lunedì 12 ottobre 2015

domenica 11 ottobre 2015

Il mondo di Apu


Riportami al tuo grembo, Madre Terra,
Riprendi il tuo figlio e accoglilo nella tua ampia tunica!
Che sia uno col suolo e che mi distenda
che mi apra totalmente, come le messi della primavera,
che prorompa dalla stretta cella del mio petto,
e che abbatta le pareti della gabbia della mente,
e che fluisca nella totale delizia
fino ai confini estremi della terra
innalzandomi e fluttuando !

Apurba Kuman Ray

in Satyajit Ray, Il mondo di Apu (Apur Sansar), 1959

giovedì 1 ottobre 2015

Ancora fuori sala


Il cinema Metropol in via Garibaldi

mercoledì 30 settembre 2015

Fuori sala


Cinema di Messina


L'Excelsior  sul viale Regina Margherita


Il Garden in via Antonio Martino


Il Lux in via Santa Marta prospiciente il LargoSeggiola

Dei tre resiste ancora il Lux, sebbene  a metà

lunedì 28 settembre 2015

Quattro risate naturali


CINECLUB MESSINA 
13 Agosto 1951

'Io gli voglio un monte di bene, e quando su che in qualche minuscolo cinema c'è RIDOLINI vado a trovarlo per farmi quattro risate naturali. Egli è un clown del circo equestre, ha  soltanto mutato il costume fiabesco a pagliuzze d’oro  per un abito dalla comicità operaia, ma la cipria sul volto e il segno profondo di bistro negli occhi gli sono rimasti, e PER FAR RIDERE  strafà  con i suo  colleghi in cappello a cono. I suoi umani sentimenti sono cosi diafani che nessuno gli scorge; combatte senza odiare, ama senza passione, ne busca  senza rancore; è dunque il vero pagliaccio passato dall’ arena al cinema. Ma s'é portato dietro quel fondo magico che é dei personaggi del circo; anche le sue bestie sono ammaestrate  e il  modo in cui agisce è pieno di  candidi trucchi del mestiere secolare. Ridolini è una specie di salta leone, di molla compressa, ogni volta che si tende mette in moto un congegno. Il successo sta nella sorpresa, tutto quello che fa  è inaspettato e decisivo,non ha mai un gesto che resti a metà, e fra lui e la macchina da presa  fanno a chi più corre, sicché le sue pellicole risultano vertiginose e attanaglianti. Afferrano con la prima scena che è già a pieno dramma, tengono stretto bombardando dl velocissimi paradossi,  e lasciano allucinati come un viaggio in tabogan.
Quando si accende la luce, ti guardi intorno e ti sembra di aver  preso terra dopo un volo stregato ..
 Paoio Cesarinl
 (Filmrivista  III. 8.  15 maggio 1946)

Ridolini pugilista (Horseshoes) 1923





domenica 27 settembre 2015

Modi e visioni




LE PHILOSOPHE ET LE CINEASTE ONT EN COMMUN UNE CERTAINE MANIERE D'ETRE, UNE CERTAINE VUE DU MONDE, QUI EST CELLE D'UNE GENERATION.

IL FILOSOFO E IL CINEASTA HANNO IN COMUNE UN CERTO MODO DI ESSERE, UNA CERTA VISIONE DEL MONDO, CHE E' QUELLA DI UNA GENERAZIONE.
J. L. G.

giovedì 24 settembre 2015

Piccoli critici in adolescenza


Relazione sul film:
TITANIC
 “ la nave che non poteva affondare “

Venerdì 27 febbraio 1998, la scuola media di Platì si è recata al cinema “ Vittoria “ di Locri per la visione del film “ Titanic “. A chiunque ci chiedesse cosa ne pensiamo del film ripeteremmo che è stato un “ escursus “ di sentimenti, emozioni, sensazioni che si sono susseguite dalla prima fino all’ultima scena. Il Titanic, maestoso transatlantico mai visto prima per dimensioni e conforts, affondò il 15 aprile del 1912, schiantato da un iceberg. Aveva a bordo 2200 persone, di queste solo 700 trovarono scampo e salvezza sulle scialuppe.
La storia d’amore, che si intreccia nella trama tragica del film, tra due giovani ragazzi di diversa estrazione sociale Jack e Rose, mette a nudo tanti sentimenti che a volte elevano la dignità umana, altre la fanno “ affondare “ nel baratro dell’egoismo e della prepotenza.
Sono tante le scene, come prima dicevamo, cariche di emozioni: l’amore dei due ragazzi, il coraggio di Ros di abbandonare la vita comoda e agiata dei ricchi; la prepotenza del fidanzato di Rose; la boriosità della madre di lei, che pur di salvare la propia posizione sociale, ormai al margine del fallimento, costringe la figlia ad un fidanzamento senza amore; la solidarietà di Jack fino al sacrificio estremo.
Ma quello che profondamente ci ha colpito è la profonda differenza di trattamento tra nobili e povera gente, che da tutto per tutto, pur di varcare l’oceano e trovarsi “ nella ricca terra d’America “. La scena dei cancelli chiusi per salvare prima i ricchi e poi, se fossero rimaste scialuppe, gli altri cioè i meno fortunati, ci è rimasta impressa come una lama nel cuore e ci a fatto meditare: “ Quando mai ci sarà uguaglianza tra gli uomini “?  Gli scienziati, che erano alla ricerca del famoso gioiello “ il cuore dell’Oceano “, rimangono esterrefatti sentendo il racconto di Rose, dimenticano lo scopo primario delle loro ricerche; meditano e fanno meditare anche noi spettatori.
Rose, ormai centenaria, conclude il film, restituendo all’immensità dell’Oceano quel gioiello  che gelosamente insieme ai suoi ricordi aveva custodito per tanto tempo. Questo film ha colpito soprattutto, noi ragazze e ha suscitato profondi ripensamenti sulla caducità delle cose, e sull’infinito valore di ogni creatura di Dio, ma ci ha fatto innamorare ancora di più di quel bellissimo ragazzo che è Leonardo Di Caprio, che già avevamo tanto ammirato e ritagliato da riviste e giornali per incollarlo sulle pagine dei nostri diari.
Grazie Signor Preside per averci permesso di rivedere il nostro idolo.
                                                                                                             
                                                                                                             La III a C
tratto da IL GIORNALINO numero unico
della Scuola Media Statale “ D. Perri “
Platì - Cirella  a. s. 1997/98





Di mio non posso fare a meno che citare questa canzone di Francesco De Gregori quando ancora non nascondeva la nuca con cappelli e cappellini