David Byrne, Talking Heads, John Goodman, True Stories, 1986
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
mercoledì 26 dicembre 2018
giovedì 20 dicembre 2018
Film di Gangster - The Sound of Fury
Hathaway
collaboro ancora con Rochemont realizzando Kiss
of Death e Call Northside 777
[1948, Chiamate Nord 777). Anche Elia Kazan lavorò con Rochemont realizzando
per la 20th Cenrtury Fox Boomerang
(1946, Boomerang, l'arma che vendica),
che contribuì a disincantare ancora di più il brillante « whodunit ››
interamente girato in studio e Panic in
the Streets (1950, Bandiera gialla).
Il sotto-genere dal chiaro orientamento di sinistra,
più che inaugurato inventato da Abraham Polonsky con il suo Force of Evil, in cui il contrasto dialettico
tra due fratelli, l'avvocato di fronte ad una scelta decisiva quanto
improrogabile e il dirigente di un piccolo sindacato [Thomas Gomez) in procinto
di essere assorbito nel giro di un vasto « racket», non si poneva in termini
morali, né tanto meno in quelli di una metafisica della persona {due gemelle,
una buona, una cattiva; due discoli, uno diventato poliziotto, l'altro delinquente),
ma in termini squisitamente ideologici, sopravvive negli anni cinquanta con due
opere notevoli e coraggiose: The Sound of
Fury, anche noto come Try and Get Me
(1950, L'urlo della folla) di Cy
Endfield e He Ran All the Way (1951, Ho amato un fuorilegge] di John Berry,
vittime entrambi della famigerata « blacklist » e del maccartismo [del resto anche
Polonsky non ebbe maggiore fortuna. In The
Sound of Fury un assassino psicopatico (Sterling Hayden] incarna energie
frustrate da tutta una serie di pregiudizi. Il suo complice recalcitrante è un
disoccupato, e quando -il protagonista, assalito dai rimorsi, confessa i propri
delitti ad una compiacente « manicure ››, questa prima l’ascolta e poi va a
denunciarlo. Un giornalista ammantato di idealismo e di buoni propositi non fa
che fomentare l`odio e il linciaggio: i due vengono straziiati a morte dalla
folla animalesca che prende d'assalto la prigione in cui erano custoditi, dopo
che questa si è sbarazzata senza pietà di quanti poliziotti la presidiavano. In
He Ran AII the Way il protagonista
[John Garfield] tiene prigioniera la sua ragazza (Shelley Wiinters), quale ostaggio,
nella proprietà del padre di lei, e luna moltitudine di dettagli stanno ad
asserire la continuità tra la vena di paranoia del protagonista « Nessuno non
vuole bene a nessuno ››, afferma ad un certo punto] e la società, presentata
come un tessuto imbastito dalla più paranoica delle competitività. (continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
mercoledì 19 dicembre 2018
Carlo Dreyer si rifà vivo
Sei fotogrammi del suo ultimo film L' ETRANGE AVENTURE DE DORIAN GRAY che bastano a far comprendere l'originalità assoluta del film che è attesissimo.
CINEMATOGRAFO Alessandro Blasetti Direttore, Mario Serandrei Redattore Capo Anno V - N.° 1, 30 gennaio 1931 IX
domenica 16 dicembre 2018
Satisfactory ladder
E' certo che la fede in Dio fa dell'universo una scala comoda.
Jean-Pierre MELVILLE, Léon Morin, prêtre ,1961
giovedì 13 dicembre 2018
mercoledì 12 dicembre 2018
The script and The western
Lo script è sempre
stato la forza del cinema americano ... Era il segreto di Hollywood. In California
dove officiavano i più brillanti registi, era la story a contare.
Il cinema americano è cinematurgico, è un'arte di costruttori di personaggi, di
rapporti, di racconti, un'arte della pellicola e della carta (di azione e di
riflessione). Un'arte del dialogo anche, dove la parola rinvia meno ad un conflitto
interlocutorio quanto al gesto sostenuto o smentito, all'azione progettata o finta.
Ossia un lavoro scrupoloso a livello di soggetto, un impegno austero a non
sacrificare nulla nella ricerca di una verità di storia e di land, nella fedeltà ai fatti.
