giovedì 20 marzo 2014

La Calabria, di corsa


In Calabria ho incontrato solo persone gentili “  Luigi Comencini


Télérama
« Quelles sacrées leçons de cinéma nous offrent coup sur coup Huston et Comencini ! Après Gens de Dublin, voici Un enfant de Calabre aussi éblouissant de maîtrise, de simplicité et d'évidence que le dernier film du vieux lion. Un scénario linéaire, une caméra dont la virtuosité nous comble sans qu'on la remarque jamais, un montage d'une précision telle que les raccords sont invisibles. Bref, une économie de moyens et un goût de l'épure qui sont ceux des grands au soir de leur vie ».
Claude-Marie Trémois, 10/02/1988


La notte cade sulla città eterna, lo speaker alla televisione annuncia la vittoria di Mimì e dato che non sa niente del vincitore, si limita a dire che si tratta di “un ragazzo di Calabria”.  Jean Gili


Benissimo! Alla fine ce l'abbiamo fatta a lasciarci indietro la Calabria arcaica, arretrata, indolente, sanguisuga, stiamo andando verso una nuova Calabria ed il film di Luigi Comencini è un capu cascia. Voi non sapete cosa è un capu cascia ed io ve lo spiego meglio che posso: è un termine usato nella costruzione delle armacie, come vengono designati i muretti a secco nelle campagne dell'ex Regno delle Due Sicilie. Il capu cascia è il punto di riferimento, un pesante masso di pietra, che indica da dove si partono i limiti della proprietà, un segnale per tutti quelli che vi transitano, braccianti e … ladri.
Luigi Comencini, con Vittorio De Seta, è stato il primo a rivelarci un'altra Calabria, con un filmare semplice che per altri è risultato svogliato. Solo in Italia però, in Francia da dove proveniva l'altra metà della parte finanziaria, hanno riconosciuto subito il valore, non solo artistico, socio-politico lontano da qualsiasi colore e clamore di facciata.
Lui stesso ha definito il film una favola. Nelle sue mani è arrivato per mezzo di Ugo Pirro, il soggetto è di Demetrio Casile,. Ora, Un Ragazzo di Calabria (1987) è intimante legato ad un altro lavoro dei due : Delitto d'amore (1974), un' altra favola ambientata nella brumosa Milano.
Comencini “ scopre “ la Calabria e scopre la voglia di lasciare dietro tutti i luoghi comuni e le etichette che l'hanno marchiata fin dentro il cuore, e dalla sua ha il rigore morale che ha contraddistinto tutta la sua opera cinematografica.
Nella storia di Mimì accanto ai personaggi è essenziale, ed è la prima volta, il ruolo che ha il paesaggio calabrese dentro cui si svolgono i fatti e principalmente gli allenamenti del ragazzo che corre a piedi scalzi come il suo idolo Abebe Bikila. In questo è stato aiutato anche dalla felice scopera dell' interprete, Santo Polimeno.
Mimì corre, la cinepresa lo segue e ridipinge per noi il paesaggio della nostra infanzia, quello che continuiamo ad amare su ogni altro.



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