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mercoledì 3 febbraio 2021

domenica 1 novembre 2020

La Mia Sola Puerile Voce

Io muoio ed anche questo mi nuoce.

Ostia, 2 novembre 1995
 

mercoledì 28 ottobre 2020

Tribute to Werner Hochbaum (1899 - 1946)










 Werner HochbaumRazzia in St. Pauli, 1932. Camera: A. O. Weitzenberg

lunedì 27 gennaio 2020

Né sere né giorni di festa saranno per me liberi e beatamente vuoti.


Dopo circa cento, centocinquanta settimane in cui regolarmente ho scritto ogni settimana un «pezzo» su un libro, prendo congedo dal mio lettore, per un periodo di sosta. Per alcuni mesi sarò occupato a fare un film. È vero che mentre ero occupato a girare, a montare e a doppiare Il fiore delle mille e una notte, ho continuato puntualmente a scrivere le mie recensioni. Ma ciò si spiega prima di tutto col fatto che avevo da poco tempo iniziato questo lavoro, e c’era dunque in me uno slancio che non poteva brutalmente essere interrotto. Inoltre il film che stavo facendo, anche se terribilmente faticoso e avventuroso, era molto gradevole, e mi lasciava dunque, la sera, quasi sempre, in un’ottima disposizione di spirito. Infine ero lontano dall’Italia, in luoghi dove, appunto, la sera, o nei giorni di festa, leggere e scrivere era l'unica possibile occupazione. Ora invece mi accingo a girare quando è già il terzo anno del mio lavoro di critico militante: e mi accingo a girare un film estremamente sgradevole (De Sade e la Repubblica Sociale mescolati insieme) che certamente la sera mi lascerà sfinito e magari nauseato di lavoro; e lo girerò, oltre tutto, nel cuore dell’Italia, tra Salò e Marzabotto: né sere né giorni di festa saranno per me liberi e beatamente vuoti.
Pier Paolo Pasolini, Settimanale «Tempo» 24 gennaio 1975

lunedì 20 gennaio 2020

Joseph L. Mankiewicz vs Cecil B. De Mille


 LA LISTA NERA DEI “RIBELLI” DIFESA DA MANKIEWICZ
Il comitato direttivo del Guild forzato a dare le dimissioni.
Esso infatti esigeva dai soci la sottoscrizione di un arbitrario veto.

LA CONTROVERSIA sorta recentemente in seno all’associazione (Guild) dei registi cinematografici, è stata risolta con un personale successo di Joseph L. Mankiewicz, il quale, in qualità di presidente, ha ottenuto un completo accordo fra la maggioranza dei membri. In settembre, mentre Mankiewicz si trovava in Europa, l’associazione aveva decretato, sotto Ia guida di Cecil B. De Mille, un totale ostracismo ai membri che si fossero rifiutati di sottoscrivere una dichiarazione giurata conto il comunismo. Una lista nera dei "ribelli" era già stata approvata dal Consiglio direttivo, e copia delle deliberazioni inviata a Mankiewicz. Ma al suo ritorno a Hollywood, Mankiewicz iniziò la lotta per scalzare l’arbitraria presa di posizione. In violenti e drammatici dibattiti in cui Ceci! B. De Mille commise un grave errore tattico, alienandosi le simpatie degli elementi più conservatori, la tesi di Mankiewicz appoggiata da George Stevens, ha finalmente trionfato. E' stato deciso che nessun regista è obbligato a firmare una dichiarazione del genere suaccennato, a meno che il Governo federale Io esiga esplicitamente; la “lista nera" è stata eliminata, ed il Consiglio direttivo, che aveva provocato tale subbuglio, forzato a dare le dimissioni in massa. Interessante notare che la proposta di De Mille era stata in un primo tempo accettata a grande maggioranza: dopo l’intervento di Mankiewicz ed il favorevole appoggio di Stevens, tale maggioranza ha dato invece il suo pieno voto di fiducia alla seconda tesi.

A Broadway, intanto, mentre dura ancora l'eco dei successi di A Letter to Three Wives e No Way Out, la Fox ha presentato l’ultimo film Mankiewicz dall’indovinato titolo All About Eve (Tutto ciò che riguarda Eva). Il soggetto, scritto dallo stesso regista, presenta in una luce sarcastica, cinica, spesso satura di biliosità, il mondo teatrale di Broadway. L'ambizione di raggiungere l’apice di una ricca carriera di attrice spinge una giovane donna (Anne Baxter) ad avvicinare una strana figura di celebre donna (Bette Devis).