Roger Tailleur, Le western,1966-1969
domenica 9 dicembre 2018
Film di Gangster - Bureau of Missing Persons
Un'altra fase del film di « gangsters ›› è data da un gruppo di opere
viariamente note come « social exposés ››, « semi-documentaries ›› o « police
documentairies ». Come dice il nome si tratta di film di finzione in cui
prevalgono elementi tipicamente documentari. Il fatto che venissero chiamati
«police-documentaries ›› sta ad indicare che essi miravano a mostrare il lavoro
della polizia e i suoi metodi. La loro apparizione va iscritta in quella più
ampia dei cosiddetti « problem and sociological films » [un derivato del New Deal,
del Group Theatre e del generale esa-me di coscienza seguito alla seconda guerra
mondiale il cui materiale di riflessione era fornito da pregiudizi razziali, linciaggi,
alcoolismo, reintegrazione dei reduci nei ranghi della società, mutilati e
invalidi di guerra, delinquenza minorile, eutanasia, corruzione politica, ecc.)
e viene abitualmente associata al « producer» di una
serie di cortometraggi documentari, « March of Time ››, quel Louis de Rochemont
che riuscì a convincere il riottoso Darryl Zanuck a permettergli di usare
tecniche documentarie (« candid camera ››, « stock footage », ›ecc.] in film di
finzione.
Il primo film della serie fu Bureau of Missing Person [1933] di Roy
Del Ruth ma l'opera inaugurale del sotto-genere viene di solito indicata in The House on 92nd Street (1945, La casa della 92° strada) di Henry Hathaway,
«filmed where it happened » e imperniato su un gruppo di agenti federali che
brigano per smascherare una centrale di spie negli Stati Uniti. La presenza di
agenti segreti dovrebbe fare di The House
on 92nd Street un « political hiriililer ›› e non un film di «gangsters ».
Ma se esso viene trattato in questo capitolo non è senza ragione: di fatto in
questo film, come in altri dell'epoca e anche successivi, spie, agenti segreti
e « villains ›› internazionali iconograficamente non presentano nessuna
differenza rispetto ai più tradizionali « gangsters ››. La più esemplare illustrazione
di questo processo di condensazione e di travestimento è data da Pickup on South Street (1953, Mano pericolosa] di Samuel Fuller, in cui
alla consueta guerra per ganghe succde quella tra un lupo solitario, Skip
[Richard Widmark), entrato in possesso di importanti micro-film, e una potente
nidiata di spie comuniste, e a sbandierare il più isterico e protervo degli
americanismi sono, paradossalmente, personaggi poco edificanti e patriottici
come borsaioli, leggere ex prostitute. Ma in realtà gli elementi politici sono
confinati entro i termini del solo dialogo ed iconograficamente il film non si
differenzia minimamente dal più classico dei film di « gangsters ››: e per
questo che è stato possibile doppiare il film, al momento della distribuzione
in Francia, sostituendo ai micro-film degli stupefacenti e surrogando le spie
rosse con dei trafficanti di droga [così come i revanscisti nazisti di Quiller Memorandum sono diventati nella
versione tedesca del film agenti comunisti).
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
giovedì 6 dicembre 2018
Old World ... New Wold
You know, it's time
you learn something about the United States.
I'm gonna tell you
about it.
It's called New World.
Why? Because everything
is new.
Old World, cities grow
this way.
New World, cities grow
this way.
Old World, bathrooms
outside.
New World?
Bathrooms inside.
It's the same thing
with people.
Old World, your father
a barber, then you a barber.
New World?
Your father a barber? You
wanna be a presidente? All right, why not?
Well, plenty. Marriage
is different here too.
Old World, boy and
girl, they get engaged.
They wait one year,
two years. When they tire of each other, they get married.
United States is
different. They get married right away. Get tired afterwards.
Woman is boss. Is
biggest difference.
Here, only free time
in a man's life is before he gets married.
United States wives don't
just stay home... and have babies and cook like in Old World.
No, here they come and
go. They buy and sell.
Someday they even find
way for husbands to have babies.
xxxxxxxx
Sarebbe ora anche imparassi qualche particolare sugli Stati Uniti.
Ora cercherò di spiegartelo.
Lo chiamano Nuovo Mondo! Perché?
Perché tutto è nuovo.
Nel vecchio … le città si allargano.
Nel nuovo le città s’innalzano.
Nel vecchio … i cessi sono … sui balconi.
Nel nuovo i bagni all’interno.
Lo stesso accade con le persone.
Una volta … se tuo padre era barbiere, facevi il barbiere.
Se tuo padre ora è barbiere … tu… vuoi diventare presidente … d’accordo
perché no!
Anche il matrimonio ora è differente.
