domenica 18 maggio 2014

Titoli di testa e neorealismo



Quasi tutti i titoli di testa dei film italiani portano alla voce “ sceneggiatura “ una buona decina di nomi. Non bisogna prendere troppo sul serio questa imponente collaborazione. Essa ha prima di tutto per scopo di dare al produttore delle cauzioni molto ingenuamente politiche: vi si trovano regolarmente i nomi di un democristiano e di  un comunista ( come nei film di un marxista e un prete). Il terzo co-sceneggiatore ha la fama di saper costruire una storia, il quarto di trovare la gag, il quinto di fare dei buoni dialoghi,il sesto “ di avere il senso della vita “ ecc. Il risultato non è migliore o peggiore che se non ci fosse un solo sceneggiatore. Ma la concezione della sceneggiatura italiana si adatta bene a questa paternità collettiva in cui ciascuno apporta un’idea senza che il regista sia in definitiva tenuto a seguirla. Piuttosto al lavoro a catena degli sceneggiatori americani, bisognerebbe accostare questa interdipendenza all’improvvisazione della commedia dell’arte o anche all’hot jazz.
Il neorealismo e il post-neorealismo.
Il cinema italiano secondo André Bazin, op. cit.

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