno
« Gertrud est égal, en folie et en beauté, aux dernières oeuvres de Beethoven. » Jean Luc Godard
Strange woman.
Who are you really?
I am many different
things.
Which?
The morning dew that
drips
from the leaves
and the white,
floating cloud
that drifts no one
knows where.
What more?
I'm the moon...
I'm the sky...
And more?
Yes.
I'm a mouth...
A mouth seeking
another mouth.
As in a dream.
It is a dream.
Life... is a dream.
Che strana donna.
Chi sei veramente?
Sono molte le cose.
Per esempio?
Io sono la rugiada del mattino che si lascia cadere dagli alberi.
E una nuvola bianca che vola in un luogo lontano.
Cos'altro?
Io sono la luna. Io sono il cielo.
Qualche altra cosa?
Sì, una bocca.
Una bocca in cerca di una bocca.
Sembra un sogno.
Si tratta di un sogno. La vita ... è un sogno.
domenica 10 dicembre 2017
Il Traghetto della Speranza
Elena Varzi and ...
Leonida Barboni cinematographer with Alfieri Canavero, Salvatore D'Urso, Mario Parapetti, Gianni Villa;Carlo Rustichelli music with Fernando Previtali.
Pietro Germi, Il cammino della speranza, 1950
mercoledì 29 novembre 2017
Taylor Sheridan and the fall of American empire
Tra i nuovi autori del cinema americano Taylor Sheridan è sicuramente quello che ha rinnovato i temi e gli impegni senza tenere conto del box office e delle classifiche. Partendo da Sicario (2015) e attraverso Hell or High Water (2016) di cui era lo scrittore, con Wind River (2017) arriva a chiudere un trittico mettendosi dietro la ARRI. E lo fa tenendo conto del lavoro svolto da Denis Villeneuve per Sicario e David Mackenzie per Hell or High Water, anche per la parte che concerne gli attori. Lo sfondo criminale dei tre film serve a dare l'esatto quadro dentro il quale va allo sfascio l'impero USA.
Il filmato proviene da qui:
https://www.hollywoodreporter.com/news/wind-river-taylor-sheridan-battles-elements-directorial-debut-video-1024270
lunedì 27 novembre 2017
domenica 26 novembre 2017
Film noir - genere e sotto-generi
or the birth of Once
Upon a Time in America
1] il film di gangsters
2) il detective thriller
3] il psychological thriller
4] il political thriller.
Esempi di questi sotto-generi sono facilmente
identificabili: Little Caesar [Piccolo Cesare, 1931) di Mervyn -LeRoy, Public Enemy (Nemico pubblico, 1931] di William A. Wellman e Scarface: Shame of a Nation
(Scar-
face, 1932) sono film di gangsters; The Maltese Falcon ( Il
mistero del falco, 1941) di John Huston, The Big Sleep [Il grande
sonno, 1946] di Howard Hawks, Kiss Me
Deadly (Un bacio e una pistola,
1955) di Robert Aldrich e A New Face in
Hell [Facce per l`inferno, 1967) di
John Guillermin sono detective thriller; Rebecca
(La prima moglie, 1940) di Alfred
Hitchcock, The Woman in the Window (La
donna del ritratto,1944) di Fritz Lang e ln A Lonely Place (Il diritto
dí uccidere, 1950) di Nicholas Ray sono psychological thriller; Cloak and Dagger (Maschere e pugnali,
1946) di Fritz Lang, Notorious (Notorious - L'amante perduta, 1946) di
Alfred Hitchcock e We Were Strangers
(Stanotte sorgerà il sole, 1949) di
John Huston sono political thriller. Ci occuperemo in particolare de (… ) il
film di gangsters.
Per quanto elementi tipicamente « noirs » siano
abbondantemente presenti in altri prodotti della cultura occidentale come la
tragedia greca, il dramma giacobita e tutte quelle opere legate all'agonia
romantica che Mario Praz ha descritto in « La carne, la morte e il diavolo
nella letteratura romantica››, il film «noir ›› va colto nel solco aperto dal
razionalismo del secolo diciannovesimo nel cuore dello spirito tragico classico.
