lunedì 24 febbraio 2020

CINE ma POPolare - L'ultima parola


Il favore del pubblic(in base alle cifre d'incasso) sorienta prevalentemente sui film (melo) drammatici su quelli comicicon preferenza verso i primiseguonoa distanza e nell'ordinegli avventurosi (cappa e spadapseudostorici), i musicali (riduzioni di opere lirichebiografie di musicisti famosicanzoni sceneggiate) e i patriottici (serie sulla prima guerra mondiale, serie sulla secondaserie triestina). Il sotto-gruppdei napoletani”, formacome abbiamo visto, capitolo a séInoltre, eccezion fatta per il cospicuo successdi Cielo sulla palude dovutalla capillare diffusione nelle sale parrocchiali, si può affermare che non esiste ancora in Italia una cinematografia di ispirazione religiosa, che raccolga un largo favore popolare.
A risultati tantsgradevoli quantsignificativci conduce l'analisi comparativa delle cifre 'incasso riferite al periodo 1948-1953: agli 889 milioni di Anna fanno eco i 401 di In nome della leggeagli 819 de I figldi nessuno si contrappongono i 368 di Non c'è pace fra gli ulivi e via di seguito. L'evidenza delle cifre pubblicate nel seguente quadro riassuntivo non ha bisogno di commenti esclamativi quanto di serie considerazioni sui rapporti fra cinema e pubblico inteso nel senso più ampio.
Neprimnumerde “Il Contemporaneo” Luigi Chiarini, riferendosi agli stessi dati, scriveva«Nopensiamo che queste cifre dimostrino come quefilmgiudicati brutti su un piano artisticomeritino di essere analizzati pevedere quali elementi contengono conformi alla psicologia popolare tanto nelle loro caratteristiche spettacolariquanto nel contenuto umano che rappresentano». L'istanza non potrebbe essere più giustificata quando si pensche il successo o l'insuccesso commerciale di un film è dovuto non già alle "prime'' ma giustappunto alle seconde, alle terze e alle quarte visioni: l'ultima parolaquella decisiva, non spetta alla coppia elegante di, un "Metropolitano di un ''Arlecchino", bensì agli umili spettatori di un cinemetto rionale o di paese. Le lodi della critica e di un pubblico qualificato non hanno consentito a Bellissima di incassare, fino al 30 settembre 1953, più della modesta cifra di 142 milioni Questa la realtà: chiudere gli occhi dinanzi ad essa anziché sforzarsi di comprenderla e modificarla significa – come sottolinea ancora il Chiarini - scavare un solco sempre più profondo fra la critica e la cultura cinematografica da un lato e la moltitudine degli spettatori dall'altro. (continua)
CARLO SANNITA
CINEMA quindicinale di divulgazione cinematografica Volume XII Terza serie  Anno VII 1954 10 Novembre

Nella foto d'apertura un momento di Non c'è pace fra gli ulivifilm del 1950 diretto da Giuseppe De Santis.

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