Nel vecchio mondo due ragazzi si sono fidanzati …aspettano un anno due
anni … e quando si sono stufati si sposano.
Negli Stati Uniti è diverso! Si sposano subito e … si stufano dopo.
E’ la donna che comanda qui. E questo ecco … fa un’enorme differenza.
L’unico tempo libero per un uomo è prima del matrimonio.
Le mogli americane non stanno in casa a fare figli, a cucinare come nel
vecchio mondo.
No … qui vanno e vengono … comprano e vendono.
Un giorno pretenderanno che siano i mariti a fare i figli!
Joseph L. Mankiewicz, Edward G. Robinson, Hope Emerson, House of Stranger (Amaro destino),1949
mercoledì 5 dicembre 2018
Ogni rivelazione suonava una musica
Il silenzio di Pier Paolo era particolare, bizzarro. Popolato di ritmi
segreti, racconti di vita, vita, vita. Che invadevano il suo corpo immobile e
mai fermo.
Vivere con lui, nel suo silenzio, significava vivere di attese, di
meravigliose rivelazioni che lampeggiavano sugli occhiali neri e sulle sottili
labbra serrate, quali certi spaghetti alla panna o una mano affondala nella
tasca dei pantaloni o un piede di bimbo che scalcia le conchiglie e le ributta
in mare o le rondini stupide che mulinellano dentro e fuori i merli della torre
di Chia. E ogni attesa, ogni rivelazione suonava una musica ben precisa, mai casuale.
Quella musica e non quell’altra.
Direi quasi che il suo vivere in silenzio altro non era se non una
necessità, per non perdere nessuna nota nessun violino nessun flauto magari
nascosti dietro ad un camion, in un prato in mezzo alle pecore o davanti ad una
scrivania pulita con mucchi di bella corta bianca da riempire o nella macchina
ferma davanti ad un passaggio a livello.
La musica lo intimoriva, lo possedeva completamente. Spesso la chiamava
"Sua Maestà!”.
E perché tutto fosse musica, ero riuscito o convincere Mozart e anche
Bach che Amado mio era una bellissima
canzone e anche Con ventiquattromila baci
e anche, e anche...
Lauro Betti
Nota allegata all’album GM del 1983 Morricone – La musica nel cinema
di Pasolini
L'originale della foto in apertura è qui:
http://www.dagospia.com/mediagallery/Dago_fotogallery-193108/939103.htm
lunedì 3 dicembre 2018
Our cause was land, not a thought
Our cause was land,
not a thought.
The corn-planted earth
to feed the families.
Liberty, not a word
...but a man sitting safely in front of his home in the evening.
Peace, not a dream!
Time for rest,
kindness.
La nostra causa era la terra, non un concetto.
La terra piantata col mais per cibare le nostre famiglie.
La libertà, non una parola ...ma un uomo seduto, al sicuro davanti a
casa sua la sera.
La pace, non un sogno!
Tempo di riposo, di gentilezza.
Elia Kazan, Viva Zapata, 1952
domenica 2 dicembre 2018
giovedì 29 novembre 2018
Film di Gangster - Force of Evil
ll
film di « gangster » riemergeva in due forme durante il periodo post-bellico.
In Dillinger [1945] venivano
soppiantati sia il «milieu ›› urbano sia la figura dell'immigrato cattolico. La
sua flgura centrale era John Dillinger, il lupo solitario americano e
protestante che aveva operato nel Middle West semi-rurale prima che fatidica telefonata
informasse gli agenti federali del cinema in cui era andato a mischiarsi tra la
frolla. Questo tipo di film di « gansters ›› non è molto diffuso: suoi rari
esempi sono dati da They Live by Night
(1948, La donna del bandito), Bonny and
Clyde (1967, Gangster Story] di
Arthur Penn, The Moonshine War [1970,
I contrabbandieri degli anni ruggenti)
di Richard Quine, ecc. Qui il « gangster ›› non muore per strada ma in campagna
o in un rifugio di montagna e il tratto di maggior interesse è dato
dall'accostamento traumatico tra la violenza urbana e lo scenario pastorale,
quale risulta da High Sierra (1941, Una pallottola per Roy] di Raoul Walsh e
dal suo « remake » Tutto finì alle sei
di Stuart Heisler.
La seconda forma è rappresentata da Kiss of Death [1947, Il bacio della morte) di Henry Hathaway
e Force of Evil (1949) di Abraham
Polonsky.