Con la liquidazione di quest’ultimo [che Peter Szondi
nella sua « Teoria del dramma moderno ›› fa risalire all'età del Rinascimento)
si assiste infatti alla diretta apparizione di tre generi specifici, il romanzo
borghese, il romanzo gotico ( …) e il « detective thriller ››. A Seguito della
terza fase il vendicatore cessa di essere un fantasma (messa in ombra della «
ghost story »), rappresentante di un ondine magico, e diventa un «detective ››,
« poéte manqué›› dilettante, pubblico o
privato. Ai fantasmi il film «noir ›› arreca la stessa sostituzione: l'incubo
della società e una condizione dell'uomo. Le potenze delle tenebre si fanno
sempre meno ubique e inafferrabili: adesso hanno non solo un corpo ma anche un
«identikit ››, lasciano impronte digitali e si fanno rinchiudere in solidi
universi penitenziari. Al « villain ›› del vecchio melodramma che cadeva
fulminato sul sagrato di Notre-Dame succedono ora il i« gangster ››, il « tough
››, il «bad guy ››, il « mobster ››, lo « slayer », il killer idi professione.
(continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
Franco
Ferrini prese parte con Arcalli,
Benvenuti, De Bernadi e Medioli, alla sceneggiatura di C’era una volta in America di Sergio Leone; a lui si devono buona
parte delle citazioni filmiche, sparse nell’arco del film.
mercoledì 22 novembre 2017
lunedì 20 novembre 2017
A meadow in my perfect world
There is a meadow in
my perfect world
Where wind dances the
branches of a tree,
Casting leopard puts
of light across the the face of a pond.
The tree stands tall
and grand and alone,
Shading the world
beneath it.
There will come a day
when I rest
Against its spine and
look out over a valley
Where the sun warms,
but never urns …
I will watch leaves
turn.
Green, then amber,
then crimson.
Then no leaves at all…
But the tree will not
die.
For in this place,
winter never comes …
It is here, in the
cradle of all I hold dear,
I ward every memory of
you.
And when I find myself
frozen in the mud of the real
Far from your loving
eyes, I will return to this place,
Close mine, and take
solace in the single perfection
Of knowing you.
Emily Lambert
Taylor Sheridan, Wind River, 2017
domenica 19 novembre 2017
giovedì 16 novembre 2017
Conscience & humanity
My dear wife: Mr.
Davies will tell you what's happening here.
He's a good man and has
done everything he can for me.
There are some other
good men too, only they don't realize what they're doing.
They're the ones I
feel sorry for, because it'll be over for me . . . but they'll have to go on
remembering for the rest of their lives.
A man just can't take
the law into his own hands and hang people . . . without hurting everybody in
the world . . . because then he's not just breaking one law, but all laws.
Law is a lot more than
words you put in a book . . . or judges or lawyers or sheriffs you hire to
carry it out.
It's everything people
ever have found out about justice . . . and what's right and wrong.
It's the very
conscience of humanity.
There can't be any
such thing as civilization . . . unless people have a conscience. . . because
if people
touch God anywhere . .
. where is it except through their conscience?
And what is anybody's
conscience . . . except a little piece of the conscience of all men that ever
lived?
I guess that's all I've
got to say, kiss the babies for me, and God bless you.
Your husband, Donald.
°°°°°°°°°°°
Mia cara moglie. Mr.
Davies ti dirà quello che è successo stanotte.
È un uomo buono e ha
fatto di tutto per salvarci.
Credo che ci siano altri buoni uomini qui, ma forse non sanno quel che
fanno.
Sono loro di cui ho compassione, perché per me sarà finita fra poco
mentre essi dovranno ricordarsene per tutta la vita.
Un uomo non può farsi la legge
da sé e uccidere senza far male a tutto il genere umano, poiché cosi ha violato
non una sola legge ma tutte le leggi del mondo.
La legge è qualcosa di più grande che non le parole … del codice, o i
giudici o gli avvocati che la mettono in atto.
E tutto quanto il mondo ha imparato circa la giustizia è il bene e il
male.
E' la coscienza stessa dell'umanità.
