OGGI
Siamo
sul finire degli anni cinquanta del secolo scorso. Ancora devono venire fuori
alcuni giovani autori che cambieranno la faccia al Cinema per Eccellenza: il
western. In quei tempi John Sturgess,
uno dei massimi direttori per questo genere, confeziona un film che visto oggi
presenta delle attrattive che definiamo, con un’espressione dei giorni nostri,
intriganti.
Tutto
merito di un paesaggio quanto mai selvaggio e di due attori, Robert Taylor e
Richard Widmark, recuperati ormai avanti con gli anni. Era consueto in quel periodo
affiancare una giovane e bella ragazza con un maturo eroe degli anni andati. Qui sono Robert Taylor e Patricia
Owens, altrove Gary Cooper con Julie London, per non tacere del “ duca “ John
Wayne con Angie Dickinson. Aggiungete a questi due vecchi infantilmente
innamorati qualche altro caratterista con problemi freudiani e il soggetto
galoppa fino alla resa finale.
Il
35 mm impresso col cinemascope, ancora di più con le luci date da Robert
Surtees, sul grande schermo del cinema Garden
di via Antonio Martino o dell’ Odeon
sul “ Viale “ di certo facevano bella
mostra di sé; il piacere era sedersi nella prima fila sotto lo schermo
possibilmente nella poltrona centrale.
In
Sfida neIla città morta ( The Law and Jack Wade, 1958) i tre del
nostro titolo incattiviti tra di loro partono per recuperare un bottino sepolto
in un cimitero. Non è la fossa anonima accanto a quella di Archie Stanton resa
celebre a causa di tre altri sciagurati che si contendono il contenuto sepolto
sotto la sabbia. Nel titolo di quel film fu oscurata la Bella e messo in mezzo
il Brutto che andava per nome: Tuco, Benedicto, Pacifico, Juan Maria Ramirez.
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