giovedì 15 maggio 2014

Piccoli calabresi crescono



Come è  risaputo nel 1951 la provincia di Reggio Calabria subì una delle sue periodiche alluvioni, forse la più devastatrice, certamente la più ricordata. A seguito di quel disastro circa trecento fanciulli partirono per il nord,per una volta non come emigranti. Furono ospitati in una colonia sul Lago Maggiore che apparteneva alla Edison, gigante dell’elettricità pre Enel. In quel periodo Ermanno Olmi faceva il suo apprendistato registico girando dei cortometraggi per conto di quella fabbrica. I bambini calabresi vennero ospitati a Suna, sul Golfo Borromeo e furono i protagonisti del film che oggi apre la filmografia del regista bergamasco: Piccoli calabresi sul Lago Maggiore… Nuovi ospiti della Colonia di Suna (1953). Bastano otto minuti e passa  ad Olmi per essere già il regista  de L’albero degli zoccoli .  Dopo le prime tragiche immagini di una terra devastata,  dalla colonia Vincenzino scrive ai genitori  le sue impressioni di un altro mondo molto meglio organizzato … un ‘altra bambina canta del ciucciu mortu … il piccolo Carmelo malfermo dalla nascita dopo un intervento chirurgico muove i primi passi e sogna di diventare capo stazione, magari a Bovalino.
Girato ancor prima dei documentari di Vittorio De seta editati qualche post fa, quello di Ermanno Olmi ci presenta una Calabria, che seppure vista da lontano, è una terra incitata a sollevarsi dalle restrizioni e camminare con i propri piedi e sono i bambini a spronarla e per questo incitamento Olmi è da ringraziare; nel suo, a tratti facile entusiasmo, è un film che commuove: verrà De Seta e metterà un altro punto e a capo che è ancora lì, fermo, nonostante i vari lifting di ammodernamento attuati, per altro con i finanziamenti CEE che si spendono senza nessuna ragione visto che ancora i giovani prendono la via dell’esodo, e non solo loro, e il capo stazione è ormai una figura soppiantata dall’elaboratore che mediante un programma fa andare e tornare i treni.

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