CINEMA QUINDICINALE DI DIVULGAZIONE CINEMATOGRAFICA ANNO III - 1950 1 DICEMBRE 
Nelle foto Gary Merrill, Bette Davis, Anne Baxter, George Sanders in All About Eve del 1950

domenica 5 gennaio 2020

市川崑




Ichikawa Kon
1915 - 2008

Screenshot from 市川崑物語Ichikawa Kon Monogatari, 2006, Shunji Iwai 

domenica 15 dicembre 2019

Valentina Cortese


Una lettera di Alessandro Blasetti

DIFENDO VALENTINA

Caro Doletti, ti devo un grandissimo grazie, da tempo: per essere stato tu il primo a segnalare quale diversa impressione abbia fatto, in sede critica, all’estero, «La corona di ferro». Fu un gesto di coraggio, quello lì, da sembrare addirittura una spavalderia, data l'aria che tirò da Venezia.
Ma stetti zitto. E per la stessa ragione che m i sconsigliò di rispondere agli inviti più o meno espliciti del nostro caro e bravo Dino Falconi e del mio affettuoso stroncatore Eugenio Giovannetti. Ad aprir bocca sull'argomento, specialmente allora, 'per quanto mi fossi riproposto di frenarmi, sarebbe stato come spalancare il malsicuro sportello di una diga: e chissà quante fesserie sarei stato trascinato a dire. Ma oggi che il tempo è passato, il grazie te lo posso mandare, e pgrosso, cumulativo: per oggi e per allora. Per oggi, soprattutto, per la stessa ragione: il tuo coraggio di contrastare con il parere dei più e dei più grossi e proposito di Valentina Cortese.
'La carriera di tutti i «miei» attori (mi illudo che siano «miei» gli attori a i quali voglio più bene) è stata sempre stranamente partecipe della mia sorte: che è quella, per fortuna, d 'essere sempre aspramente, violentemente - ma, in fondo, affettuosamente - contrastata. 
Da Cervi a Valenti, dalla Morelli alla Cegani, e perfino alla mia carissima Luisa Ferida, il loro cammino non è stato, e per alcuni non è ancora, tutto cosparso di allori e di petali di rose: ma è un buon segno.
E, tanto più la prima ostilità è forte, tanto maggiore io credo (e i fatti mi hanno dato finora ragione) è più entusiastica, poi, a quel determinato giorno, l'affermazione.
Questo volevo dirli: che l'ostilità palese con ' la quale è stata accolta oggi la piccola Valentina è, per mebuon segno: e che il tuo gesto di coraggio ti porterà, ancora una volta, ad avere avuto ragione fra i primi.
Questa può sembrare magra vittoria perché costa molto (forse la serenità degli anni migliori) e rende poco (perché, poi, perduta la loro attualità vitale, alle cose resta ben poco calore); ma per uomini come te e me, è più che sufficiente per indurci quando è il caso - a scendere in campo
Ti abbraccio.
Alessandro Blasetti
film SETTIMANALE DI CINEMATOGRAFO TEATRO E RADIO ANNO V - N. 10  7 MARZO 1942 XX
Nella foto Valentina Cortese (1923 - 2019) durante una pausa delle riprese di  La cena delle beffe, 1942 di Alessandro Blasetti

giovedì 21 novembre 2019

Pasolini/Dovzenko



Aleksandr Dovzenko, Taccuini

Sono stato in questi giorni all’università di Trieste; anzi, per essere esatto alla «Casa dello Studente», per invito, sia dell'Arci che ha organizzato l'«autogestione» della «Casa dello Studente», sia, inizialmente, di un gruppo di studenti che segue un corso sul cinema italiano degli anni Sessanta, tenuto da Lino Miccicchè.
C'erano circa settecento studenti, il grande e nudo salone era gremito; ma silenzioso, ordinato. Il tema del dibattito era un tema trattato da me, frammentariamente, proprio su queste pagine: Cultura borghese cultura marxista - cultura popolare. ….
… Oltre all’adorabile Marianne Moore, offro alla meditazione dei giovani marxisti anche il libro di un regista sovietico che, provenendo dagli anni Ruggenti del formalismo russo, ha dovuto vivere appunto il periodo del culto della personalità e del realismo socialista: Aleksandr Dovzenko. Strano, ma anche a lui che faceva film (quei pochi che riusciva a fare) sul nativo mondo ucraino, affrontando i temi della Rivoluzione attraverso la naturale concretezza realistica del poeta, da una parte, e dall’altra attraverso la squisitezza tecnica, così asciutta, netta, inventiva, priva di ogni specie di sentimentalismo, anche formale, della Scuola formalistica - anche a lui, e attraverso la viva voce di Stalin in persona, veniva consigliato di entrare in fabbrica e di vedere in un operaio comunista che vi lavorava l’unico modello umano positivo possibile.
Così il povero Dovzenko — come il suo amico Majakovskij - come i suoi colleghi più autorevoli Ejzenstejn e Pudovkin - è stato costretto per tutta la vita a difendere la sua ideologia formale adattandosi ad accettare discussioni tanto interminabili quanto cretine. Dall’altezza intellettuale degli anni Venti, in cui si era formato, è stato costretto a degradarsi a un livello intellettuale di una bassezza penosa, tutto fatto di luoghi comuni, di ricatti accademici, di confronti puerili. Dovzenko non era un uomo forte, e non era molto forte neanche come scrittore. Il suo lungo martirio, forse proprio per questo, appare in tutta la sua spaventosa miseria nei Taccuini che lo testimoniano. Il dover difendere il minimo ovvio diritto possibile di un autore, contro un’ignoranza di carattere, si, franchista o fascista, senza per questo disperatamente venir meno alla fede comunista (rinunciando a qualsiasi specie di «gesto») vale certamente la Siberia; se non è peggio.
Pier Paolo Pasolini
Settimanale TEMPO, 12 aprile 1974