Entrambi i film si basano su un personaggio che deve compiere
una scelta morale e ideologica circa la sua posizione nei confronti del mondo
del crimine, né più né meno come succede nel più tardo Party Girl (1958, Il dominatore
di Chicago) di Nicholas Ray. Nel coraggioso Force of Evil, oltre alla presentazione del dilemma morale che
angustia un avvocato [John Garfield sul listino di paga di un capobanda [Roy
Roberts), si assiste alla inequivocabile denuncia della relazione necessaria
tra crimine e società capitalistica (la stessa denuncia di Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin e di The Honeymoon Killers di Leonard Kastlel. Assistiamo qui all'insorgenza
di un sotto-genere dal chiaro orientamento di sinistra, erede della tradizione
del romanzo « muckrake ›› {letteralmente: rastrello da fango), che aveva prosperato
in America tra il 1902 e la prima guerra mondiale e che mirava a denunciare la
corruzione esistente in ogni campo, dalla politica agli altari. Proverbiale era
la corruzione della Tammany Hall, il più importante circolo del Partito Democratico
a New York, e diffusissima era l’istituzione delle « lobbies ››, ricchissimi e
lussuosi focolai di intrighi e di provocazioni nelle capitali di ogni stato,
nella capitale federale e in ogni città del paese che si avvalevano di un
esercito di azzeccagarbugli e politicanti che avevano il compito di partecipare
ai comitati elettorali e alle assemblee di partito, circuire i giurati, subornare
i giudici, catturare voti, adoprarsi con tutte le loro forze ed ogni mezzo a
favore di un singolo gruppo. (continua)
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
mercoledì 28 novembre 2018
Cinema sui muri - Vittorio Cottafavi
Vittorio Cottafavi
1914 - 1998
La rivolta dei gladiatori, 1958
Messalina Venere Imperiale, 1959
Le legioni di Cleopatra, 1959
La vendetta di Ercole, 1960
Ercole alla conquista di Atlantide, 1961
Le vergini di Roma. 1961
I cento cavalieri, 1964
lunedì 26 novembre 2018
A brilliant Italian screenwriter named Luciano
Luciano Vincenzoni
1926 - 2013
What’s the big difference between Sergio
Leone’s A Fistful of
Dollars and the
sequel, For A Few Dollars
More? The sequel
is infinitely better because it has a lot of humor, missing in the first film,
which was a flat-out rip-off of Akira Kurosawa’s Eastern western, Jojimbo. And what makes Leone’s The Good, The Bad, and The Ugly the best of the three? It’s even funnier,
wittier. Now who was responsible for this much-needed comic vision? A brilliant
Italian screenwriter named Luciano Vincenzoni, who also contributed to a number
of Italian classics (like Seduced and Abandoned and The Birds, The Bees, and the Italians) directed by the great director-actor Pietro
Germi.
As a person, Luciano was an absolute delight. I
had the good fortune to work with him first back in 1969 when I was asked to
direct the Leone-produced Duck, You Sucker (which eventually became A Fistful of Dynamite, and directed by Leone). Luciano and I had a
great time together in Rome, trying to please Sergio, and laughing a lot. He
was a true original, with an incredibly fertile imagination, and plot-twists
poured out of him like water from a deep well. He had a superb sense of humor,
of course, and a rollicking grasp of the absurd.
It’s this trait that made it easier for him to work with Sergio, who was
most like a flamboyant ten-year-old playing at cowboys and Indians, endlessly
acting out a showdown, for example, between one outlaw and another: “Clink,
clink,” indicating spurs, then his hand spins out an imaginary six-gun, and,
“Bang, bang!” Following this, he might say that the character is, naturally, we
should understand, none other than Jesus Christ.
To function with Sergio, as Luciano did for a while (until they finally had
a violent split), the writer had to have patience and a privately held attitude
of splendid derision. He and I used to roar with laughter after a typical
session with Leone, which was nothing if not surreal. This humor of Luciano’s
is what makes Leone’s best films so entertaining: the writer didn’t take it all
seriously, and that made for a lack of pretense and a free-wheeling sardonic
attitude to the material he was turning out.
Luciano was like the perfect Italian: charming, humorous, amorous,
self-deprecating, handsome, and worldly. Sad to say, Luciano passed away last
month at the age of 87, and I will always miss him. He was one of a kind.
Peter Bogdanovich
Foto e testo qui:
domenica 25 novembre 2018
giovedì 22 novembre 2018
All unfortunates are unfortunate
To paraphrase
Tolstoy...
all unfortunates are
unfortunate in their own way.
