giovedì 14 dicembre 2017

Film noir - Easy Street


Assieme al western  (di cui costituisce il più sicuro prolungamento; l'oggetto è pur sempre lo stesso: la secolarizzazione della violenza), il film « noir ›› costituisce il più notevole apporto del cinema americano alla storia del cinema. Ma questo carattere tipicamente americano (preannunciato nei romanzi di George Lippard) potrà essere ritrovato soltanto più tardi, nelle opere in cui il genere si affermerà con maggiore sicurezza, e cioè a partire dagli anni trenta con Little Caesar, Public Enemy, The Secret Six e Scarface: Shame of a Nation. 
Prima di questi film, che il critico inglese Raymond Durgnat ricollega all’insorgere del « Prohibition-type Gangsterism ››, vanno considerati quelli dell'epoca precedente la Depressione e l'avvento del sonoro. Questo primo ciclo, che lo stesso Durgnat chiama degli « spontaneous witnesses » (testimoni spontanei), comprende Easy Street (1917) di Charlie Chaiplin, Broken Blossoms [1919] di David Wark Griffith, Greed (1924) di Erich von Stroheim e Salvation Hunters [1925] di Joseph von Sternberg. Di fatto questi film male nascondono la loro derivazione dal naturalismo europeo {dei quattro registi citati soltanto Griffith è americano), specie Zola e Dickens (soltanto con «gli ultimi due si ha una più forte mediazione con il naturalismo americano).
ln Easy Street sono già compresi molti elementi del genere: il quartiere maledetto e sovraffollato, il « cattivo ›› che si redime e diventa poliziotto (in una delle moltissime incarnazioni del personaggio metamerico costituito da Charlie), il ministro del culto (Albent Austin), la Vergine Bionda che si pone come redentrice e procacciatrice di salvezza [Edna Purviance), il « villain ›› forzuto e pesantemente caratterizzato in termini di attributi fisici [Eric Campbell), sopracciglia a cespuglio, orecchie a foglia di cavolo, testa pelata e setolosa, membra villose e nerborute. Il film contiene anche due scene di grande effetto sadico: nella prima il « tramp › investito di tutta la fredda e bestiale brutalità dei « cops ›› di Buster Keaton ha provvisoriamente ragione del «villain ›› servendosi del gas, nella seconda se ne sbarazza facendogli cadere dalla finestra una monumentale cucina economica. Se si pensa allo sbeffeggiamento della facile retorica dell'Esercito della Salvezza e all'amarezza del finale non ci sorprendono i commenti sfavorevoli dell'epoca: «Variety » e « Photoplay ›› ne misero infatti in luce la violenza, la scabrosità, il tono troppo rude e il cattivo giusto di alcune scene («  Easy Street has some rough work in it  maybe a bit rougher than the others... »; -«  the opening scene, burlesquing a rescue mission, is not in high taste... »).
Mentre Easy Street è il luogo fondatore di tutte le antinomie costitutive del film « noir ›, sia esso nichilista, cinico, stoico, riformista o rivoluzionario, Broken Blossoms è il suo equivalente nel campo del melodramma a fosche tinte. (continua)
Franco Ferrini, I GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾

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