lunedì 18 gennaio 2016

Il ritorno di Joan Crawford

DUE film con Joan Crawford apparsi contemporaneamente in questi giorni sugli schermi italiani, uno di nove anni fa (Donne, diretto da Cukor) e l'altro recente (Il  romanzo di Milred  del  regista Michael Curtiz) dimostrano come possa invecchiare con dignità una bella donna intelligente attrice.
Dai tempi di Non più signore, Troppo amataAmante, Incatenata, Amore in  corsa, La fine della signora Gheney, Io vivo la  mia vita, Tormento, da quando cioè era la “ vamp ” laureata, soprattutto dai tempi del suo triste declino, Joan Crawford  è migliorata moltissimo, anche il suo fascino si è ammorbidito  arricchito. Non è difficile essere una bella ragazza selezionata dal cinema, far cadere in estasi attori e platee a venti e trent’anni, con l’aiuto di un bravo sarto, di un trucco sapiente e di una femminilità accorta e sensibile. E’ meno facile essere una bella donna quarant’anni, avendo cura della propria fama di eleganza ardita .Senza esagerare, e sapendo adattarsi a rappresentare la madre una ragazza ventenne.
Ci aspettavamo questa «rentrée›› di Joan Crawford in cui avevamo presentito una personalità d'eccezione nonostante i ruoli piuttosto frivoli che le vennero assegnati per anni. La maturità artistica e fisica della Crawford ce la mostra ora com’è  veramente: vibrante e risoluta, costruttiva. Oggi Joan è ben più di una creatura affascinante e dinamica, è una donna piena di slancio e di bontà che sa sacrificarsi in silenzio, generosamente e con coraggio, che ha saputo nel romanzo di Milred  fingere liricamente con intuito profondo quella maternità che la natura le ha negato.
Già nel film Donna senza volto, visto l’anno scorso, essa aveva accennato a questa sue nuove possibilità. Ricorderete, a parte il gratuito e il frusto della vicenda, quella sua cattiveria sofferente e sconsolata. In Donne, girato poco prima, era invece la solita donna fatale, avida e rovina famiglie. Col romanzo di Milred, per cui le fu assegnato l’« Oscar ›› il massimo premio americano,  ora Joan si consacra grandissima attrice e donna completa. Ha imparato a soffrire con tutta l’esteriorità e la comunicativa che offre il cinema, senza rinunciare ad essere donna desiderabile.
MARTA SCHIAVI
L’ILLUSTRAZIONE DEL POPOLO ANNO XXVII N. 2     11- 01 - 1948




Nessun commento:

Posta un commento