domenica 19 luglio 2020

Punishment Park

I suspect that Watkins cautionary fable is really a wildly sincere desire to find his own ultimate punishment”. The New York Times



1970. THE WAR in Vietnam is escalating. President Nixon has decided on a secret bombing campaign of Cambodia. There is massive public protest in the United States and elsewhere. Nixon declares a state of national emergency, and - we presuppose in the film - activates the 1950 Internal Security Act (the McCarran Act), which authorizes Federal authorities, without reference to Congress, to detain persons judged to be “a risk to internal security”.
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Judge: Are you familiar with Saint Thomas Aquinas?
James Arthur Kohler. Pacifist. Age 20: Yes, I am.
Judge: I think he had this to say about a just war.
He laid down a proviso for a just war, he said this: That war must be decided upon legitimate authority and, secondly, that its objective must be to vindicate justice and that, thirdly, it must be waged with a just intent.
This was during the 12th Century, before this present time.
He understood what a just war meant.
Can't you understand that the policy in Indochina is even justified by a 12th Century philosopher?
James Arthur Kohler: Those provisos came from Saint Augustine originally, and Saint Augustine had a fourth proviso which shows
the total absurdity of considering any war just:
That a war must be waged under the control of a loving disposition, that no man is fit to inflict punishment
until he has banished hate from his heart.

Giudice: Ha letto San Tommaso d'Aquino?
James Arthur Kohler. Pacifista. Età, 20 anni: Si.
Giudice: Ha scritto ciò su una guerra giusta.
Ha messo queste condizioni a una guerra giusta: Innanzi tutto, un'autorità legittima deve deciderne.
secondo: il suo obiettivo deve essere difendere la giustizia, e terzo, deve muoversi con un'intenzione giusta.
Lo ha scritto nel XII° secolo prima della nostra epoca.
Sapeva cos'era una guerra giusta.
Non capite che la nostra politica in Indocina è persino giustificata da un filosofo del XII° secolo.
James Arthur Kohler: E' Sant'Agostino che, per primo, ha messo questa condizione.
Ma dimostrava in seguito l'assurdità della possibilità di una guerra giusta.
Per lui, la guerra deve essere condotta con un cuore pieno d'amore, nessun uomo può infliggere punizioni prima d'aver bandito l'odio dal suo cuore.
Peter Watkins, Punishment Park, 1970

mercoledì 8 luglio 2020

Maestro forever

REGGIO CALABRIA

PALERMO

TAORMINA 1984

Foto L. Mittiga

domenica 5 luglio 2020

Blood, lies & sadness



The point is the cardiologist can see it coming, the heart attack, from the tests.
lt's in the blood.
But Who can see the lies? Or the past, or the sadness?

Il punto è che un cardiologo è in grado di prevedere un infarto dalle analisi.
E’ nel sangue.
Ma chi vede le bugie? O il passato, o l'infelicità?
Steven Soderbergh, Contagion, 2011


mercoledì 1 luglio 2020

Miracoli da comparse


(Nel cinema) le seconde parti e le comparse non svengono mai e non piangono. A che scopo? Non circonda costoro l'attenzione cui si scaldano i primi ruoli lusingati a ogni rappresentazione da una corte osannante, e che hanno anche il diritto di dare spettacolo della loro debolezza. Ma una volta vidi un piccolo ruolo divenuto enormemente importante. Era una ragazza di diciannove anni che non si sapeva muovere e non sapeva dire quattro parole in fila. Questa volta doveva posare quasi nuda. Questa figliuola senza qualità tirò fuori tutto il suo tesoro che le aveva dato la mamma, i bellissimi capelli lunghi, le spalle bene modellate; arsero a scaldarla decine di migliaia di candele; e davanti agli occhi professionali degli operai, direttore, aiutanti, tra il silenzio di mistero che s`era creato nello studio, parve che ella compisse un sacrificio, qualcosa di molto antico, d'un rito barbarico. Fu la sua grande giornata, e per molte ore dopo la poveretta fu scossa da un lieve tremito continuo.
CORRADO ALVAROCinema nel marzo 1937




giovedì 25 giugno 2020

Alberto Casanova nientepocodimeno al cine LUX


 


ALBERTO SORDI
Seduttore 1954
Il moderno Casanova vi insegnerà ad amare le donne: un metodo
particolare (non seguirlo è bene)

Il povero Alberto Sordi è nei guai: nientepocodimeno alle prese con Lea Padovani, Lia Amanda e Jacquelin Pierreux, da lui amate con uguale intensità ma con modi diversi, anzi in contrasto con il carattere delle donne che seduce: con la «leggera» fa il romantico, e con l’«onesta» fa l’intraprendente: gli equivoci ed i putiferi non finiscono più.
Povero Alberto, seduttore novecento.
Avventure spassosissime ma non senza satira per il mondo «vitellonesco» di ogni giorno ve le racconta Alberto Sordi ne «Il seduttore» sotto l’abile regia di Franco Rossi il quale si è ispirato ad un noto lavoro teatrale di Diego Fabri.
Per i suoi ammiratori messinesi -- a falangi dopo lo strepitoso successo personale de «I Vitelloni» - il simpatico «campanuccio» ha voluto serbare una gradita sorpresa: stasera alle 21,30 sarà presente in sala al Cine Lux per la prima nazionale di questo colosso della cinematografia italiana che i signori Sterarntino e Crisafulli non hanno voluto lasciarsi sfuggire per il loro signorile locale, risplendente di luci e olezzante di fiori questa sera per un «avantprima» eccezionale, alla quale si accede con posti prenotati.
Le avventure di questo «Casanova novecentocinqucuntaquattro» saranno più apprezzate: basta girare la sguardo per vedere in carne ed ossa il simpatico interprete che ha superato se stesso.
Alberto Sordi giungerà nel pomeriggio da Catania dove sotto la regia di Zampa sta girando «L'arte di arrangiarsi», su sceneggiatura del compianto Vitaliano Brancati.
GAZZETTA DEL SUD, 16 - 10 - 1954

