1989. Maestro Morricone arrived in Palermo with Giuseppe Tornatore to give a lecture on the connections between music and cinema. In the opening the Maeatro read a text addressed to him by Pier Paolo Pasolini.
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
martedì 1 maggio 2018
lunedì 30 aprile 2018
People rarely say the real reasons for things
People rarely say the
real reasons for things.
Big corporations never
do.
Just politics...
plain bureaucratic politics.
Le persone raramente dicono le vere ragioni della cose.
Le grandi aziende non lo fanno mai.
E’ soltanto politica.
Politica chiaramente burocratica.
Haskell Wexler, Medium Cool (1969, America, America, dove vai?)
mercoledì 25 aprile 2018
mercoledì 18 aprile 2018
The thread is broken
My love ...
Where did your story
begin?
When you were born?
Then she starts in
horror.
At the birth of your
father?
Then she begins a
great love story.
I say that your story
begins with a promise that will break the thread of anger.
Thanks to you, today I
finally managed to do it.
The thread is broken.
And I can finally take
the time to rock you in my arms... and softly sing you a lullaby to comfort
you.
Nothing is more
beautiful than to be together.
I love you.
Your mother, Nawal.
dove comincia la vostra storia ?
Alla vostra nascita?
Allora comincia nell'orrore.
Alla nascita di vostro padre ?
Allora inizia con una grande storia d'amore.
Io dico che la vostra storia inizia con una promessa, quella di rompere la catena dell'odio.
Grazie a voi, finalmente oggi sono riuscita a mantenerla.
La catena è spezzata.
Finalmente posso prendermi il tempo di cullarvi, di cantarvi dolcemente una ninna nanna per consolarvi.
Niente è più bello dell'essere insieme.
Vi amo.
Vostra madre, Nawal.
Denis Villeneuve, Incendies (La donna che canta), 2010
lunedì 16 aprile 2018
1901 - 2016
André Bazin 1918 - 1958
Robert Bresson 1901 - 1999
Marguerite Duras 1914 - 1996
François Truffaut 1932 - 1984
Jacques Rivette 1928 - 2016
domenica 15 aprile 2018
Fear of the future, great patience
The new world is
established.
The power to decide
its own fate,
at least formally,
is in the hands of the
people.
The ancient,
primordial divinities
co-exist with the new
world of reason and freedom.
But how to conclude?
Well, there is no
ultimate conclusion.
lt is suspended.
A new nation is born;
its problems are
infinite.
But problems are not
resolved,
they are experienced.
And life is slow.
Going towards the
future cannot have its solution in continuity.
The work of a people knows
neither rhetoric nor delay.
Its future is in its
fear of the future.
And its fear is a
great patience.
Le nouveau monde est instauré.
Le pouvoir de décider
de son destin,
au moins formellement,
est entre les mains du
peuple.
Les anciennes
divinités primordiales
Coexistent avec le monde nouveau
de la raison et de la liberté.
Mais comment conclure?
La conclusion définitive n'existe pas,
elle reste en suspens.
Une nation nouvelle
est née,
ses problèmes sont
infinis.
Mais les problèmes
ne se résolvent pas,
ils se vivent.
Et la vie est lente.
La marche vers le futur
n'a pas de solution de continuité.
Le travail d'un peuple ne connaît
ni rhétorique ni délai.
Son futur
est dans sa fièvre du futur.
Et sa fièvre
est une grande patience.
Il nuovo mondo è instaurato.
Il potere di decidere il proprio destino,
Almeno formalmente,
è nelle mani del popolo.
Le antiche divinità primordiali
Coesistono con il nuovo mondo della ragione e della libertà.
Ma come concludere?
Ebbene la conclusione ultima non c’è.
E’ sospesa.
Una nuova nazione è nata.
I suoi problemi sono infiniti.
Ma i problemi non si risolvono,
Si vivono.
E la vita è lenta.
Il procedere verso il futuro
Non ha soluzioni di continuità.
Il lavoro di un popolo
non conosce né retorica né indugi,
il suo futuro è nella sua ansia di futuro
e la sua ansia è una grande pazienza.
Pier Paolo Pasolini, Appunti per un'Orestiade africana, 1970
giovedì 12 aprile 2018
Film di Gangster - City Streets
City Streets di
Rouben Mamoulian, sceneggiato da DashielI Hammett, è la storia dli un affiliato
a una « gang ›› (Gary Cooper) che si innamora di una ragazza [Sylvia Sideny) e
l'aiuta a sfuggire alla vendetta dei « gangsters ››. Ma questo film più che al
filone nascente del film di «gangsters ›› si riallaccia al « gangster drama ››
del periodo del muto, il cui campione più famoso è Underworld. Non a caso frequenti effetti simbolici lo ricollegano
agli stessi simbolismi del filone degli «spontaneous witnesses ››: gli uccelli
attorno alla prigione in cui Sylvia Sidney è stata cacciata per non aver voluto
denunciare suo padre, le statuine di gatti nella scena della gelosia, inoltre
la parte di Sylvia Sidney era stata pensata per una grande diva del periodo del
muto in declino a causa dell'avvento del sonoro, Clara Bow: di fatto City Streets si basava su uno dei suoi primi
successi, Ladies of the Mob.
La figura centrale di Underworld è Bull Weed [George Bancroft, che ricorda più uno dei
personaggi dell'« Opera da tre soldi» di Bertolt Brecht che un « mobster ››
americano, e il film si basa soprattutto sul triangolo che si sviluppa tra Bull
Weed, la sua amica « Feathers ›› (Evelyn Brent] e un inglese alcoolizzato, « Rolls Royce ››
(Clive Brook). Soltanto con la sua sparatoria finale Underworld incominciava ad apparire come un film di « gangsters » e
mostrava una certa rassomiglianza con il finale di Scarface, il che si spiega probabilmente con il fatto che Ben Hecht scrisse la sceneggiatura di entrambi i film. Ma al di
là delle analogie esteriori è proprio la sparatoria finale a chiarire la
differenza fondamentale tra i due film: la presenza o meno del suono. Infatti
in Scarface lo spettatore viene
investito da ogni genere di aggressione auditiva: raffiche di mitra, sfrigolare
di pneumatici sull’asfalto, orge di esplosioni, in Underworld no. Mentre The
Secret Six, Little Caesar, Public Enemy e Scarface giacciono sprofondati in rumorosi e assordanti inferni
metropolitani, Underworld si svolge
in un sottomondo felpato. Come dice Robert Warshow, nel suo saggio The Gangster As Tragic Hero, « il
gangster è l’uomo della città, che parla la sua lingua e la conosce a menadito
[...] perché per il gangster c'è solo la città; è qui che egli deve abitare per
impersonificarla: non la città reale, ma quella fisica e pericolosa città
dell’immaginazione che è molto più importante, e che è il mondo moderno ». Non solo
i film di « gangsters ›› si svolgono soprattutto in ambienti urbani, strade
buie, squallidi palazzi d'appartamenti, grigi « blocks ›› allineati uno dietro
l'altro, bar, locali notturni, baracche che sporgono dai tetti con annessa una
piccionaia, stazioni di polizia, sale da biliardo, albergucci, porti e angiporti,
palestre che secernono mistero, tensione e violenza, ma sono infarciti di tutti
gli orpelli che costituiscono l'equipaggiamento della civiltà urbana, automobili,
telefoni, insegne al neon, armi, la metropolitana, la sopraelevata... (continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
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