Non può essere di quella che chiamiamo civiltà se gli uomini non hanno
coscienza. . .
E se vogliono mettersi a contatto con Dio? Come possono se non con la coscienza?
E che cos’è la coscienza di ognuno se non una piccola parte della
coscienza di tutti gli uomini del mondo!
Non mi resta altro da dirti che di baciare i bambini e che Dio ti benedica.
Tuo marito Donald
William A. Wellman, The OxBow Incident (Alba Fatale), 1943
lunedì 13 novembre 2017
COSA MANCA AI NOSTRI FILMS
La buona parte dei cinematografisti italiani mi sono sempre parsi come quel tal signor provincialotto che invitato ad una grande soiré per non fare brutte figure seguiva la moda di un presente scelto mentalmente a caso. E finì... ubbriaco.
I cinematografisti italiani in buona parte hanno sempre seguito di corsa le iniziative, spesso errate, di qualche uomo in voce di grande sapienza. Venne la moda di portare allo schermo le grandi opere del teatro straniero? E allora tutti non pensarono ad altro che a rompere il sonno glorioso di illustri ormai passati. A romperlo, notate, nella forma più terrificante se ne ebbe di conseguenza che fuori d'Italia, negli stessi luoghi dove le opere adattate erano nate, e perciò conosciute, molte films nostre si meritarono scarsi complimenti.
Venne la moda dei giganti? Ed allora non si videro mai tanti sedicenti uomini forti attorno. Se ne trovarono in ogni angolo. A grandi colpi molti si sforzarono di dare lustro al prima facchino giunto dalle nuvole. E si ebbe per conseguenza la serie diabolica delle più orrende stupidità. Le tasche del pubblico ne furono piene ed oggi straboccano di storie mal condite di giganti.
Venne la moda dei maledetti drammi all'americana? Apriti cielo! Piovvero i tipi americani, i soggetti americani, le messe in scena americane e le sciocchezze... non americane. Tutti gridammo alla fortuna trovata. E si videro schiere di oche cinematografiche seguire le oche... più vecchie. La moda americana segnò il principio del più inverosimile baccanale le cui vittime erano e sono ancora la logica e la prudenza.
Nel numero scorso FIGURE MUTE parlava, a proposito di una corrispondenza brasiliana di L0 SPETTACOLO di Roma, delle condizioni in cui versa la cinematografia italiana laggiù. Parlava di films venduti a prezzi esagerati ed a condizioni non fatte certamente per incoraggiare i brasiliani a comperare films italiane.
FIGURE MUTE prometteva allora di parlare in seguito delle cause cognite ed incognite che purtroppo rendono poi così discutibili le nostre films al Brasile e non soltanto al Brasile.
Le cause cognite o incognite? Principiavo a dirlo più addietro. La Causa principale è che i cinematografisti italiani sono sempre stati le vittime della moda cioè dei morti illustri, dei facchini piovuti dalle nuvole, delle donne belle e dell'America... E... della moda americana!
Perché noi non abbiamo l'onore di avere una cinematografia nazionale che contrapponga ai grattacieli di New York i palazzi di Roma o Torino se volete, alla costa del Pacifico il golfo di Napoli o quello di Genova, alle Ande i massicci marmorei di Massa Carrara... alla California la Maremma romana o le montagne di Calabria...
Già! ... Da noi sembra che tipi non ne esistano. Così sembra almeno poiché i cinematografisti crederebbero alla rovina se non andassero a cercare malamente i loro tipi in tutte le terre meno che in quella d’Italia. È chiaro: mania di esotismo.
E per questo solamente le nostre films, nella loro quasi totalità, mancano di sincerità, mancano di umanità.
Per questo solamente in terra straniera le nostre films non ottengono tutto quel successo che meriterebbero.
Non mancano in Italia i buoni direttori artistici; non mancano buoni artisti ed eccellenti artiste; non mancano dei buoni operatori. Mancano solamente uomini che una volta tanto si decidano a capire che la cinematografia italiana, per degnamente imporsi sui grandi mercati ha bisogno di avere una caratteristica puramente nazionale.
