lunedì 10 febbraio 2020

CINE ma POPolare - uomini e mezzi

La produzione che abbiamo definito qualitativamente minore non si esaurisce nei film prodotti con pochi quattrini e molti arrangiamenti: ai nomi modesti e poco noti dei produttori Oreste Palella, Roberto Amoroso, Natale Montilla, Mario Ferrigno, Enzo Di Gianni ecc. si affiancano, sovrastandoli di molte spanne, quelli di Case famose come la Titanus, la Ponti-De Laurentiis, la Lux, la Rizzoli-Royal, 1a Romana Film, la Manenti Film, la Produzione Venturini ecc. Queste Case, ad ulteriore conferma della sentenza che l'arte non è la cosa più importante nel cinema (Balàzs), hanno prodotto e producono film commerciali, che differiscono da quelli anzidetti per due fattori: a) la copia dei mezzi finanziari; b) una linea di più corretto artigianato. Il primo è una provvidenza concessa al censo, al credito bancario e alla mirabolante fortuna di alcuni produttori; il secondo è dovuto alle prestazioni di abili registi specializzati (Matarazzo, Brignone, Costa M., Mattoli, Coletti, Gallone, Bragaglia C. L., Campogalliani ecc.) e di interpreti famosi (Nazzari, Totò. Fabrizi, Rascel, Sanson, Mangano, Marzi, Lollobrigida, Pampanini).
Eccezion fatta per queste differenze, i filmetti di categoria B e i filmoni, per così dire, di categoria . . . "super B" prodotti dalle grandi Case·hanno in comune questo carattere: la nessuna parentela con l'arte e con la cultura.
Potentemente equipaggiate in uomini e mezzi, le predette Case, superato il disorientamento dell'immediato dopoguerra, sono partite alla conquista del grande (e grosso) pubblico fin dal 1949: è questo l'anno di Catene (Titanus Matarazzo- Nazzari-Sanson), cui seguono in bell'ordine Il lupo della Sila (Ponti-De Laurentiis- Lux-Coletti-Nazzari-Mangano), La sepolta viva (Brignone), Il bacio di una morta (Brignone), Totò cerca casa (Steno-Monicelli), L'imperatore di Capri (Comencini-Totò). Gli anni successivi confermeranno il crescente successo di questa produzione minore articolata nei vari generi, drammatico, comico, musicale, cappa e spada, patriottico, napoletano. L'incidenza quantitativa dei film commerciali sul complesso della produzione nazionale è predominante: assumendo il numero 150 come quota massima raggiunta nel 1953; reputiamo di essere abbastanza ottimisti parlando ad una incidenza pari ai nove decimi. (continua)
CARLO SANNITA 
CINEMA quindicinale di divulgazione cinematografica Volume XII Terza serie  Anno VII 1954 10 Novembre

Nelle foto: Silvana Mangano e Jacques Sernas in Il lupo della Sila; Alda Mangini e il principe De Curtis in Totò cerca casa. Due film del 1949. 

domenica 9 febbraio 2020

giovedì 6 febbraio 2020

Musolino a Reggio e Gambarie


E' giunto a Reggio, ed ha preso alloggio presso l'Albergo Miramare, il noto attore, nostro concittadino, Vincenzo Musolino, il quale è in compagnia dell'affascinante stellina Fosca Piergentili.
Vincenzo Musolino, che si fermerà a Reggio alcuni giorni, tornerà fra qualche mese per girare gli esterni del film “Duello fra gli abeti” nei pressi di Gambarie.
In questa nuova, fatica cinematografica, affiancherà il bravo Vincenzo Musolino la nota attrice Laghe Cheriman. La regia sarà di Roberto Montero
Ieri sera una piccola folla ha sostato dinanzi all'Albergo Miramare per inscenare una manifestazione di simpatia all’attore reggino, che tanto successo ha ottenuto sugli schermi di tutto il mondo in questi ultimi anni.


