giovedì 26 settembre 2013

La bella ed il gladiatore




OGGI


Fabiola di “ mastro “ Alessandro Blasetti è principalmente la storia della Universalia Film e di Salvo D’Angelo suo conducente. Salvo D’Angelo da buon siciliano all’antica era legato al Vaticano ed al Banco di Sicilia ed attraverso questi due “ Enti “ razzolava i soldi da investire nelle produzioni cinematografiche.
 Nel 1949 la Universalia e Salvuccio si assicurarono il fallimento artistico di Fabiola, per contro ebbero il riconoscimento ed i dovuti osanna di tutto il mondo per la produzione di quello che ancora oggi rimane il miglior film italiano di tutti i tempi: La terra trema di Luchino Visconti.
 Martin Scorsese nel suo Viaggio in Italia ricorda il  lavoro di Blasetti come il film della sua infanzia, catturato dalle lotte dei gladiatori e dei martiri cristiani masticati dai leoni.
 Oggi si arriva a stento al suo finale tanto è prolisso di scene inutili. Mario Mattoli nelle sue memorie dice che mentre il “ mastro “ andava avanti e indietro per le arene calzando i soliti stivaloni, ebbe il tempo di confezionare sette film, che nessuno per altro rammenta più. I difetti sono tutti da riscontrare in quel ammasso variopinto di sceneggiatori, che coprivano tutto l’arco costituzionale, chiamati a comporre le parti sceniche.
  Quel che  ancora di Fabiola regge accanto a schegge di buon cinema sono le apparizioni di alcuni attori: Michel Simon, Gino Cervi, Paolo Stoppa e perfino il protagonista maschile Henri Vidal bello e prestante quanto bastava. Delude Massimo Girotti, per una volta tanto, che vi interpreta la parte di Sebastiano, e ben prima del Sebastiane di Derek Barman, con tratti gay per usare una classificazione moderna, insensibile al fascino muliebre di Elisa Cegani.
  Sorprendono, accanto allo svestimento di alcune comparse femminili sulla croce, che irritò la parte vaticana della produzione, alcune angolazioni fatte da Blasetti a Michéle Morgan, con le luci date da Mario Craveri, che la rendono più carina e sensuale di quanto non fosse, scene anche queste poco gradite al Centro Cattolico Cinematografico.
  Del resto se ritorno infante all’infanzia sono d’accordo con Scorsese e mi entusiasmo come se fossi dentro il cinema Loreto di Platì sognando elmi, corazze, spade e reti che intrappolano il gladiatore avversario.
 








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