L’esperienza
che ha maggiormente contribuito a far di me un regista, è quella dell'ambiente
borghese da cui provengo. Amo anzitutto
e soprattutto la donna. Forse è perché la comprendo meglio. Sono stato allevato
tra le donne e in mezzo a esse. Michelangelo Antonioni
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
lunedì 26 maggio 2014
domenica 25 maggio 2014
Teodora e Giustiniano a Bisanzio
OGGI
Riccardi Freda
1909 - 1999
Negli anni cinquanta del secolo passato
la critica d’oltralpe prese a ben volere Riccardo Freda incensandolo oltre misura.
Questi insuperbito cominciò a confezionare prodotti che sebbene di natura
nostrale andavano più incontro ai gusti di quelli che lo elogiavano.
Teodora imperatrice di Bisanzio
(1954) oggi sembra un film di Roger
Corman, che del resto non ebbe mai a che fare con le pellicole storico-mitologiche.
Su una sterile trama è basato l’intreccio che vede la ladra Teodora
(Gianna Maria Canale) e l’imperatore Giustiniano (George Marchal) prendersi,
lasciarsi e riprendersi. Intrighi, congiure, vendette nella corte di Bisanzio
per circa un’ora e venti minuti, alla fine arrivano i nostri o meglio Belisario,
il punitore, che sistema tutto.
Sapete che vi dico per me Riccardo Freda è stato sempre un tipo fiacco
e non bastano certe imprese di regia a modificare tale giudizio; i soli a lavorare
seriamente in questa pellicola sono stati gli architetti scenografi e i
costumisti.
Per chiudere, l’unica originale bizantina nel film è Irene Papas.
mercoledì 21 maggio 2014
lunedì 19 maggio 2014
domenica 18 maggio 2014
Titoli di testa e neorealismo
Quasi tutti i titoli di testa dei film italiani portano alla voce “
sceneggiatura “ una buona decina di nomi. Non bisogna prendere troppo sul serio
questa imponente collaborazione. Essa ha prima di tutto per scopo di dare al
produttore delle cauzioni molto ingenuamente politiche: vi si trovano
regolarmente i nomi di un democristiano e di
un comunista ( come nei film di un marxista e un prete). Il terzo
co-sceneggiatore ha la fama di saper costruire una storia, il quarto di trovare
la gag, il quinto di fare dei buoni dialoghi,il sesto “ di avere il senso della
vita “ ecc. Il risultato non è migliore o peggiore che se non ci fosse un solo
sceneggiatore. Ma la concezione della sceneggiatura italiana si adatta bene a
questa paternità collettiva in cui ciascuno apporta un’idea senza che il
regista sia in definitiva tenuto a seguirla. Piuttosto al lavoro a catena degli
sceneggiatori americani, bisognerebbe accostare questa interdipendenza
all’improvvisazione della commedia dell’arte o anche all’hot jazz.
Il neorealismo e il post-neorealismo.
Il cinema italiano secondo André Bazin,
op. cit.
giovedì 15 maggio 2014
Piccoli calabresi crescono
Come è risaputo nel 1951 la provincia
di Reggio Calabria subì una delle sue periodiche alluvioni, forse la più
devastatrice, certamente la più ricordata. A seguito di quel disastro circa
trecento fanciulli partirono per il nord,per una volta non come emigranti.
Furono ospitati in una colonia sul Lago Maggiore che apparteneva alla Edison,
gigante dell’elettricità pre Enel. In quel periodo Ermanno Olmi faceva il suo
apprendistato registico girando dei cortometraggi per conto di quella fabbrica.
I bambini calabresi vennero ospitati a Suna, sul
Golfo Borromeo e furono i protagonisti del film che oggi apre la filmografia
del regista bergamasco: Piccoli calabresi
sul Lago Maggiore… Nuovi ospiti della Colonia di Suna (1953). Bastano otto
minuti e passa ad Olmi per essere già il
regista de L’albero degli zoccoli . Dopo le prime tragiche immagini di una terra
devastata, dalla colonia Vincenzino scrive ai genitori le sue impressioni di
un altro mondo molto meglio organizzato … un ‘altra bambina canta del ciucciu
mortu … il piccolo Carmelo malfermo dalla nascita dopo un intervento chirurgico
muove i primi passi e sogna di diventare capo stazione, magari a Bovalino.
Girato ancor prima dei
documentari di Vittorio De seta editati qualche post fa, quello di Ermanno Olmi
ci presenta una Calabria, che seppure vista da lontano, è una terra incitata a
sollevarsi dalle restrizioni e camminare con i propri piedi e sono i bambini a
spronarla e per questo incitamento Olmi è da ringraziare; nel suo, a tratti
facile entusiasmo, è un film che commuove: verrà De Seta e metterà un altro
punto e a capo che è ancora lì, fermo, nonostante i vari lifting di
ammodernamento attuati, per altro con i finanziamenti CEE che si spendono senza
nessuna ragione visto che ancora i giovani prendono la via dell’esodo, e non
solo loro, e il capo stazione è ormai una figura soppiantata dall’elaboratore
che mediante un programma fa andare e tornare i treni.
domenica 11 maggio 2014
L'ultimo viaggio
Top 20: Best Last Films
By Film Comment
1. L’Argent Robert Bresson, 1983
2. Gertrud Carl Theodor Dreyer, 1964
3. F for Fake Orson Welles, 1975
4. An Autumn Afternoon Yasujiro Ozu, 1962
5. Lola Montès Max Ophuls, 1955
6. Yi Yi Edward Yang, 2000
7. The 1,000 Eyes of Dr. Mabuse Fritz Lang, 1960
8. Eyes Wide Shut Stanley Kubrick, 1999
9. Love Streams John Cassavetes, 1984
10. Street of Shame Kenji Mizoguchi, 1956
11. Ivan the Terrible Part II Sergei Eisenstein, 1946
12. Tabu F.W. Murnau, 1931
13. Salo Pier Paolo Pasolini, 1975
14. A Prairie Home Companion Robert Altman, 2006
15. The Dead John Huston, 1987
16. Once Upon a Time in America Sergio Leone, 1984
17. Lilith Robert Rossen, 1964
18. Cluny Brown Ernst Lubitsch, 1946
19. Un Flic Jean-Pierre Melville, 1972
20. Imitation of Life Douglas Sirk, 1959
L'originale è qui:
http://www.filmcomment.com/article/film-comments-trivial-top-20
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