domenica 3 aprile 2016

Hitchcockiana

Il cinema di Alfred Hitchcock è già stato suddiviso in due periodi: quello inglese e quello americano. Questa facile suddivisione è dovuta alla migrazione del nostro in terra statunitense agli inizi degli anni quaranta del secolo della bomba atomica, chiamato all’ombra di David O. Selznick. Con vista più acuta il periodo inglese è stato infoltito anche stando sotto la bandiera a stelle e strisce: da Foreign Correspondent  (Il prigioniero di Amsterdam)del 1940 a Frenzy del  1972. E’ questa una suddivisione sbrigativa essendo in realtà l’Inghilterra divenuta, all’alba del secondo conflitto mondiale, uno stato incorporato nella bandiera da poco citata, regina Elisabetta compresa. Lo diciamo soltanto poiché la sudditanza traspare anche dalle opere e dagli interessi di Mr. Hitchcock. La filmografia è ancora suddividibile secondo i propri gusti: la commedia, il poliziesco, il thriller, lo psicanalitico e lo spionistico. Quest’ultimo è assimilabile al genere avventuroso dove le azioni si svolgono in vari paesi di diversa cultura o, meglio, con Poteri diversi, anche religiosi. Ancora: è il genere dove il regista si è lasciato andare alla deriva, sembrando quasi un componente dell’ufficio stampa della CIA o, se vi pare, dell’Alleanza Atlantica. In queste occasioni e in molti altri film la colpa è riconducibile alla meschinità degli sceneggiatori, aggiungendovi, Hitchcock di suo, la volontà di un lauto compenso.  Contrariamente a molti autori per capire i lavori di Alfred Hitchcock non servono monografie o saggi critici basta la lunga intervista che questi ebbe con il suo collega francese Francois Truffaut; per il resto ognuno può districarsela da sé vedendovi quello che gli pare. Qui interessa sottolineare accanto alle influenze filmiche di natura espressionista anche quella sentimentale e collaborativa di natura revilliana, richiamando con questo termine la presenza costante di Alma Reville, meglio conosciuta come signora Hitchcock. Ma c’è un aspetto nelle sue opere migliori (The Lodger, Murder, Shadow of a Doub,Psyco) che il libro di Truffaut non mette bene in risalto ed è quello umano e compassionevole che molte volte chiama in campo un autore secondo noi molto vicino ad Hitchcock: Carl T. Dreyer.

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