OGGI
Nell’industria cinematografica la contaminazione è una consuetudine o
per meglio dire una soluzione. Che ne dite della contaminazione più estrema: la
cineteca italiana per stornare il pubblico anziano dalla televisione e quello
più giovanile dal web fa salire in cattedra accanto ad un critico d’assalto o
un pantofolaio alla Canova gli italici registi del B Movie se non dell’ultra b
movie. Uno di questi fu Antonio Margheriti alias Anthony Dawson alias Antony M.
Dawson. Altresì ad omaggiarlo ci pensano Tarantino ed i suoi “ bastardi senza
gloria”. Per la verità dapprima, ed in vita, aveva provveduto il Maestro dei
Piccoli Maestri quando, nel 1972, gli affidò la seconda unità e gli effetti
speciali di Giù la Testa.
Nelle contaminazioni cinematografiche Antonio Margheriti era un
gentlman garbato, prova ne è Ursus il
terrore dei kirghisi del 1964. Per farla breve, capita spesso che un
genere, o se preferite un filone, quando va ad esaurirsi lo si innesta con
altro più fresco. In questo caso il mitologico, il peplum, Margheriti lo riattiva con l’horror alla
Edgar Allan Poe e la suspence hitchcockiana; ancora, il maestro della suspence
viene derubato anche delle sue incursioni nella psicanalisi presenti in Io ti salverò. Ecco, Ursus per mezzo
delle sue trasformazioni orrorifiche vuole salvare la fanciulla che lo ama
facendole riacquistare la memoria perduta, causa un delitto quando non era che
una infante.
Per confezionare questa
ragguardevole messa in scena Antonio Margheriti ricorre alla sapienza nelle
luci di Gabor Pogany e per dare un lustro più intellettuale alle azioni ad
Ettore Manni che in quegli anni si destreggiava tra Antonioni, Cottafavi e Tony
Richardson. Vi partecipa anche il cattivone Furio Meniconi che a tratti ci
ricorda Livio Lorenzon a tratti Orson Welles.FINE
Antonio Margheriti
1930 - 2002
Furio Meniconi
1924 - 1981
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