And everyone faces
death differently.
Come dice Tolstoj …
Tutti gli sfortunati sono sfortunati a modo loro.
E ognuno affronta la morte diversamente.
Yoji Yamada, Ototo, 2010
mercoledì 21 novembre 2018
lunedì 19 novembre 2018
Cannot plant and harvest time
How can we get our
land or keep it if we disarm?
But it's not that
simple.
There's the matter of
time...
Time is one thing to a
lawmaker, but to a farmer ...there's a time to plant and a time to harvest.
And you cannot plant and
harvest time.
Come possiamo avere o tenere la nostra terra se ci disarmiamo?
Non è così semplice.
C'è la questione del tempo...
Il tempo è una cosa per un legale, ma per un contadino ...c'è il tempo
di piantare
e il tempo di raccogliere.
E non può piantare se è il tempo di raccogliere.
Elia Kazan,Viva Zapata, 1952
domenica 18 novembre 2018
Clima fotografico
Aldo Graziati, in arte G. R. Aldo (1905 - 1953)
con Alida Valli
Una
grande perdita
lo devo a Aldo, il coraggio di certe sequenze
tecnicamente difficili, la partecipazione affettuosa nei miei momenti di
debolezza o di stanchezza era indispensabile alla buona riuscita dell'opera
cinematografica per il suo animo nobile e gentile, per il tono di grande
serietà che lui imponeva a tutta la «troupe ››, per la sua capacità misteriosa
di indovinare il clima fotografico di ciascun film, di ogni vicenda.
Quanto diverse sono le sue interpretazioni
cinematografiche di Miracolo a Milano
e Umberto D. e Stazione Termini. lo devo a lui una parte notevole dei successi
che questi film hanno ottenuto nel mondo e ritengo che egli con la sua morte
lasci un gran vuoto nella mia vita di artista se di uomo. E il cinema italiano
ha perduto un forte, laborioso, grande collaboratore che le cinematografie
straniere incominciavano già a invidiarci.
Vittorio De Sica: Gli debbo il Miracolo a Milano,
Cinema Nuovo, 15 dicembre 1953
Hanno mosso i primi passi con G. R. Aldo: Gianni Di Venanzo, Aiace Parolin, Alvaro e Gugliemo Mancori, Nino Cristiani, Giuseppe Rotunno.
La foto originale e un più esteso profilo di Aldo Graziati li trovate qui:
https://alla-ricerca-di-luchino-visconti.com/2014/12/15/ricordo-di-aldo-graziati/
giovedì 15 novembre 2018
Film di Gangster - Ambivalence & Ambiguity
ln
seguito si ebbe l`introduzione di una nuova variante, mediante la messa in
gioco della figura del-lo Special Prosecutor, un funzionario cui vengono di
norma assegnati poteri dittatoriali per ripulire la città dal fango della
malavita, come succede in Racker Busters
(1938) di Lloyd Bacon.
A sua volta l'introduzione di questa nuova figura si è
accompagnata a una nuova variante, la contaminazione del film di gangsters con apporti della tipicamente anglo-sassone
scuola cimiteriale (Harvey, Young, il Gray dell' Elegia sopra un cimitero
campestre, quasi tutto Edgar Allan Poe, il Jonathan Lartimer della « Dama della Mongue », Evelyn Waugh
«del «Caro estinto », ecc.). È quanto accade in The Enforcer (1951, La città
è salva) dell'uncredited Raoul Walsh
[il film è firmato Bretaigne Windust, cui il produttore Milton Sperling lo
tolse di mano dopo poche scene), in cui il Procuratore Distrettuale Martin
Ferguson [Humphrey Bogart] non è che un riesumatore di cadaveri, sprofondato in
un universo in via di putrefazione, affollato di loculi, sudari, perizie e
reperti necroscopici. È in questo film poi che forse si rivela la massima
ambivalenza del genere. L'oggetto dell'inchiesta è una ragazza dalla
personalità non facilmente circostanziabile Theresa Davis- Angela Vetto (Pet
Joiner), testimone di un omicidio miracolosamente salvata da un sicario innamoratosi
di lei e che vive sotto falso nome. Il fatto che un « killer ›› al solido
dell'Anonima Assassini la risparmi uccidendo un'altra ragazza al posto suo ha
un'evidente effetto di derisione nei confronti del freddo raziocinio del Procuratore
Distrettuale. Se solo un « coup de foudre ››, in altre parole il caso e
l'imprevisto, vale a dire un « coup d'hasard », costituiscono fonte di minaccia
reale per la Murder inc., allora significa che l'impresa di Ferguson,
l’affermazione della razionalità e il trionfo delle Forze del Bene sono
soltanto apparentemente soddisfatte. Il che equivale ad ammettere che al mondo
del crimine non potrà mai essere assestato un sicuro « coup de grace » e che
quindi la città non sarà mai salva del tutto. Come il delitto primario della
psicoanalisi, anche la Murder inc. si ripete e rivive continuamente.
