Il mito di Valentino
La "Metro Picture Corporation" era stata fondata nel 1915 da un gruppo di distributori di film, ribellatisi al monopolio della "Motion Picture Patents Company" e passati alla produzione, sotto la
presidenza di Richard Rotbland. Nel 1919 gli
studios della Metro venivano acquistati da Marcus Loew, padrone di un'importante catena di sale cinematografiche,
e dal suo socio Nicholas Schenck, ai quali faceva capo la "Loew's Consolidated Enterprises". La produzione della nuova " Metro " non tardò ad affermarsi sul piano anzitutto della qualità, grazie al
successo di alcuni film di prestigio, il più famoso
dei quali rimane senza dubbio The Four Horsemen of the Apocalypse ("I quattro cavalieri dell'Apocalisse", 1921), di Rex Ingram, tratto
dal popolare romanzo di Ibanez
ridotto per lo schermo da Juné Mathis. Affidato a un
regista giovane e sufficientemente malleabile, il film fu soprattutto il risultato -
spettacolarmente straordinario -
di un considerevole sforzo produttivo, un'opera cioè che
pur non recando il segno di una
personalità dominante si segnalava all'attenzione della
critica come
il prodotto di una vasta ed affiatata collaborazione, costruito
essenzialmente in funzione di un
grande successo di pubblico. La risonanza del titolo e del soggetto
avrebbe inoltre supplito
alla mancanza di grandi nomi di "stars". The Four Horsemen fu
infatti il film delle rivelazioni: lngram e la Mathis in
primo luogo, che da quel momento divenivano
rispettivamente un regista e una scenarista adatti a
produzioni di grande impegno; Alice
Terry, la protagonista femminile, promossa di punto in
bianco al rango di "star
"; e infine – la più sensazionale di tutte
- Rudolph Valentino (un
oscuro attore italiano, passato
fino ad allora quasi inosservato in convenzionali ruoli di "vilain'')
che con l'insolito personaggio di "Julio
Desnoyers" portava sullo schermo un tipo inedito di "eroe", destinato a rivoluzionare i canoni del
fascino virile allora in voga. Fra i film cui Valentino
prese parte alla Metro, prima
di passare alla Paramount, vi fu
anche Camille (La
signora dalle camelie,
1921), con Alla Nazimova, la
più intellettuale e sofisticata
delle attrici del tempo, la quale
interpretò e persino produsse per la ditta
alcuni film ricordati di solito per una certa quale stravaganza
della loro impostazione
figurativa spesso in aperta
polemica con la produzione corrente: uno
di questi
fu The Red Lantern (1919), diretto da Albert
Capellani. (continua)
Fausto Montesanti
CINEMA QUINDICINALE DI DIVULGAZIONE CINEMATOGRAFICA ANNO VII - 1954 10 NOVEMBRE
Nella prima foto Rodolfo Valentino in The Four Horsemen of the Apocalypse (I quattro cavalieri dell'Apocalisse,
1921), di Rex Ingram; nella seconda Alla Nazimova in The Red Lantern (1919), di Albert Capellani.
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