OGGI
Luigi
Mittiga, pardon Mandrin, è uno che ruba ai ricchi per dare ai poveri (forse).
Diventato il boss del contrabbando fa innamorare di sé la locandiera Rosetta ma
con l’inganno si prende anche la favorita del re. Inutile dire che dopo varie
vicende avventurose tutto si sistemerà per non lasciare l’amaro in bocca agli
spettatori.
Raf
Vallone nel 1951 prese parte a questo Mandrin
e al Cristo proibito di Curio
Malaparte, il quale fece bene a doppiarlo (da Emilio Cigoli) provvisto com’era
l’attore di una voce alquanto insipida.
E’ pure malfermo per poter renderci le gesta di personaggi avventurosi. Silvana
Pampanini è un tronco di giovane betulla con due
melograni sul davanti, oggetti di attrazione per Mario Soldati via Mario Montuori,
la quale è sorpresa sempre dall’alto delle scale per la gioia dei signori
adulti come degli adolescenti presenti in sala, specie se parrocchiale. Nella
recitazione la vincono gli attori francesi, il film è una coproduzione,
comunque le due compagini pur
esprimendosi nella propria lingua filtrano bene, meglio di tutti se la cava
Vinicio Sofia, voce nota del doppiaggio. Mario Soldati confeziona il tutto con
Vittorio Nino Novarese e lo scrittore Giorgio Bassani, senza dimenticare
Augusto Frassineti. Nino Novarese, che finì la sua carriera a Hollywood, è pure
l’artefice dei costumi, forse il pregio del film. La musica rutilante ed
operettistica è di Mario Nascimbene.
Non
riesco a soddisfare la mia curiosità circa la casa produttrice del film:
Industrie Cinematografiche Sociali. Chissà cosa intendevano fare nel sociale
dell’epoca, in un’Italia appena uscita dalla guerra e ancora da ricostruire. Si
adattava meglio al Cristo proibito
che invece era prodotto dalla Excelsa film. A proposito oltre il Vallone, ai
due film citati prese pure parte Gualtiero Tumiati.
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