mercoledì 2 dicembre 2015

Setsuko Hara

Vari post addietro, senza nessuna coscienza, abbiamo definito L’idiota (1951) di Akira Kurosawa il più bel film della storia del cinema. Oggi ritorniamo a Kurosawa e a quel film per ricordare Setsuko Hara. Il cinema di Akira Kurosawa è essenzialmente un cinema di uomini, ciò non toglie che le due principali figure femminili uscite fuori dalle sue opere siano state interpretate da Setsuko Hara. La prima volta con Non rimpiango la mia giovinezza del 1946 e successivamente con L’idiota. Nel primo Setsuko Hara vi interpreta il ruolo di una giovane donna benestante che per rimanere fedele ai suoi ideali ed al suo innamorato, alla morte di questi, rinuncia a tutto e si confina nelle montagne per stare accanto ai genitori, coltivatori di riso, del suo amato. Il secondo ruolo è il più difficile per la carriera di un’attrice: portare il volto, con la sua forza devastante, del personaggio letterario, secondo solo ad Anna Karerina, della Nastas’ja Filippovna uscita dalla penna di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. E qui ci giungono utili le parole a proposito della bellezza  “ che può salvare il mondo “,sconfinanti nel volto di Setsuko Hara. Fin qui Kurosawa.

Setsuko Hara è citata molto più spesso per le sue collaborazioni con Yasujiro Ozu e Mikio Naruse e per brevità non continuiamo col lungo elenco dei registi. Il mondo femminile nel cinema è fatto di seni, cosce e … continuate voi il vostro elenco personale. Quelle che hanno la testa sulle spalle vengono ricordate meno. L’unico accostamento che possiamo fare con l’attrice giapponese  è Alida Valli, se non altro per essere andate davanti alla cinepresa nello stesso anno, badando a stare sempre lontane dai flash e dai cortili. Per trovare protagoniste di questo calibro bisogna risalire agli anni del muto e non vale nessun elenco di bravura per ricordarle, tutte belle, tutte brave, tutte immortali, dalle svedesi che presero parte ai film di Victor Sjostrom a Francesca Bertini, da Lilian e Dororthy Gish a Lil Dagover, da Louise Brooks a Pina Menichelli.
Tornando a Setsuko Hara la ricordiamo, per finire, ne Il ballo nella casa degli Anjo  (1947) di Kōzaburō Yoshimura: qui lei porta le fattezze di tutta la sua vita: fedele a chi le sta vicino, verginale fino alla morte.

qui di seguito un breve estratto da Il tempo del raccolto del grano (麦秋, Bakushū) del 1951 diretto da Yasujiro Ozu


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