mercoledì 11 maggio 2016

Registi in libertà



ANCHE PER I REGISTI ITALIANI UN ANNO DI LAVORO IN LIBERTA’

L’ESTATE VIOLENTA

Parlare dell'« Estate violenta ››, mi precipita in un grave imbarazzo. Un po' sono contrario a parlare dei films, allorché sono ancora ad uno stato, seppure avanzatissimo, di progetto. C'e chi dice che porta male. (Delia « ragazza con la valigia» ho parlato tanto, hanno parlato tanto e il copione e ancora nel mio cassetto).
C'è però una considerazione interessante da fare, circa il film La Titanus lo ha accettato così come è, senza forzarmi la mano in nulla, disposta a correre certi rischi che non sono poi tanto lievi.
E' un sintomo molto importante, perché significa un ritorno alla fiducia nelle idee contro le formule e un tentativo di battere strade nuove lontane dalla sicurezza del conformismo. E' importante perché questo coraggio non è mecenatismo, ma disegno industriale: finalmente anche i produttori sembrano aver capito che senza un rischio o una decisione audace non sarebbero nati i missili, i reattori, e i manoscritti di James Joyce ammuffirebbero in un cassetto.
Questo discorso è generale perché so di non essere l'eccezione fortunata: quest’anno, alla Titanus e altrove, i registi saranno liberi di esprimersi; sono tutti impegnati in opere ideate da loro, volute da loro, difese e imposte da loro. Una «nouvelle vogue» non legata a miracolismi, a età, a scandali.
Ovviamente le nostre responsabilità sono aumentate in proporzione geometrica. Guai se a questa posizione produttiva dovesse corrispondere un insuccesso, o un successo solamente parziale, o un riconoscimento di élites. 
Non arrivo a dire che presupposto della validità di un film sia il suo risultato commerciale, ma sostengo
che un'opera pensata e realizzata con sincerità ed amore trova sempre il suo pubblico e i suoi riconoscimenti.
Potrà non avvenire in patria, poiché «nemo est propheta ››; potra non avvenire subito, poiché spesso il valore di un film sta proprio nella ma forza di anticipo sui tempi; potrà avvenire con lenta e sottile penetrazione e non di schianto, poiché il pubblico è restio, recalcitrante, va un po' preso e guidato a riconoscere i valori meno evidenti... Ma avviene. Avviene sempre.
Cosi tocca a noi. Dato però che riconosciamo sempre cosi scarsi meriti al nostri produttori mi sembra giusto
sottolineare come questa volta non abbiano contrastato questo sforzo di rinnovamento ma si siano allineati anche ai tentativi più nuovi e coraggiosi.
VALERIO ZURUNI
LA FIERA DEL CINEMA, giugno 1959, numero unico

Valerio Zurlini
1926 - 1982

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