OGGI
Al Circolo di Cultura Cinematografica " Yasujiro Ozu"
Edgar Brazil e Mário Peixoto nel filmare Limite
Limite , 1931, di Màrio Peixoto è
un film singolare. Lo sono anche One Eyed
Jacks ( I due volti della vendetta,
1960 ) di Marlon Brando e David Holtzman’s
Diary , 1967 di Jim Mc Bride .
Limite lo hanno reso visibile
gli attestati di lode di Sergej M. Eizienstejn
e Vsevolod Pudovkin i quali spinsero il sommo critico Geoge Sadoul a volare in
Brasile con la speranza di vederlo integrale.
Ora vi chiarisco in che cosa consiste Limite.
C’è un bambino che si nutre di film, e li sogna; grandicello comincia a
frequentare i cineclub della città, concomitante è la lettura di testi
illeggibili sul cinema,teoria, prassi , semantica, semiotica …; quindi incontra
qualcuno che possiede una cinepresa 16mm o super-8. La cinepresa è donna.
Il neo filmaker ha dei fotogrammi in testa così come delle singole
scene che lo perseguitano e ritornano nelle nocturnal pollutions. Non di solo
pane si è nutrito ma di ogni singolo scatto dei ventiquattro al secondo.
Ottiene in dono da Filippo Isolino fotografo alcune bobine di pellicole
scadute, - Peixoto usò pellicola pancromatica sviluppata, a volte, suggerendo
l’dea di un’ortocromatica - così che all’istante lo assale la voglia di
impressionarle.
Senza alcun progetto, con metà
delle bobine prova le possibilità della cinepresa; l’altra metà serve a
catturare delle sequenze più stabili e vi aggiunge anche, davanti all’obiettivo,
uno, due amici per provare gli angoli, i campi lunghi e i primi piani; tenta
pure qualche timido movimento sul proprio asse.
Le pellicole partono per il laboratorio onde essere sviluppate. Al loro
ritorno dopo una prima visione vengono tagliate e cucite. Non vi è colonna
sonora, quindi nessuna possibilità di commento audio, anche le didascalie
vengono rimosse.
Time passes. Il lavoro lo guarda il Ghezzi di turno. Due righe, che
diventano quattro, sulle metafore, i tropi e le ellissi contenute nel film, sui
richiami a film di autori riconosciuti ed i consueti omaggi ai maestri.
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