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addietro si sono avanzate delle accuse al Maestro Ennio Morricone, oggi si
vuole rendere a Cesare quello che è suo.
Il
Maestro è stato “ the most important composer of XXth century “ come ha asserito
qualcuno. E’ un pò esagerato esagerato visto che hanno agito in quel secolo
Benjamin Britten, Dmitri Shostakovich e Joh Cage. Cosi anche gli WHO, i Pink
Floyd e Neil Young. Certamente lo è stato nella musica applicata all’immagine.
Egli in quell’ambito ha detto la parola, o se preferite, la nota, definitiva,
così come lo hanno fatto J. S. Bach per la musica barocca, W. A. Mozart per il
concertismo e il melodramma, G, Verdi per la lirica. Solo di recente, a lui
abbiamo accostato i compositori che hanno lavorato per Kenji Mizoguchi e Yasujiro
Ozu e a questi ... il silenzio, forse il miglior commento musicale.
Al
Maestro dobbiamo rendere un altro merito che pochi gli riconoscono: è stato un
datore di lavoro. Con lui hanno avuto uno stipendio orchestrali (quante
orchestre fondate e sciolte, la migliore l’Unione Musicisti Roma), solisti e
direttori. Con lui hanno riscosso fama e ricchezza Alessandro Alessandroni ed
Edda Dall’Orso, il primo zufolando la seconda gorgheggiando. Infine gli studi
di registrazione come il mitico Orthophonic di Sergio (quanti Sergio nella vita
del Maestro!) Marcotulli. E se il cinema italiano è stato ricco di generi
quanto quello made in USA, il Maestro per quei generi ha dato una traccia cui
si sono indirizzati altri compositori con esiti diseguali. Il lavoro non è
stato condotto “ all’americana “, dove i compositori stendono quattro note e
una miriade di professori continua tutta la partitura, e con l’avvento dei
sintetizzatori una schiera di tastieristi che compongono sullo strumento, ad
orecchio, e sempre i professori stendono le note sullo spartito. Ai primi vanno
le statuette ai secondi solo una citazione nei titoli di coda, con caratteri
indecifrabili. Il nostro ha seguito passo per passo sia la composizione al
pentagramma, sia l’esecuzione, esecutori compresi; tant’è che per distinguere
il suo lavoro dagli altri ha dovuto coniare una dicitura: “ musica, composta,
orchestrata e diretta da “, che a lui solo va apposta.
Tutto
ciò cominciò quando il Maestro arrangiava e dirigeva musica definita “ leggera
“. Di tutto quell’ampia produzione ricordiamo solo Se telefonando un capolavoro di testo e note applicato alla voce
indiscussa di Mina.
Riavvolgiamo
il nastro
Consideriamo
il periodo 1965 - 1975 come aureo. Il Maestro è il più famoso arrangiatore e
direttore d’orchestra nella musica leggera. Questa attività verrà dismessa solo
a contratti onorati, quando diviene definitivo l’impegno per il cinema. Il
periodo 65-75 lo leghiamo tra due lavori portati a termine per Bernardo
Bertolucci: Prima della rivoluzione e
Novecento. Già nei titoli troviamo l’evoluzione
verso l’antonale ed l’involuzione verso forme classiche. E’ il periodo più fruttuoso
e vantaggioso durante il quale verranno forgiati i caratteri e i timbri per il
prossimo futuro. E’ il periodo della sperimentazione su tutti i fronti: i rumori
incontrano i suoni, la voce un particolare strumento o tutta l’orchestra, fino
alla fusione finale.
Quello
che seguirà dopo servirà ad accrescere e consolidare la sua fama con opere di
grande impatto emotivo e collaborazioni spesso isolate con registi affermati.
La
crescente fama del maestro per anni è stata legata ad un sottobosco di fans e
cultori anonimi sparsi in tutto il pianeta e di cui si ammiravano più le
partiture musicali che l’opera ad esse legata, fino alla definitiva
consacrazione ad opera di gente del rock anglo-americano: Clash, Wall of
Voodoo, il Boss Bruce e per tutti il piccolo grande John Zorn che diffuse con
rifacimenti e antologie discografiche il periodo in questione.
Alla
metà degli anni settanta gli adepti del Maestro Morricone andavano cercando
qualsiasi notizia lo legasse ai progetti musicali. Ogni suo gesto era atteso
con ansia e non solo i film legati agli autori affermati e riconosciuti ma
anche ai moltissimi che alimentavano le produzioni da portare nei numerosi
cinema sparsi nella penisola e all’estero. La maggior parte delle composizioni
erano legate ai generi che si susseguivano, dal western, al giallo, all’erotico
d’autore, ai de cameroni, per finire con esorcicci, poliziotti e criminali
efferati. A tutti il Mestro imponeva la sua benedizione e molto spesso sonorità
e strumenti finivano a commentare i film di Petri, Bolognini o Verneuil, per
finire con Brian De Palma e il concertismo degli ultimi Tornatore.
Con
i lavori del Maestro la musica per il cinema è entrata nelle orecchie di tutti
e col tempo questa lasciava la destinazione originale per venire nuovamente
legata ad un prodotto pubblicitario, ai film amatoriali in Super 8, e spesso
nelle funzioni liturgiche della chiesa cattolica.. Veicolo di tutto questo era
l’estesissima produzione discografica esportata in ogni parte del pianeta. Oggi
quei 45 giri o r.p.m., lp in vivile, sono custoditi gelosamente per quanto
usurati. Molti hanno anche quotazioni da antiquariato. “ Colori “, un’antologia
(la più bella) della General Music, era un disco richiestissimo in quanto
diffuso in poche copie e numerosissime le richieste, tanto da venire custodito
gelosamente da chi la possedeva.
Il
Maestro Morricone quando sarà andrà a fare compagnia con i grandi compositori
prima citati. Sarà allora la musica divina, fatta solo per chi possiederà
orecchie sensibili.