mercoledì 6 febbraio 2019

Cine-Teatro Peloro



Il Teatro Peloro
riprende il suo clclo di vita artistica

Nelle immediate vicinanze di piazza Cairoli e, propriamente di Via dei Mille e via Tommaso Cannizzaro, si erge nella maestosità delle sue linee architettoniche, il Cinema-Teatro Peloro, uno dei locali preferiti dal pubblico messinese.
Costruito con criteri dettati dalla tecnica moderna non molti anni prima della guerra, il bel teatro rimase semidistrutto nel corso delle violentissime incursioni aeree. Oggi è ritornato a nuova vita e conferisce, nel suo complesso architettonico, una nota di dignità e di eleganza alla nostra risorgente Messina. Con la vasta sala, con gli eleganti palchi, con la sua tribuna e la sua galleria, il Peloro costituisce quanto di meglio e di più moderno si possa avere nel campo delle costruzioni teatrali. Ha una capacità di complessivi 1200 posti e una acustica che, bene a ragione, può definirsi perfetta.
Sin dal 16 novembre 1945 giorno della sua riapertura sul suo schermo sono stai proiettati numerosi film italiani ed esteri, tra cui il tecnicolor Il Fantasma dell’Opera, La schiava del male, Quella di cui si mormora, Il sapore del delitto, L’agente confidenziale, Ombre malesi, Addio per sempre, Il passatore, e L’on. Angelina, che tanto successo di pubblico e di critica ha ottenuto al Festival di Venezia.
Per quanto riguarda il teatro, poi, l'attuale crisi teatrale peserà anche sulla nostra città. Malgrado ciò, il Peloro, che in passato ci ha dato la possibilità di vedere la compagnia di prosa di Guglielmo Giannini e le compagnie di rivista di Carlo Campanini e di Nello Ascoli (Becco Giallo N. 2), farà di tutto per assicurarsi delle ottime compagnie anche se ciò comporterà, il sostenere sacrifici non indifferenti.Questo il programma per la stagione in corso del Cinema-Teatro Peloro, tanto caro ai messinesi, e che, egregiamente diretto dal dott. Torta, sarà sempre degno della vecchia tradizione artistica della nostra città.
Assa

Gazzettino Peloritano  ARTISTICO MONDANO LETTERARIO APOLITICO  Anno 1  N. 1 Messina Giovedì 16 Ottobre 1947



lunedì 4 febbraio 2019

A beautifully purposeless process|of society suicide




Modern science.
Rampant technology.
Conscience by computer.
Modern art.
Dispassionate draftsmen.
Foreign policy.|- Brave new weapons.
Today's youth.|- Joyless, guideless.
- Today's religion.|- Preachment by popularity polls.
Standard of living.|- A TV in every room.
Education.|- A TV in every room!
The world's future, Mr. Gordon.
Brave new hates, brave new bombs,|brave new wars.
The coming generation.|- Test-tube conception, laboratory birth...
TV education, brave new dreams,|brave new hates, brave new wars...
a beautifully purposeless process|of society suicide.

La scienza moderna?
Aggressiva tecnologia.
Coscienza meccanizzata.
L’arte moderna?
Abbozzi senza anima.
La politica estera?
Ancora nuove armi.
La gioventù …  di oggi?
Desolata! Negletta!
La religione di oggi!
Prediche per comizi popolari.
Il tenore di vita?
La TV in ogni camera.
L’istruzione?
La TV in ogni camera.
Io mondo del futuro Signor Gordon.
Certo nuovi odi. Certo nuove bombe. Certo nuove guerre
La prossima generazione?
Concepimento in vitro. Nascita in laboratorio. Istruzione televisiva. Certo nuovi sogni. Certo nuovi odi. Certo nuove guerre!
Un processo stupendamente vano di suicidio collettivo!
Ralph Nelson, Cliff Robertson, CHARLY (I due mondi di Charly), 1968

domenica 3 febbraio 2019

Has man truly realized his dream?


Has man truly realized his dream?
To answer that, we must isolate the dream.
Was the dream to attain the ability to fly?
Or was the dream the freedom that true flight seemed to offer man?
We may also touch on the mortal damage man is doing to birds' environment in comparison to the piddling nuisance birds cause man.
It may someday be necessary to build enormous environmental enclosures to protect both man and birds.
But if so, it is questionable whether man will allow birds in or out, as the case may be.

