domenica 19 ottobre 2014

Le Industrie Cinematografiche Sociali

OGGI 

Luigi Mittiga, pardon Mandrin, è uno che ruba ai ricchi per dare ai poveri (forse). Diventato il boss del contrabbando fa innamorare di sé la locandiera Rosetta ma con l’inganno si prende anche la favorita del re. Inutile dire che dopo varie vicende avventurose tutto si sistemerà per non lasciare l’amaro in bocca agli spettatori.
Raf Vallone nel 1951 prese parte a questo Mandrin e al Cristo proibito di Curio Malaparte, il quale fece bene a doppiarlo (da Emilio Cigoli) provvisto com’era l’attore di una voce  alquanto insipida. E’ pure malfermo per poter renderci le gesta di personaggi avventurosi. Silvana Pampanini è un tronco di giovane betulla con due melograni sul davanti, oggetti di attrazione per Mario Soldati via Mario Montuori, la quale è sorpresa sempre dall’alto delle scale per la gioia dei signori adulti come degli adolescenti presenti in sala, specie se parrocchiale. Nella recitazione la vincono gli attori francesi, il film è una coproduzione, comunque  le due compagini pur esprimendosi nella propria lingua filtrano bene, meglio di tutti se la cava Vinicio Sofia, voce nota del doppiaggio. Mario Soldati confeziona il tutto con Vittorio Nino Novarese e lo scrittore Giorgio Bassani, senza dimenticare Augusto Frassineti. Nino Novarese, che finì la sua carriera a Hollywood, è pure l’artefice dei costumi, forse il pregio del film. La musica rutilante ed operettistica è di Mario Nascimbene.
Non riesco a soddisfare la mia curiosità circa la casa produttrice del film: Industrie Cinematografiche Sociali. Chissà cosa intendevano fare nel sociale dell’epoca, in un’Italia appena uscita dalla guerra e ancora da ricostruire. Si adattava meglio al Cristo proibito che invece era prodotto dalla Excelsa film. A proposito oltre il Vallone, ai due film citati prese pure parte Gualtiero Tumiati.


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