mercoledì 5 agosto 2020

La seconda vita dell'attore




In ognuno che esercita un'arte si opera una deformazione professionale che è tanto più forte quanto più è raggiunta una personalità. Cosi avviene allo scrittore di proporsi di continuo problemi generali, storici, di costume, di morale; al pittore di scorgere il mondo come un insieme di volumi e di atteggiamenti trovando in essi i sostegni della sua concezione della vita e dell'arte; allo scultore di fondarsi su una certa qualità di forza fisica, e quasi bruta che lo soccorre nella sua lotta con la materia.
Negli artisti del cinema, per il fatto di procacciarsi una popolarità per mezzo della finzione e d'una finzione che ha bisogno di infiniti collaboratori, si nota un carattere continuamente sospeso a cause esteriori che essi non sono in grado di provocare né di dominare: dipendono essi dal direttore di produzione, dal regista, dall'operatore, dal truccatore, dal vestiarista, dall'uomo del montaggio, dall'ufficio pubblicità. Sono come bambini che hanno bisogno dei grandi. Solo che questi bambini del cinema non cresceranno mai e avranno sempre bisogno di qualcuno che fabbrichi la loro gloria. Gli attori del cinema sono del semplice materiale di cui si serve un creatore e un inventore di drammi e di emozioni.
Si accorre verso questo impresario di emozioni come verso qualcuno capace di dare una seconda vita e le miracolose parole per cui ci si trasforma in un’apparizione. Avendone avuto il sospetto, interrogai una volta varie attrici che lavoravano a un film. Quasi tutte mi confessarono di subire durante il lavoro un trasporto istintivo verso il maestro di scena nel momento stesso in cui si trovavano sotto il suo potere. Quasi sempre in questi momenti il maestro di scena dà del tu, quasi sempre l'ubbidienza o la riluttanza dell'attrice ha qualcosa della sottomissione o del capriccio amoroso; sempre si stabilisce un rapporto d'un erotismo tutto speciale tra il creatore e la creatura, e uno vince e l'altro si sottomette. Questa trasformazione è uno dei momenti più interessanti del lavoro cinematografico e contiene una certa parte di mistero, come in ogni operazione creativa.
CORRADO ALVARO
Film D'OGGI Anno 1 - n. 1 - 9 giugno 1945

In apertura Alida Valli sulla copertina di FILM, 14 marzo 1942 XX

sabato 25 luglio 2020

Incubo, una sorpresa dietro l'altra


Incubo
di Tim Whelan

Un esperto di produzione americana invitato qualche tempo fa a parlare ai soci dell' Associazione Culturale Cinematografica diceva che il costo più basso di un film in America è di 20.000 dollari e che di questi film, realizzati nel giro di una settimana, se ne producono molti a Hollywood soprattutto per il mercato interno. Ebbene, io confesso la mia debolezza per i film di 20.000 dollari che in maggior parte poi sono quelli di cow-boys, con Ken Maynard, con John Wayne, per intenderci. 
Incubo è certamente uno di questi film da 20.000 dollari. E' concepito con la tecnica dei western. La stessa ingenuità, lo stesso calore infantile, ma anche un senso preciso ed innato dello spettacolo cinematografico: una sorpresa dietro l'altra, inseguimenti, rapine, eccetera. In tal senso, Incubo non è tutto da buttar via. C'è l'apparizione di un morto in una stanza, una gita notturna in a automobile su una grande autostrada, alcuni esterni di carta pesta, ma veri. Tutte scene che, ripeto, non sono da buttar via.
Diana Barrymore, la protagonista femminile, è la figlia del grande John. Ma è priva di qualsiasi requisito: tra l'altro è anche brutta e poco fotogenica.
Brian Donlevy è una nostra vecchia conoscenza. Ha sostenuto sempre ruoli gangster e di cattivo. Forse per questo, anche in Incubo, nonostante che sostenga un ruolo diverso, si muove e recita ancora legato ai suoi soliti schemi.
GIUSEPPE DE SANTIS*
Film D'OGGI Anno 1 - n. 1 - 9 giugno 1945

* Giuseppe De Santis (1917 –1997) è stato un regista, sceneggiatore, critico cinematografico noto per aver diretto tra gli altri Caccia tragica, 1947, Riso amaro, 1949, Roma ore 11, 1952.


domenica 19 luglio 2020

Punishment Park

I suspect that Watkins cautionary fable is really a wildly sincere desire to find his own ultimate punishment”. The New York Times



1970. THE WAR in Vietnam is escalating. President Nixon has decided on a secret bombing campaign of Cambodia. There is massive public protest in the United States and elsewhere. Nixon declares a state of national emergency, and - we presuppose in the film - activates the 1950 Internal Security Act (the McCarran Act), which authorizes Federal authorities, without reference to Congress, to detain persons judged to be “a risk to internal security”.
.................


