LUIGI MITTIGA
del Cinecircolo “U. Barbaro”
Per incominciare, i
lettori sicuramente vorranno avere delle notizie precise sul tuo cinecircolo
puoi farne una breve storia?
ll Circolo di cultura cinematografica “Umberto Barbaro” è
nato nel 1972 per iniziativa dell”ARCl che è un`associazione a carattere nazionale
che opera in vari campi, dalla cultura, allo sport, al tempo libero. L`area in cui
si è sempre collocato il Circolo, che aderisce pertanto alla Unione Circoli
Cinematografici dell`ARCI, è quella della sinistra in genere; gli scopi che
esso si prefigge sono, come dice lo Statuto, “la diffusione della cultura
cinematografica, contribuire con tutte le sue possibilità allo sviluppo e alla
diffusione dell'arte e della tecnica cinematografica."
Quali sono i
programmi immediati e quale, in breve, il ciclo di proiezione relativo all”anno
in corso?
Il nostro cinecircolo vorrebbe costituire una via di mezzo
tra il cineclub, caratterizzato da opere di autori sconosciuti al grosso
pubblico, e il cinema d`art e d'essai, la cui vera finalità non deve essere
quella di proiettare opere, seppur degne, ormai consacrate dal successo commerciale,
ma opere di grandi autori molte volte rifiutate dal mercato cinematografico.
Sulla scorta di queste idee abbiamo preparato un programma vario ed interessante,
costituito da ben 25 film di ottimo livello che, ad eccezione dell`ultimo
(“Interiors” di Woody Allen) che sta a sè, come degna conclusione dell`intero
ciclo, risultano divisi in cinque sezioni: due di esse sono dedicate a due
registi veramente importanti come Sergio Citti e Louis Malle i cui films a
Messina si sono visti sporadicamente; altre due sezioni sono dedicate a due generi
tra i più antichi della storia del cinema: il western e l`horror; infine un ciclo
di sci interessanti films di prima visione. Le proiezioni avvengono al Royal.
Quali sono, secondo
te, i problemi che attanagliano il cinema in generale e quali, in particolare,
quelli del cinema a Messina?
Per farla breve, io penso che il male più grosso di cui soffre
oggi il cinema italiano sia da ascriversi principalmente alla mancanza di una
nuova legge adatta ai tempi ed alla crisi che lo percorre, la quale non faccia
però gli interessi di una piccola categoria, ma riguardi il cinema nel suo
aspetto totale. È anche evidente la carenza di nuovi autori e di nuove idee, ma
in modo particolare le strutture del cinema in questi anni sono state rose dal
parassitismo che vi è circolato intorno. I circoli, in questa crisi, possono,
anzi “debbono”, svolgere la funzione precipua di educare e sensibilizzare lo spettatore
nei confronti di questa forma d`arte che, non dimentichiamolo, è anche
spettacolo.
mensile Il Punto, ottobre 1979