lunedì 23 settembre 2013

Vattene Eugenio

OGGI
AL CINEFORUM PEPPUCCIO TORNATORE

“ Erano loro a darmi il senso, la misura della distruzione morale del paese: i bambini “.
Vittorio De Sica L’avventurosa storia del cinema italiano raccontata dai suoi protagonisti 1935 – 1959 a cura di Franca Faldini e Goffredo Fofi, Feltrinelli

   Luigi Comencini ha diretto spesso l’obiettivo della cinepresa verso il mondo dell’infanzia. Prima e dopo di lui altri registi hanno guardato ai bambini: Vittorio De Sica, il buon Peppuccio ed ultimo Kim Rossi Stuart. Il modello per tutti è da ricercare in quello che ancora rimane il capolavoro: Il  monello ( The kid ) di Charlie Chaplin del 1921.
   Di Comencini si ricordano in particolare: Proibito rubare in epoca neorealista, Incompreso a metà degli anni ’60, Un ragazzo di Calabria, successivo all’Eugenio ed anche il celebre Pinocchio confezionato per la TV.
   Nel 1980 quando girò Voltati Eugenio, sceneggiato con Massimo Patrizi, rivolse l’attenzione verso una coppia disastrata di ex sessantottini incapaci di tutto ma sopra ogni cosa di amare. In questo non erano i soli a rifiutare Eugenio; uniti a loro vi erano i genitori della coppia. L’unico che apre gli occhi al bambino e lo scarica nella strada è “ baffo “ ( Memé Perlini ). Tutti si preoccupano, tutti lo cercano ma le attenzioni ed i desideri sono rivolti oltre Eugenio.
   Chiara è la scena che si svolge nella caserma dei carabinieri ( genitori anche loro ) compreso il dialogo tra “ baffo “ ed il maresciallo. Giudicate voi quella realtà ancora immutata; è cambiato solo il modo di registrare i bambini per mezzo di camere: “ baffo “ parla di super otto, oggi si ricorre al digitale.


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