domenica 19 febbraio 2017

VITA DI HOLLYWOOD - LE COMPARSE

Vi sono leggende che è onesto sfatare e tutte le volte che le nostre funzioni ci mettono a contatto con i
capi d'una Casa americana, essi ci invitano a dire tutta la verità al pubblico sulla vita dei debuttanti a Hollywood. Troppa gente crede che negli studi californiani si guadagni bene, e non serve che le autorità americane diffidino il pubblico, giacché ogni giorno sbarcano degli illusi. Le porte rimangono ostinatamente chiuse e coloro che le sorvegliano non si lasciano intenerire. Ogni studio è un tempio in cui si elaborano i films nel più grande mistero e la disciplina permette ai direttori di lavorare in pace.
La prima impressione dello straniero che gira per le vie di Hollywood è quella che vi sono molte donne graziose, e chi non è bene informato le crede tutte vedette. Invece non sono altro che debuttanti chiamate qui “extra” e che cercano di far da comparse attendendo meglio. Certo si gira molto ad Hollywood, perché non tutti i films vengono esportati, ma ciò non impedisce che migliaia di comparse siano senza lavoro, dato che vengono impiegate a caso, i “ metteurs en scène» non sono mai imbarazzati e finiscono sempre col trovare il tipo che cercano. D'altro conto, non hanno questa preoccupazione, giacchè in ogni «studio» vi è un «casting-director›› incaricato di reclutare il personale artistico. Gli si dice prima che occorrono due o trecento comparse corrispondenti a date condizioni. Non vi è che l'imbarazzo della scelta. Infatti, tutte le mattine gli “extra” si presentano al suo ufficio, che è costruito in modo speciale. Egli è separato dal mondo esteriore da chiusure solide e coloro che vogliono farsi scritturare devono comparire uno alla volta dinanzi ad uno sportello o ad una barriera.
Non si scambiano parole inutili.
L’artista piace o non piace. Un “casting director” è un uomo che il più delle volle si rinchiude in un mutismo assoluto. l-la delle idee precise e non ritorna mai sulle sue decisioni. Tuttavia nei periodi di calma.riceve la visita dei sollecitatori. Prende nota delle loro capacità su un modulo e domanda fotografie. Un debuttante che si sente rispondere: « Voi non avete alcuna probabilità di riuscire. Non scrivo il vostro nome né voglio la vostra fotografia, non ha che da andarsene e non più tornare, perché il direttore ha buona memoria.
I moduli sono classificati in un determinato ordine. ll giorno in cui l’ufficio ha l`incarico di ingaggiare diversi «extra» non ha che da ricercare tra i moduli.
Da questo punto di vista, Hollywood è un paese straordinario. Lo si è comparato alla Corte dei miracoli, e in ciò vi è qualcosa di vero. Vi sono dei debuttanti che sono disgraziati di natura e che non disperano di comparire dinanzi all'apparecchio. Qualche volta sono ricompensati, perché gli americani ricercano la verità anche nei minimi dettagli. Sanno di poter trovare, all’occorrenza, un gobbo o uno storpio. I senza impiego non l’ignorano e sfilano dinanzi al «casting director›› e si fanno iscrivere.
Del resto gli americani non si stupiscono di nulla. Se un essere completamente deforme chiede di «girare› lo iscrivono. E' curioso constatare che un essere con un'infermità, diremo così, originale ha più probabilità di lavorare che non una bella figura elegante, dal sorriso delizioso.
Ho detto più sopra che le giovani belle abbondano ad Hollywood. Si è tanto raccontato come debuttano le grandi artiste, che le sconosciute sognano di avere la stessa fortuna. Queste donne graziose vengono da tutte le parti. Si scoprono, fra le belle sollecitatrici, delle piccole impiegate stanche di stare negli uffici; qualche figlia di buona famiglia, che non ha voluto ascoltare i consigli dell'esperienza; danzatrici o comparse del “music hall”; signorine che hanno obliato ogni cosa per sperare in un avvenire migliore. Le une e le altre non sono molto felici, perché non simpatizzano fra di loro, sono gelose e devono dar prova di una costanza ammirevole. Se le interrogate singolarmente, vi accorgerete presto che hanno una grande opinione di sé stesse, e saprete che la loro capacità è uguale a quella di Mary Pickford, Gloria Swanson o Pola Negri. D’altronde sembrano dotate di ottime qualità e vi stupite che possano lavorare ad intervalli tanto lunghi. Ma è che il numero è troppo grande e che è impossibile farle lavorare tutte. E, poiché sono uguali, dal punto di vista della bellezza e della fotogenia, devono fidare soltanto nella loro fortuna personale. E' come alla lotteria: o guadagnano o perdono. Vi sono di quelle che invecchieranno facendo sempre le comparse, pur avendo le qualità di coloro che arriveranno.
A Hollywood si osserva pure che non tutti i debuttanti hanno la stessa costanza. Certuni insistono alcune settimane, altri mesi, altri lunghi anni. Bisogna distruggere anche la leggenda che la vita a Hollywood sia a buon mercato. Invece è molto cara e spesso una comparsa ch'è graziosa e ben vestita si accontenta di colazioni poco sostanziose. Spesso girano male. Gli uomini hanno la risorsa di impiegarsi nelle amministrazioni, sebbene non vi si rassegnino se non forzati dal bisogno. In quanto agli incorreggibili, si direbbe che hanno preso gusto alla miseria.
Hollywood non è un paradiso per tutti, ed è da augurarsi che questa verità penetri bene in coloro i quali s'immaginano che il cinema sia accessibile a chiunque sogna la gloria e la fortuna.
I. P.
CINE SORRISO ILLUSTRATO PER IL PUBBLICO CINEMATOGRAFICO Anno VI – N. 15 – 13 Aprile 1930 (VIII)



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