GAZZETTA DEL SUD  2 FEBBRAIO 1955

Con Roberto Bianchi Montero Vincenzo Musolino girò solo Nessuno a tradito del 1954 e successivamente Dramma nel porto nel 1956. Il "duello fra gli abeti" a Gambarie non si ebbe, come svanite nel fumo sono Fosca Piergentili e Laghe Cheriman.

mercoledì 5 febbraio 2020

Nero Pasolini



Venti atroci giorni chiuso in un alberghetto a lavorare come un cane.
Pier Paolo Pasolini, 1960

Tanto è affascinante (e tormentata) la genesi di "La Nebbiosa", quanto fallimentare sarà lo sbocco cinematografico.
Roberto Curti, ‎Alessio Di Rocco, Visioni proibite: I film vietati dalla censura italiana (1947-1968), 2014



giovedì 30 gennaio 2020

CINE ma POPolare



AL PUBBLICO POPOLARE
PIACCIONO I MELODRAMMI

Nella produzione qualitativamente "minore'', quali elementi si
riscontrano conformi alla psicologia popolare che fanno di tanti
film artisticamente negativi degli ottimi successi di cassetta?

Leggendo i primi due servizi della interessante inchiesta promossa da " Cinema" sui film di categoria B, ci è sembrato opportuno intervenire ampliando il discorso a tutta la produzione qualitativamente minore, ai film cioè non impegnati sul piano artistico o, quanto meno, culturale. Accogliendo la classificazione "economica" proposta da Redi e Rinaudo, rientrano nella categoria B quei film prodotti con pochi mezzi da piccole società e distribuiti sul mercato senza l'ausilio del lancio pubblicitario: "sono film fatti in casa'', ignorati dalla critica ufficiale dei quotidiani e dei periodici, con registi ed attori sconosciuti o mal noti al pubblico delle prime visioni e, talora, anche a quello delle seconde. La sorte commerciale di questi film è affidata alle sale periferiche delle grandi città e, soprattutto, alle semplici platee dei mille e mille villaggi d'Italia. Appartengono al gruppo film come questi: Amore è smarrimento, prodotto dalla Filmosa, diretto da Filippo W. Ratti e interpretato da Flora Lilla, Piero Palermini e Manuel Roero; François il contrabbandiere, prodotto dalla Marte Film, diretto da Gianfranco Parolini e interpretato da Doris Duranti, Vira Silenti, Roberto Mauri, Luigi Tosi e Peter Trent; Cuore forestiero, prodotto dalla De Paolis Film diretto da Armando Fizzarotti e interpretato da Maria Piazzai, Piero Lulli e Aldo Nicodemi. Quest' ultimo film è da ascriversi al compatto e caratteristico sotto - gruppo delle produzioni ambientate a Napoli ed ispirate per lo più a motivi celebri del canzoniere partenopeo. Ricordiamo, fra gli altri, Vedi Napoli e poi muori; Rosalba, fanciulla di Pompei; Solo per te, Lucia; Munasterio 'e Santa Chiara; Monaca Santa; Luna rossa; Pentimento e il recente Città canora con Maria Fiore, film che, a tutt'oggi, ha incassato oltre trecento milioni. I film della serie "napoletana" vengono distribuiti, di regola, solo nell'Italia centromeridionale ed esclusivamente nelle sale di periferia e nei centri minori della provincia. Tuttavia, tenuto conto del basso costo di produzione (25-30 milioni), il rendimento di questi film è, nella media, soddisfacente; anzi, talvolta, straordinario: si pensi ai 300 milioni di Vedi Napoli e poi muori (programmato nel 1952) contro i 250 di Ladri di biciclette, apparso negli ultimi mesi del '48! Questa, la realtà delle cifre pubblicate dalla Società degli Autori e riferite da "Cinespettacolo".