giovedì 14 novembre 2019

venerdì 13 settembre 2019

Sergio Leone in comics











ORIENT EXPRESS, N. 25 ottobre 1984

mercoledì 20 marzo 2019

Hommage a Pasolini


Dans chaque image, on sent le trouble que Pasolini porte à I'écran en heurtant Ia conscience du spectateur. Ce qui scandalise, ce n'est pas l'obscénité, totalemem absente. Ce qui fan scandals, c'est plutôt la sincérité”.

In ogni immagine, possiamo sentire il fastidio che Pasolini ritrae sullo schermo colpendo la coscienza dello spettatore. Ciò che scandalizza non è l'oscenità, totalmente assente. Ciò che fa scandalizzare  è piuttosto la sua sincerità”.

Jean Renoir sur Théorème, Venise 1968

venerdì 15 marzo 2019

Рерберг и Тарковский.



The process of crafting an image is informed by the  artist's worldview.
The worldview is shaped  by the artist's time, country of residence,  his culture... his daily interactions, his unique intellectual and  physical attributes.

Il processo della creazione di un'immagine scaturisce dalla visione del mondo dell'artista.
La visione del mondo è plasmata dall’epoca dell'artista, dal paese di residenza, dalla sua cultura ... le sue influenze quotidiane, le sue tangibili caratteristiche intellettuali. Georgy (Gosha) Rerberg (1937 – 1999)

Игорь МАЙБОРОДА Рерберг и Тарковский. Обратная сторона 'Сталкера', 2009

Igor MAYBORODA Rerberg and Tarkovsky. The Reverse Side of «Stalker», 2009

mercoledì 19 dicembre 2018

Carlo Dreyer si rifà vivo


Sei fotogrammi del suo ultimo film L' ETRANGE AVENTURE DE DORIAN GRAY che bastano a far comprendere l'originalità assoluta del film che è attesissimo.
CINEMATOGRAFO Alessandro Blasetti Direttore, Mario Serandrei Redattore Capo Anno V - N.° 1, 30 gennaio 1931 IX

lunedì 8 ottobre 2018

Limelight


"Life is a tragedy when seen in close-up, but a comedy in long-shot."  Charlie Chaplin

domenica 17 giugno 2018

The Big Nation





John Ford, Rio Grande,1950

lunedì 21 maggio 2018

Stile trascendentale e sua rappresentazione




Non c’è nessuna definizione di «trascendentale» o di «stile» che possa monopolizzare il dibattito su un'opera d’arte. E quei film che utilizzano lo stile trascendentale possono essere anche analizzati, come spesso accade, all’interno della cultura o della personalità creatrice che li hanno prodotti. Sebbene il metodo critico che associo al termine «stile trascendentale» non possa vantare l’esclusiva nell’analisi di registi come Ozu e Bresson, ritengo tuttavia che esso abbia una priorità. Nella maggior parte delle pellicole l’abilità del regista nell’esprimere la propria cultura o la propria personalità è più importante della sua incapacità di trascenderle, ma quando un film sembra possedere un autentico valore trascendente, una qualità «Altra» - come avviene per Tardo autunno di Ozu o per Diario di un curato di campagna di Bresson, allora una prospettiva culturale o individuale, anche se incisiva e penetrante, risulta insufficiente perché finisce giocoforza per trascurare la qualità unica dello stile trascendentale, ossia la sua capacità di trascendere appunto cultura e personalità. C’è una verità spirituale che può essere raggiunta solo disponendo in modo neutro oggetti e immagini gli uni a fianco alle altre, e a questa verità non è possibile arrivare con un approccio soggettivo, individuale o culturale.
Lo studio dello stile trascendentale rivela «una forma universale di rappresentazione». Le differenze tra i film di Ozu, Bresson e Dreyer sono perciò di tipo culturale e personale, mentre le loro affinità sono di tipo stilistico, e costituiscono un modo comune di esprimere il trascendente nel cinema.
Paul Schrader, IL TRASCENDENTE NEL CINEMA, donzelli editore, 2010

mercoledì 2 maggio 2018

Cinematographer of life



Haskell Wexler
1922 - 2015

lunedì 16 aprile 2018

1901 - 2016


André Bazin 1918 - 1958


Robert Bresson  1901 - 1999


Marguerite Duras 1914 - 1996


François Truffaut 1932 - 1984


Jacques Rivette 1928 - 2016