E per dare un'impronta nazionale alla cinematografia italiana bisogna che i nostri capi, i nostri grandi direttori si ricordino di essere in Italia e guardino i lunghi c la gente d'Italia.
Se cui faranno vi troveranno tanto da creare una cinematografia più degna, una cinematografia che in terra straniera si conoscerà come cinematografia italiana e non come una produzione che sente troppo di copiature mal eseguite, di regole mal definite per quanto riguarda il soggetto, e di grande confusione. Crederlo bisogna, questo: i cinematografisti italiani, solo che Io vogliano, possono dare alla loro produzione una fisionomia che serva a mostrare sui grandi mercati stranieri la loro anima che non è certamente disprezzabile.
È facile. Basta un attimo di riflessione.
Figure Mute.
Figure Mute, Anno I- N. VI, 15 ottobre-15 novembre 1919
I cinematografisti italiani in buona parte hanno sempre seguito di corsa le iniziative, spesso errate, di qualche uomo in voce di grande sapienza. Venne la moda di portare allo schermo le grandi opere del teatro straniero? E allora tutti non pensarono ad altro che a rompere il sonno glorioso di illustri ormai passati. A romperlo, notate, nella forma più terrificante se ne ebbe di conseguenza che fuori d'Italia, negli stessi luoghi dove le opere adattate erano nate, e perciò conosciute, molte films nostre si meritarono scarsi complimenti.
Venne la moda dei giganti? Ed allora non si videro mai tanti sedicenti uomini forti attorno. Se ne trovarono in ogni angolo. A grandi colpi molti si sforzarono di dare lustro al prima facchino giunto dalle nuvole. E si ebbe per conseguenza la serie diabolica delle più orrende stupidità. Le tasche del pubblico ne furono piene ed oggi straboccano di storie mal condite di giganti.
Venne la moda dei maledetti drammi all'americana? Apriti cielo! Piovvero i tipi americani, i soggetti americani, le messe in scena americane e le sciocchezze... non americane. Tutti gridammo alla fortuna trovata. E si videro schiere di oche cinematografiche seguire le oche... più vecchie. La moda americana segnò il principio del più inverosimile baccanale le cui vittime erano e sono ancora la logica e la prudenza.
Nel numero scorso FIGURE MUTE parlava, a proposito di una corrispondenza brasiliana di L0 SPETTACOLO di Roma, delle condizioni in cui versa la cinematografia italiana laggiù. Parlava di films venduti a prezzi esagerati ed a condizioni non fatte certamente per incoraggiare i brasiliani a comperare films italiane.
FIGURE MUTE prometteva allora di parlare in seguito delle cause cognite ed incognite che purtroppo rendono poi così discutibili le nostre films al Brasile e non soltanto al Brasile.
Le cause cognite o incognite? Principiavo a dirlo più addietro. La Causa principale è che i cinematografisti italiani sono sempre stati le vittime della moda cioè dei morti illustri, dei facchini piovuti dalle nuvole, delle donne belle e dell'America... E... della moda americana!
Perché noi non abbiamo l'onore di avere una cinematografia nazionale che contrapponga ai grattacieli di New York i palazzi di Roma o Torino se volete, alla costa del Pacifico il golfo di Napoli o quello di Genova, alle Ande i massicci marmorei di Massa Carrara... alla California la Maremma romana o le montagne di Calabria...
Già! ... Da noi sembra che tipi non ne esistano. Così sembra almeno poiché i cinematografisti crederebbero alla rovina se non andassero a cercare malamente i loro tipi in tutte le terre meno che in quella d’Italia. È chiaro: mania di esotismo.
E per questo solamente le nostre films, nella loro quasi totalità, mancano di sincerità, mancano di umanità.
Per questo solamente in terra straniera le nostre films non ottengono tutto quel successo che meriterebbero.
Non mancano in Italia i buoni direttori artistici; non mancano buoni artisti ed eccellenti artiste; non mancano dei buoni operatori. Mancano solamente uomini che una volta tanto si decidano a capire che la cinematografia italiana, per degnamente imporsi sui grandi mercati ha bisogno di avere una caratteristica puramente nazionale.
