Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
mercoledì 20 maggio 2015
lunedì 18 maggio 2015
W. U. S. A.
OGGI
al Circolo di Cultura Cinematografica “ Yasujiro Ozu “
Il film più
significativo che io abbia mai fatto, forse il più importante. Paul Newman
WUSA (Un uomo oggi, 1970) è un concentrato di
americanismo o se volete della peggior America. Può stare alla pari con Nashville di Robert Altman di qualche
anno più avanti. Può stare alla pari con le opere di Sidney Pollack, Alan J.
Papula, Hal Ashby o Arthur Penn osannate più in Europa che nella loro patria di
origine. Stuar Rosemberg in quanto regista è di minore statura rispetto a
quelli citati prima. Sa usare campi, controcampi e primi piani ma questo è più
un affare del montatore che del regista.
Rehinhardt è un mezzo fallito capitato a New Orleans per
sopravvivere. Quando non è preso dall’alcol, che tracanna sempre dal thermos,
lavora per una radio o si ritira nell’affetto di una donna fragile che non ci
pensa due volte a mollarla quando gli eventi lo sovrastano, abbandonando il
campo per cercare nuovi angoli e nuovi derelitti su cui scaricare le sue
nevrosi. Dello stesso Newman come di Joanne Woodward o Tony Perkins è inutile
sproloquiare: col trascorrere degli anni diventano sempre più preziosi, sebbene
assenti.
domenica 17 maggio 2015
Gli occhi di Iginio Lardani
Al solito. Non ci sono elementi per attribuire questo prossimamente al grande Iginio. Solo il confronto con altri: il montaggio, i titoli, il ricorso alla sua arte di Enzo G. Castellari e ... l'uso magistrale della musica del Maestro, qui con Nuova Consonanza al completo.
martedì 12 maggio 2015
lunedì 11 maggio 2015
Dirty Terry
OGGI
Mc Caleb. Se prende in
mano un caso, la prima pagina è solo sua.
Debito di sangue (Blood work) è del 2002; allora Clint
Eastwood aveva appena superato i sessanta e ancora doveva sfornare alcune cose
pregevoli . Quella era l’età giusta per tirare le somme su alcuni aspetti della
sua longeva carriera. Il film in questione è fondato non solo sulla figura
dell’attore quanto sul corpo, o se volete, ancora sul viso. Clint Eastwood ha
avuto la fortuna di avere a disposizione sempre ottimi scrittori che
modellavano su di lui quanto poi sarebbe accaduto sullo schermo; per citare
solo alcuni si fanno i nomi di Michael Cimino, John Milius e Paul Haggis. Questi,
come quelli che verranno in seguito, gli danno modo di tenere sempre alti ed
aggiornati personaggi e temi. Debito di
sangue lo possiamo inserire tranquillamente nelle sue opere minori senza
scalfire la gloria del nostro. E’ un pretesto per richiamare in vita il
personaggio del poliziotto tutto d’un pezzo con origini irlandesi che se la
deve vedere con uno squilibrato che per giunta lo venera. Alla fine dirty
Terry/Harry troverà il bastone della sua vecchiaia, i cattivi che infondevano
giovinezza sono finiti per sempre, o, almeno, per il momento!
domenica 10 maggio 2015
Che cos'è un film classico
Perché un film è bello? Sebbene Benedetto Croce abbia ammesso che un film può essere un’opera d”arte, non ha mai dedicato un po' del suo tempo a dirci << quando ›> e << perché >› una pellicola è artistica. Il compito, naturalmente, è tutt’altro che facile; ma troveremo il modo di spiegarvi qual è la nostra idea sull'argomento nei limiti di un saggio breve.
Intanto si può sgombrare subito il campo da una
iniziale difficoltà. Ammesso infatti che il cinema può essere arte, ne discende
che si dovrà giudicare di una pellicola alla stessa stregua delle arti più
antiche, della letteratura e della pittura, della musica e dell’architettura,
tenendo però il debito conto delle leggi espressive caratteristiche del cinema.
Ricorriamo allora a Sainte-Beuve che, in un famoso articolo, ha cercato di definire
quando un'opera è "classica ".
Quand'è
allora che, secondo il critico dei << Lundis >› un’opera è bella? Un’opera
è classica quando essa è, evidentemente, la creazione felice di un artista
originale; quando essa aumenta in modo non equivoco il tesoro dello spirito umano;
quando scopre, senza farcela polemicamente pesare, qualche verità morale;
quando ci fa sembrare nuova qualche antica passione in quel dominio del cuore
che sembrava da lungo tempo conosciuto ed esplorato in ogni parte; quando infine
sia dotata di uno stile personale ma facile, che sembri antico ma che sia
modernissimo, e le cui eventuali novità tecniche siano facilmente accessibili a
tutti. 1951
mercoledì 6 maggio 2015
L'uomo nuovo
Quand'ero Stakanov
Angelo
Federico
A distanza di quarant'anni e passa, Angelo si merita l'affetto di sempre e un " GRAZIE DI TUTTO "
"Chi crede e vuol far credere alla globalità e all'unità, è il
potere; è il potere che per natura opera delle totalizzazioni. Frammentazione,localizzazione
e deterritorializzazione non sono perciò delle scelte puramente teoriche;sono
anche mezzi di lotta contro il potere;contro la globalità e la paranoia del
potere."
