Quando a Hollywood un visitatore, per tramite di amicizie influenti
riesce ad avvicinare Charlie Chaplin egli lo trova frequentemente seduto
davanti all’organo, mentre le dita dello artista scorrono con rapidità sulla tastiera.
Chaplin ha un piccolo organo nel suo studio, in formato ridotto, sul
quale egli può sanare ogni volta che
ha un minuto di libertà; a casa, poi egli possiede un organo immenso
con dei tubi multipli dal suono possente.
Giorni or sono “Charlot” ricevette un visitatore mentre stava suonando
l'organo: l’ospite rimase ad ascoltare gentilmente e pazientemente, ma era
evidente attendeva la fine del concerto onde iniziare una conversazione sperata
da lungo tempo.
”Io suono molto bene, disse flemmaticamente alla fine “Charlot” ma voi
non sembrate comprendere la bellezza della mia musica!”
CINE SORRISO ILLUSTRATO PER IL PUBBLICO CINEMATOGRAFICO Anno VI – N. 15
– 13 Aprile 1930 (VIII)
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