Eduard Kazimirowic Tisse 1897 - 1961
Attualità della storia, verità dell’attore non sono altro che la
materia prima dell’estetica del film italiano.
Il reale come l’immaginario appartengono, i arte, al solo artista, la
carne e il sangue della realtà non sono più facili da trattenere nella maglie
della letteratura o del cinema di quanto non lo siano le fantasie più gratuite
dell’immaginazione. In altri termini, quando l’invenzione e la complessità
delle forme non riguardano più il contenuto stesso dell’opera, non per questo
cessano di esercitarsi sull’efficacia dei mezzi. E’ per averlo dimenticato un
po’ troppo che il cinema sovietico è passato in vent’anni dal primo all’ultimo
posto fra le grandi produzioni nazionali. Se il Potemkin ha potuto sconvolgere il cinema non è solo a causa del suo
messaggio politico, e neppure perché sostituiva lo staff dei teatri di posa con
gli ambienti reali e la star con la folla anonima, ma perché Ejzenstejn era il
più grande teorico del montaggio dei suoi tempi, perché lavorava con Tissé, il
miglior operatore del mondo, perché la Russia era al centro della riflessione
cinematografia, in una parola perché i film “ realisti “ che essa produceva nascondevano più scienza
estetica che non le scenografie, le luci e l’interpretazione delle opere più
artificiali dell’espressionismo tedesco.
Lo stesso vale oggi per il cinema italiano. Il suo realismo non
comporta affatto una regressione estetica, ma al contrario un progresso
dell’espressione, un’evoluzione conseguente del linguaggio cinematografico,
un’estensione della sua stilistica.
Bisogna innanzitutto capire bene a che punto si trova il cinema oggi. Dopo la fine dell’eresia espressionista e
soprattutto dopo il parlato, si può ritenere che il cinema non abbia smesso di
tendere verso il realismo. Vogliamo dire in sostanza che esso vuol dare allo
spettatore un’illusione il più perfetta possibile della realtà, compatibile con
le esigenze logiche del racconto cinematografico e i limiti attuali della
tecnica. In questo il cinema si oppone nettamente alla poesia, ala pittura, al
teatro, per avvicinarsi sempre di più al romanzo.
Il neorealismo e il
post-neorealismo.
Il cinema italiano secondo André Bazin,
op. cit.
tratte da Che cos’è il cinema?, Garzanti, trad. Adriano Aprà
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