Dopo la riunione del I5 settembre sento il bisogno di rivolgere ai componenti
del direttivo Umberto Barbaro alcune considerazioni che nello stesso tempo
spiegano la mia decisione di "uscire dalla scena".
Naturalmente non si tratta di una risibile (come certo sarebbe se fosse
tale) lettera di "dimissioni ufficiali",né io,né le persone a cui mi rivolgo,almeno
spero,abbiamo mai avuto voglia di ricalcare in piccolo certi stupidi modelli. E'
solo un tentativo di comunicazione,di vedere nella giusta luce le cose. Nella
riunione,di cui sopra dicevo,è stato giudicato e rigettato il comportamento da
me tenuto in occasione della Settimana del Film-nuovo. Si è detto,che io,avendo
agito mentre nessuno agiva,avendo preso certe decisioni,quando quasi tutti
erano"assenti"sarei andato contro l'interesse del Circolo in quanto
tale. Implicitamente insomma,che correo di Chimenz avrei screditato il Circolo
come unità,come globalità.
A parte quello che ci sarebbe da dire su questa maniera di impostare le
cose che è ipocrita e verticistica,quindi cattolica e stalinista al tempo
stesso,ritengo che avvenimenti ben più gravi (leggi sovven-
zioni per l'Espressionismo) e ai confini dell'onestà e della correttezza
(leggi l'affaire Citti) avrebbero dovuto essere respinti daun collettivo che ai
tempi in cui era sorto,troppo velleitariamente, alcuni di noi ci eravamo
affrettati a definire: "struttura aperta, strumento disponibile per i
bisogni e le sollecitazioni della comunità in cui opera."
Credo che più coerente sarebbe stato,rinnegare il ciclo
sull'Espressionismo tedesco,anche quello organizzato nella latitanza più
assoluta e a volte con l'ostruzionismo della maggior parte del direttivo,anche
quello quindi non attribuibile all’Umberto Barbaro in quanto tale.
Solo che allora,dopo l'avventato ciclo iniziale,allestito dal nostro Stakanov
Mittiga,in beata solitudo e di cui tutti eravamo stati avvertiti a cose
fatte,bisognava rimpinguare a tutti i costi le magre o meglio deficitarie casse
sociali. ! '
Allora dunque i "contributi"dell'Espressionismo servivano e
come! La decisione quella drastica,quella tra virgolette con minaccia di dimissioni
ufficiali da parte del presidente è venuta al momento
opportuno naturalmente e non è altro che una prova di forza,una inutile
dimostrazione di autorità.
La partecipazione infatti,alla Settimana del Film-nuovo,a quanto pare non
dell'U.Barbaro,ma di componenti del suo direttivo,non è stata di copertura alla
gestione tecnico-organizzativo della Rassegna,cui è rimasta estranea,ma,solo di
operazione culturale e si è tradotta per quanto riguarda l'esterno unicamente:
›
I- Nella preparazione del materiale informativo inerente alla Settimana.....
' .
2- Nella gestione di un incontro-dibattito su "Cinema e
Storia".
3- Nella stesura di un documento fortemente critico verso la Rassegna
tout court e rivendicativo di una serie di proposte orientate verso la
trasformazione della squallida realtà attuale della Rassegna di Messina e
Taormina.
In questa direzione,senza le contraddizioni di cui parla e sparla Mittiga,quella
stessa per cui mi è piaciuto imparare che l'uomo nuovo,prodotto dallo sviluppo
capitalistico,non può e non deve limitarsi a contemplare la realtà,ma deve
lottare per trasformarla, sono stato spinto a prendere certe posizioni in un
momento in cui il collettivo, ma forse è meglio chiamarlo,il direttivo,
sembrava non esistere più.
Tutto il male non viene per nuocere,però, se determinate "circostanze",gli hanno dato la forza per risorgere,come si dice,dalle sue ceneri e per dire
"l'Umberto Barbaro non c'era":il materiale informativo non siamo
stati noi a farlo,il Convegno neanche ce lo siamo sognato di organizzarlo,ad
esprimere le forti riserve verso l’organizzazione neanche a parlarne,il nostro
impegno per cercare di fare
della Rassegna qualcosa di culturalmente serio men che meno.
"Io non c'ero" dice dunque l’Umberto
Barbaro,che poi è la verità, non c'è stato,e quel che è peggio credo che
neanche ora ci sia,ma spero che in futuro ci sarà,e per costruire.
Questo è il mio augurio più sincero,quanto a me
sebbene grandi pregi io non abbia,i King consultati hanno risposto: "Il nobile sa cosa fare in simili circostanze,nasconde,i
suoi pregi e si ritira in segretezza."
A distanza di quarant'anni e passa, Angelo si merita l'affetto di sempre e un " GRAZIE DI TUTTO "
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