(continua)
CARLO SANNITA
CINEMA quindicinale di divulgazione cinematografica Volume XII Terza serie  Anno VII 1954 10 Novembre

mercoledì 29 gennaio 2020

Un leone a Culver City - Buster "Saltarello" Keaton


Buster Keaton l'uomo che non ride mai

Grande fortuna ebbe in quegli anni la ·produzione comica: siamo nell'epoca d'oro della comedy", la quale anzi, proprio in quel periodo cessa gradualmente di essere un semplice complemento di programma (con le "comiche" in due bobine) per divenire l'attrazione principale dello spettacolo. Accanto a Chaplin, Harold Lloyd e Harry Langdon, tutti passati definitivamente al lungometraggi si colloca ora la figura di un nuovo comico, proveniente dal teatro di rivista: Buster Keaton, scoperto da Joseph M. Schenck (fratelli di Nicholas), il quale, dopo averlo fatto debuttare in The Butcher Boy (1917), lo aveva lanciato in una lunga serie di "two reels". I film di Keaton, che con la sua impassibile maschera aveva immediatamente conquistato il pubblico, vennero da un certo momento prodotti e in qualche caso diretti da lui stesso, sotto l'egida naturalmente di Joseph M. Schenck e della M.G.M. che li distribuiva. Uno dei suoi primi film di metraggio normale (sei bobine) fu Seven Chances (Sette probabilità, 1925), che Keaton stesso aveva tratto da una commedia di Roy Cooper Megrue, presentata sulle scene da David Belasco . La carriera dell'attore (che in Italia venne soprannominato "Saltarello") si arrestava praticamente pochi anni dopo l'avvento del sonoro: e i film parlati cui prese parte - sempre alla M.G.M. - non riuscirono a raggiungere il mordente della sua migliore produzione muta. Dopo aver lavorato anche in Francia e al Messico, e dopo aver diretto o prodotto film di cortometraggio per la Metro ed altre case, da vari anni egli si limita ad apparire - col suo volto stanco, ma sempre impassibile - in qualche film, da Hollywood Cavalcade a Sunset Boulevard, e più recentemente ha persino preso parte ad un film in Italia. (Continua)
Fausto Montesanti
CINEMA QUINDICINALE DI DIVULGAZIONE CINEMATOGRAFICA ANNO VII - 1954 10 NOVEMBRE 
In apertuta Buster Keaton in Seven Chances (Le sette probabilità) del 1925, di James Shannon

lunedì 27 gennaio 2020

Né sere né giorni di festa saranno per me liberi e beatamente vuoti.


Dopo circa cento, centocinquanta settimane in cui regolarmente ho scritto ogni settimana un «pezzo» su un libro, prendo congedo dal mio lettore, per un periodo di sosta. Per alcuni mesi sarò occupato a fare un film. È vero che mentre ero occupato a girare, a montare e a doppiare Il fiore delle mille e una notte, ho continuato puntualmente a scrivere le mie recensioni. Ma ciò si spiega prima di tutto col fatto che avevo da poco tempo iniziato questo lavoro, e c’era dunque in me uno slancio che non poteva brutalmente essere interrotto. Inoltre il film che stavo facendo, anche se terribilmente faticoso e avventuroso, era molto gradevole, e mi lasciava dunque, la sera, quasi sempre, in un’ottima disposizione di spirito. Infine ero lontano dall’Italia, in luoghi dove, appunto, la sera, o nei giorni di festa, leggere e scrivere era l'unica possibile occupazione. Ora invece mi accingo a girare quando è già il terzo anno del mio lavoro di critico militante: e mi accingo a girare un film estremamente sgradevole (De Sade e la Repubblica Sociale mescolati insieme) che certamente la sera mi lascerà sfinito e magari nauseato di lavoro; e lo girerò, oltre tutto, nel cuore dell’Italia, tra Salò e Marzabotto: né sere né giorni di festa saranno per me liberi e beatamente vuoti.
Pier Paolo Pasolini, Settimanale «Tempo» 24 gennaio 1975