Relazione
sul film:
TITANIC
“ la nave che non poteva affondare “
Venerdì
27 febbraio 1998, la scuola media di Platì si è recata al cinema “ Vittoria “
di Locri per la visione del film “ Titanic “. A chiunque ci chiedesse cosa ne
pensiamo del film ripeteremmo che è stato un “ escursus “ di sentimenti,
emozioni, sensazioni che si sono susseguite dalla prima fino all’ultima scena.
Il Titanic, maestoso transatlantico mai visto prima per dimensioni e conforts,
affondò il 15 aprile del 1912, schiantato da un iceberg. Aveva a bordo 2200
persone, di queste solo 700 trovarono scampo e salvezza sulle scialuppe.
La
storia d’amore, che si intreccia nella trama tragica del film, tra due giovani
ragazzi di diversa estrazione sociale Jack e Rose, mette a nudo tanti sentimenti
che a volte elevano la dignità umana, altre la fanno “ affondare “ nel baratro
dell’egoismo e della prepotenza.
Sono
tante le scene, come prima dicevamo, cariche di emozioni: l’amore dei due
ragazzi, il coraggio di Ros di abbandonare la vita comoda e agiata dei ricchi;
la prepotenza del fidanzato di Rose; la boriosità della madre di lei, che pur
di salvare la propia posizione sociale, ormai al margine del fallimento,
costringe la figlia ad un fidanzamento senza amore; la solidarietà di Jack fino
al sacrificio estremo.
Ma
quello che profondamente ci ha colpito è la profonda differenza di trattamento
tra nobili e povera gente, che da tutto per tutto, pur di varcare l’oceano e
trovarsi “ nella ricca terra d’America “. La scena dei cancelli chiusi per salvare
prima i ricchi e poi, se fossero rimaste scialuppe, gli altri cioè i meno
fortunati, ci è rimasta impressa come una lama nel cuore e ci a fatto meditare:
“ Quando mai ci sarà uguaglianza tra gli uomini “? Gli scienziati, che erano alla ricerca del
famoso gioiello “ il cuore dell’Oceano “, rimangono esterrefatti sentendo il
racconto di Rose, dimenticano lo scopo primario delle loro ricerche; meditano e
fanno meditare anche noi spettatori.
Rose,
ormai centenaria, conclude il film, restituendo all’immensità dell’Oceano quel
gioiello che gelosamente insieme ai suoi
ricordi aveva custodito per tanto tempo. Questo film ha colpito soprattutto,
noi ragazze e ha suscitato profondi ripensamenti sulla caducità delle cose, e
sull’infinito valore di ogni creatura di Dio, ma ci ha fatto innamorare ancora
di più di quel bellissimo ragazzo che è Leonardo Di Caprio, che già avevamo
tanto ammirato e ritagliato da riviste e giornali per incollarlo sulle pagine
dei nostri diari.
Grazie
Signor Preside per averci permesso di rivedere il nostro idolo.
La III a C
tratto
da IL GIORNALINO numero unico
della
Scuola Media Statale “ D. Perri “
Platì
- Cirella a. s. 1997/98
Di mio non posso fare a meno che citare questa canzone di Francesco De Gregori quando ancora non nascondeva la nuca con cappelli e cappellini
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