venerdì 19 giugno 2020

Henry D. Thoreau, WALDEN & Douglas Sirk

The mass of men lead lives of quiet desperation.
Why should we be in such desperate haste to succeed?

La massa degli uomini fa una vita di silenziosa disperazione.
Perché abbiamo così disperata fretta di riuscire?
Henry David Thoreau, Douglas Sirk, All That Heaven Allows (Secondo amore), 1955

lunedì 15 giugno 2020

Un leone a Culver City - Il leone ruggisce


Il primo film sonorizzato

Nel 1927 anche Robert Flaherty, dopo il successo di Moana (L'ultimo Eden, 1925) venne scritturato dalla M.G.M.: a Culver City egli si occupò fra l'altro di cinema a colori, ma venne infine inviato nuovamente nei Mari del Sud per iniziare, le riprese di un film assai impegnativo, intitolato White Shadows in the South Seas (Ombre bianche, 1928). Secondo le intenzioni dei dirigenti della casa, il film non doveva essere soltanto una replica di Moana, bensì un vero e proprio film a soggetto, ispirato addirittura a un romanzo di Frederick O' Brien. In seguito a disaccordi col grande documentarista, il quale certo mal si adattava a realizzare un film sulla ferrea traccia di uno scenario prestabilito, la parte "romanzata" - cioè a dire l'intero film - venne a un certo punto affidata a un giovane, W. S. Van Dyke, che aveva già una lunga esperienza (con una trentina di films) specie nel genere western e nelle riprese all'aria aperta. Nonostante tutto, il risultato finale fu dei più felici, e la dissetante purezza dei paesaggi rivelati dalle magistrali riprese già effettuate da Flaherty, servi da suggestiva cornice a una storia semplice e abbastanza credibile, per quanto a tratti convenzionale: un dottore bianco (l'attore Monte Blue), unico superstite di una nave il cui equipaggio era stato distrutto dalla peste, sbarcato in un’isola ancora incontaminata, a contatto con la vita primitiva degli indigeni e per amore di una polinesiana (truccata - ahimè - come una diva di Hollywood: la messicana Raquel Torres, riusciva a dimenticare temporaneamente i suoi vizi (l'alcool, in primo luogo), ritrovando a poco a poco la gioia di vivere. Alla fine, però, il ricordo del passato aveva il sopravvento, ed egli con un falò richiamava l'attenzione di un veliero, aprendo in tal modo le porte del paradiso, fino a quel momento ·ignorato dai bianchi, alla civiltà e al male: dinanzi all'angoscia della sposina indigena, egli veniva assalito da tardivi rimorsi, e trovava la morte nel tentativo di respingere i trafficanti, i quali invece finivano per installare nell'isola un cabaret. Ombre bianche fu in sostanza uno dei tentativi più riusciti di documentario romanzato: dalla sua equivoca impostazione resa allora ancora accettabile, oltre che dalla preziosa presenza di Flaherty, anche dal fatto che tutte le riprese vennero effettivamente girate sul posto (senza alcuna ricostruzione ad Hollywood), deriverà in seguito purtroppo l'interminabile serie delle "evasioni" polinesiane, che da quel momento cominciarono periodicamente a imperversare (al di fuori di tal nefasta influenza rimarrà tuttavia il capolavoro di Murnau, Tabu, 1931, cui come è noto lo stesso Flaberty collaborò). Al successo di Ombre bianche nel mondo contribuì infine notevolmente l'avvento del sonoro: il film venne infatti distribuito – secondo la consuetudine del periodo "del trapasso" - con una piacevolmente orecchiabile colonna sonora, i cui temi musicali – penetranti e sentimentali - rimasero a lungo impressi nel ricordo del pubblico. Comunque il ·film di Flaherty e Van Dyke deve essere senz'altro considerato l'ultimo grande film prodotto dalla M.G.M., interamente concepito come un film silenzioso. Ma il parlato è ormai alle porte: e, facendo buon viso a cattivo gioco anche la Metro Goldwyn Mayer incomincerà presto a produrre i suoi "All Talking" (i famosi parlati "al cento per cento") mentre il "Leone" di Howard Dietz, con grande spasso del pubblico, farà udire, d'ora in poi, il suo fonogenico ruggito.
FINE

Fausto Montesanti
CINEMA QUINDICINALE DI DIVULGAZIONE CINEMATOGRAFICA ANNO VII - 1954 10 NOVEMBRE 

In apertura Raquel Torres e W. S. Van Dike sul set di Ombre bianche (White Shadows in the South Seas) del 1928.