E per dare un'impronta nazionale alla cinematografia italiana bisogna che i nostri capi, i nostri grandi direttori si ricordino di essere in Italia e guardino i lunghi c la gente d'Italia.
Se cui faranno vi troveranno tanto da creare una cinematografia più degna, una cinematografia che in terra straniera si conoscerà come cinematografia italiana e non come una produzione che sente troppo di copiature mal eseguite, di regole mal definite per quanto riguarda il soggetto, e di grande confusione. Crederlo bisogna, questo: i cinematografisti italiani, solo che Io vogliano, possono dare alla loro produzione una fisionomia che serva a mostrare sui grandi mercati stranieri la loro anima che non è certamente disprezzabile.
È facile. Basta un attimo di riflessione.
Figure Mute.
Figure Mute, Anno I- N. VI, 15 ottobre-15 novembre 1919
domenica 12 novembre 2017
10,000 feet of hard luck
-I
wanted to make you something outstanding... something you could be proud of,
something that
would realize the potentialities of film... as the sociological and
artistic medium that it is. With a little
sex in it. Something like...
-Something
like Capra. I know.
-What's the matter with Capra?
-You want
to grind 10,000 feet of hard luck, and all I'm asking you is, what do you know
about hard luck?
-Io volevo fare per voi un’opera duratura,
un’opera da esserne fieri, un’opera che fosse la prova che
il cinema forza sociale artistica di
prim’ordine, con un po’ di sesso, ho capito;
- un’opera alla Capra, lo so
- che c’è non vi va Capra …
- tu vuoi girare 2000 metri di miseria. Ti
domando tu che ne sai della miseria?
Preston Sturgers, Sullivan’s Travels (I
Dimenticati), 1941
giovedì 9 novembre 2017
May beauty be
May beauty be before
me
May beauty be behind
me
May beauty be above me
May beauty be below me
May beauty be all
around me
Possa la bellezza essere davanti a me
Possa la bellezza essere dentro di me
Possa la bellezza essere sopra di me
Possa la bellezza essere sotto di me
Possa la bellezza essere intorno a me
Michael Cimino, The Sunchaser (Verso il sole),
1996
mercoledì 8 novembre 2017
martedì 7 novembre 2017
lunedì 6 novembre 2017
domenica 5 novembre 2017
lunedì 30 ottobre 2017
All healing comes from the divine within
"There is nothing as important as DNA. It
carries the hereditary information that determines the structure of proteins.
The only substance that directs cells to grow and divide are encoded by it. DNA.
Deoxyribonucleic acid. It is the essential constituent of life." Watson
and Crick, The Double Helix,
1953.
"All healing comes from the divine within. Absolute
faith makes fear and worry an impossibility." Edgar
Cayce, 1943.
It seem the rain will never let up
I try to keep my head up
And still keep from getting wet up
It's funny when it rain, it pours
They got money for wars
But can't feed the poor
Tupac,
1994.
“Non c’è niente che
sia più importante del DNA, esso porta nella sua struttura l’informazione
ereditaria che determina la struttura delle proteine. Tutte che dicono alle
cellule di crescere e dividersi sono codificate in esso. DNA Acido
Desossiribonucleico. E’ il componente essenziale della vita”. Watson
and Crick, The Double Helix,
1953
“Tutte le guarigioni
vengono dal divino che è dentro di noi. La fede assoluta rende il timore e
l’ansietà impossibili”. Edgar Cayce, 1943.
La pioggia cade e non si ferma
La testa in alto tieni dritta
se i capelli non ti vuoi bagnare
I generali sono figli di puttana
danno i soldi per la guerra
ma non i poveri della terra.
Tupac,
1994
Michael Cimino, The Sunchaser (Verso il sole),
1996
martedì 24 ottobre 2017
Solo per critici (sempre) distratti
Vittorio De Sica, Sciuscià, 1946
Sergio Leone, C'era una volta in America, 1984
L'analogia è evidente ma ancora nessuno l'ha percepita, eppure tutta la parte dell'infanzia di Noodles è modellata sul film di De Sica, complici Franco Kim Arcalli, Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, cavallo compreso!
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