Questa fondamentale ambivalenza si risolve anche in un
atteggiamento ambiguo nei confronti del criminale. Per tutto un gruppo di film
del genere i delinquenti nascono tali e ovviamente non possono essere recuperati:
non resta quindi che distruggerli. Ma già in Public Enemy, soprattutto nelle scene iniziali in cui si vedevano i
giovani Tom e Matt passare da reati di poco conto a delitti e violenze sempre
più in grande, venivano messe in gioco tutte le determinazioni economiche e
sociali che avevano lo scopo di indicare il crimine come fenomeno economico e
sociale ben preciso, e non come effetto di un rimpasto degli istintiti.
Indicazione che appare anche in Dead End (1937,
Strada sbarrata] di William Wyler, Crime School, Gangster's Boy e Angels With
Dirty Faces [Gli angeli con la faccia
sporca) di Michael Curtiz, tutti del 1938. Altri film dell'epoca non
mancavano di affermare con chiarezza che situazioni ambientali e familiari a
dir poco disdicevoli, l'inferno degli « slums ›› e dei « blocks ››, le brutali
bolge dei riformatori e dei penitenziari erano il più naturale focolaio di
violenza e criminalità. In The Roaring
Twenties (1939-40] di Raoul Walsh (sceneggiatura di Robert Rossen) veniva
timidamente affacciata la tesi del nesso inestricabile tra «gangsterismo ›› e
disoccupazione, innovazione di questo tipo di film (che potremmo definire
riformista) era la presenza, a fianco del personaggio negativo del «gangster »,
del personaggio positivo del poliziotto, del prete, dell'educatore,
dell'avvocato e di altrettali agenti dell'«establishiment ››, venuti fuori
dallo stesso ambiente malfamato, dagli stessi vicoli, dagli stessi caseggiati,
suggerendo così che la malvagità degli uni e la bontà degli altri andavano
presi come il risultato di una scelta morale avente funzione di correttivo di
una troppo marcata insistenza sul condizionamento sociale [sposando riformismo
e individualismo ed evitando il radicalismo mediante la dialettica della
pensona. ln The Killers [l gangsters) di Robert Siodmak [in cui
l'adattamento del racconto di Hemingway era opera di John Hfuston, che però non
figura nei «credits » del ›film) Ole [Burt Lancaster) e il tenente Lubinsky
scorrazzavano durante l'infanzia sulle scale antincendio dello stesso
circondario. Così come in Cry of the City
(1948, L`urlo della
città),
sempre di Siodmak, il poliziotto Cardella (Victor Mature] e il killer Roma (Richard Conte) provenivano dallo stesso
quartiere sovraffollato di immigrati « wops ››. Il fatto che Siodmak abbia
diretto anche The Dark Mirror (1946),
imperniato su due gemelle, una buona e una cattiva, la dice lunga sulle istanze
pan-soggettivistiche di simili aperture sociologiche, subito neutralizzate da
un'invadente metafisica personale. La stessa metafisica conosceva in quegli
anni un originale trattamento in You Only
Live Once (1937, Sono innocente]
di Fritz Lang, in cui la figura del criminale Eddie Taylor [Henry Fonda) veniva
presentata sì come soggetto, ma nel senso di soggetto a forze sociali che andavano
oltre ogni controllo dell'individuo e della persona, e cioè in stretti termini
di alienazione.
Franco Ferrini, I
GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, BIANCO E NERO, 1974 Fascicolo ¾
mercoledì 14 novembre 2018
Start with the ground
I thought if a man
doesn't know what he's doing or where he's going, the best thing for him to do is
just back up and start all over again.
I thought I'd start with
the ground and work up.
Quando un uomo non sa più che fare o dove andare …
Beh, non gli resta altro che tornare daccapo.
Io ho ricominciato tornando alla terra.
Otto Preminger, Robert Mitchum, Marilyn Monroe, River of no return (La magnifica preda), 1954
lunedì 12 novembre 2018
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