Ha l’uomo veramente realizzato il suo sogno?
Per rispondere dobbiamo analizzare il sogno.
Il sogno era raggiungere la capacità di volare?
O era invece il sogno della libertà, che il vero volo sembrava offrire all’uomo.
Potremmo anche accennare ai danni mortali che l’uomo sta recando all’habitat degli uccelli confrontandoli con i pochi fastidi che gli uccelli recano all’uomo.
Un giorno, chissà, potrà rendersi necessaria la costruzione di immense riserve per la protezione delle condizioni ambientali dell’uomo e degli uccelli.
Ma in tal caso, è lecito chiedersi, se l’uomo permetterà agli uccelli di entrarvi.
Robert AltmanRené Auberjonois, Brewster McCloud, 1970

giovedì 31 gennaio 2019

Lovely Rita


a Nitto Scaglione Rita Hayworth



Gazzettino Peloritano  ARTISTICO MONDANO LETTERARIO APOLITICO  Anno 1  N. 1 Messina Giovedì 16 Ottobre 1947

mercoledì 30 gennaio 2019

LA CITTA' E LO SPAZIO in Vittorio De Sica - & Zavattini


Senza ovviamente voler togliere nulla al cinema di De Sica come una certa critica ce lo ha porto e commentato, potrebbe rivelarsi utile una lettura in questa chiave nel senso in cui Freud proponeva una lettura del sogno che tenesse ampiamente in conto quel che del sogno usualmente si perde per il puro fatto che già lo si possiede: sfondo o particolare, il contenuto latente è dietro di esso, pronto a parlare, solo che si voglia decifrare l'elementare linguaggio dell'evidenza.
Che nel decennio indicato — ma in certo modo anche al di qua e al di là di esso — ii cinema di De Sica sia un cinema urbano è un fatto incontestabile. Pure, non va dimenticato che la matrice di quella poetica che per comodità definiremo brevemente neorealista mostra spesso un'evidente << coté » rurale: da Vergano a De Santis non poche volte è la campagna a dominare la scena, un ambiente per lo più semplice, immediato, dimesso, a volte dialetticamente evidenziato da un termine oppositivo  (vedi, ad esempio, i signori di campagna — del resto non a caso compromessi con i nazisti — in II sole sorge ancora). Lo stesso film di Visconti più direttamente assimilabile ai neorealismo (ma che al tempo stesso lo supera in modo decisivo), La terra trema, si svolge in un ambiente del genere. E la campagna ritorna più di una volta in un altro regista dagli interessi preminentemente urbani come Rossellini, da Paisà a Francesco giullare di Dio.
Ma quel che più importa è il fatto che in questi registi ii tema urbano, quando compare, è affrontato con il sospetto e la sfiducia di una cultura, di una visione dei mondo i cui affetti sono decisamente legati a una ricerca di semplicità e di valori che la città non può dare. E persino in un film la risoluzione positiva del cui problema sembra connessa a uno sfondo urbano come Viaggio in Italia, in realtà è una cultura sostanzialmente tradizionale e rurale che catalizza la riconciliazione dei due protagonisti {pensiamo naturalmente alla sequenza della processione]. Il discorso è grosso e investe un campo che va oltre l'opera di De Sica e che coinvolge non tanto la poetica quanto la matrice culturale del neorealismo 4.
E purtroppo dobbiamo fermarci a questo punto.
Ora, non crediamo vi sia dubbio — e proprio questo tenteranno di dimostrare queste pagine — che la persistente immagine della città nel cinema di De Sica partecipi, con stilemi, temi e sfumature tutte particolari, di questa più ampia sfiducia nei confronti della morale, della cultura e in genere della sociologia urbana caratteristiche del cinema neorealista. Poco importano qui le ragioni individuali del fenomeno, anche se non a caso sia De Sica che Zavattini provenivano originariamente da ambienti certo più vicini a una cultura rurale (Sora e Luzzara) che cittadina. Rossellini, ai contrario, era romano e Visconti milanese. IL problema, Io si vede, va ben oltre ii singolo caso. (continua)

4 Ci sembra quindi che Bazin non colga il bersaglio ponendo il rapporto fra città e campagna, nel cinema neorealista, in termini cronologici, quando invece ii problema va comunque affrontato in termini contestuali. Ibid., p. 46.

Franco La Polla, BN BIANCO NERO, MENSILE DI STUDI SUL CINEMA E LO SPETTACOLO 9/12, 1975

La foto originale e qui:


lunedì 28 gennaio 2019

Do not waste time



"Speak no more of what happened yesterday."
"Don't worry about what happens tomorrow."
"Do not rely on the future or the past."
"Seize the moment, do not waste time."

"Non parlare più di quanto accaduto ieri
Non ti preoccupare di quello che succederà domani.
Non fare affidamento sul futuro o nel passato.
Cogli l'attimo, non perdere tempo. "
Omar Khayyâm (1048 - 1131)

Mohsen Makhmalbaf, Sokout سکوت (Il silenzio), 1998

domenica 27 gennaio 2019

A bronc, a cowboy



Broken bones, broken bottles, broken everything. There never was a bronc that couldn’t be rode. There never was a cowboy that couldn’t be throwed.

Ossa rotte, bottiglie rotte e ideali infranti. Non c’è mai stata bestia che non si possa cavalcare. Né cowboy che non si possa sbalzare.
Nicholas Ray, Robert Mitchum, The Lusty Men (Il Temerario), 1952