Judge: Are you familiar with Saint Thomas Aquinas?
James Arthur Kohler. Pacifist. Age 20: Yes, I am.
Judge: I think he had this to say about a just war.
He laid down a proviso for a just war, he said this: That war must be decided upon legitimate authority and, secondly, that its objective must be to vindicate justice and that, thirdly, it must be waged with a just intent.
This was during the 12th Century, before this present time.
He understood what a just war meant.
Can't you understand that the policy in Indochina is even justified by a 12th Century philosopher?
James Arthur Kohler: Those provisos came from Saint Augustine originally, and Saint Augustine had a fourth proviso which shows
the total absurdity of considering any war just:
That a war must be waged under the control of a loving disposition, that no man is fit to inflict punishment
until he has banished hate from his heart.

Giudice: Ha letto San Tommaso d'Aquino?
James Arthur Kohler. Pacifista. Età, 20 anni: Si.
Giudice: Ha scritto ciò su una guerra giusta.
Ha messo queste condizioni a una guerra giusta: Innanzi tutto, un'autorità legittima deve deciderne.
secondo: il suo obiettivo deve essere difendere la giustizia, e terzo, deve muoversi con un'intenzione giusta.
Lo ha scritto nel XII° secolo prima della nostra epoca.
Sapeva cos'era una guerra giusta.
Non capite che la nostra politica in Indocina è persino giustificata da un filosofo del XII° secolo.
James Arthur Kohler: E' Sant'Agostino che, per primo, ha messo questa condizione.
Ma dimostrava in seguito l'assurdità della possibilità di una guerra giusta.
Per lui, la guerra deve essere condotta con un cuore pieno d'amore, nessun uomo può infliggere punizioni prima d'aver bandito l'odio dal suo cuore.
Peter Watkins, Punishment Park, 1970

mercoledì 8 luglio 2020

Maestro forever

REGGIO CALABRIA

PALERMO

TAORMINA 1984

Foto L. Mittiga

domenica 5 luglio 2020

Blood, lies & sadness



The point is the cardiologist can see it coming, the heart attack, from the tests.
lt's in the blood.
But Who can see the lies? Or the past, or the sadness?

Il punto è che un cardiologo è in grado di prevedere un infarto dalle analisi.
E’ nel sangue.
Ma chi vede le bugie? O il passato, o l'infelicità?
Steven Soderbergh, Contagion, 2011


mercoledì 1 luglio 2020

Miracoli da comparse


(Nel cinema) le seconde parti e le comparse non svengono mai e non piangono. A che scopo? Non circonda costoro l'attenzione cui si scaldano i primi ruoli lusingati a ogni rappresentazione da una corte osannante, e che hanno anche il diritto di dare spettacolo della loro debolezza. Ma una volta vidi un piccolo ruolo divenuto enormemente importante. Era una ragazza di diciannove anni che non si sapeva muovere e non sapeva dire quattro parole in fila. Questa volta doveva posare quasi nuda. Questa figliuola senza qualità tirò fuori tutto il suo tesoro che le aveva dato la mamma, i bellissimi capelli lunghi, le spalle bene modellate; arsero a scaldarla decine di migliaia di candele; e davanti agli occhi professionali degli operai, direttore, aiutanti, tra il silenzio di mistero che s`era creato nello studio, parve che ella compisse un sacrificio, qualcosa di molto antico, d'un rito barbarico. Fu la sua grande giornata, e per molte ore dopo la poveretta fu scossa da un lieve tremito continuo.
CORRADO ALVAROCinema nel marzo 1937




giovedì 25 giugno 2020

Alberto Casanova nientepocodimeno al cine LUX


 


ALBERTO SORDI
Seduttore 1954
Il moderno Casanova vi insegnerà ad amare le donne: un metodo
particolare (non seguirlo è bene)

Il povero Alberto Sordi è nei guai: nientepocodimeno alle prese con Lea Padovani, Lia Amanda e Jacquelin Pierreux, da lui amate con uguale intensità ma con modi diversi, anzi in contrasto con il carattere delle donne che seduce: con la «leggera» fa il romantico, e con l’«onesta» fa l’intraprendente: gli equivoci ed i putiferi non finiscono più.
Povero Alberto, seduttore novecento.
Avventure spassosissime ma non senza satira per il mondo «vitellonesco» di ogni giorno ve le racconta Alberto Sordi ne «Il seduttore» sotto l’abile regia di Franco Rossi il quale si è ispirato ad un noto lavoro teatrale di Diego Fabri.
Per i suoi ammiratori messinesi -- a falangi dopo lo strepitoso successo personale de «I Vitelloni» - il simpatico «campanuccio» ha voluto serbare una gradita sorpresa: stasera alle 21,30 sarà presente in sala al Cine Lux per la prima nazionale di questo colosso della cinematografia italiana che i signori Sterarntino e Crisafulli non hanno voluto lasciarsi sfuggire per il loro signorile locale, risplendente di luci e olezzante di fiori questa sera per un «avantprima» eccezionale, alla quale si accede con posti prenotati.
Le avventure di questo «Casanova novecentocinqucuntaquattro» saranno più apprezzate: basta girare la sguardo per vedere in carne ed ossa il simpatico interprete che ha superato se stesso.
Alberto Sordi giungerà nel pomeriggio da Catania dove sotto la regia di Zampa sta girando «L'arte di arrangiarsi», su sceneggiatura del compianto Vitaliano Brancati.
GAZZETTA DEL SUD, 16 - 10 - 1954