domenica 6 novembre 2016

Risanamento e disciplina, pane e lavoro

IL CINEMA ITALIANO OGGI E DOMANI

Il grande e complesso meccanismo della cinematografia nazionale è in moto. Infiniti sono i suoi ingranaggi, e così strettamente connessi l`uno all'altro che sarebbe vano pensare di modificare il movimento di qualcuno di essi senza agire su tutti contemporaneamente.
E  questa azione di insieme, intesa a riordinare e riequilibrare tutti i settori della nostra produzione cinematografica, e proprio quella che è stata svolta in un anno c mezzo di attività dalla Direzione Generale per la Cinematografia del Ministero per la Stampa e la Propaganda. Un anno e mezzo di cui buona parte s'è dovuta spendere a sgombrare il campo dai residui inutili, dai fattori dannosi ed infecondi, provvedendo in pari tempo ad iniziare quell'opera, lenta, metodica e faticosa, di ricostruzione e di riorganizzazione che ha condotto ai risultati attuali. Più di 30 film realizzati e presentati nelle saie italiane, quasi tutti con ottimo successo artistico e finanziario; 6 film già pronti per la programmazione nella stagione prossima: 3 film al montaggio, al missaggio od alla sincronizzazione; 6 film in lavorazione; 12 film in preparazione, già molto avanzati verso la fase realizzativa; 12 film in progetto: 6 film allo studio; 6 versioni straniere realizzate; 6 versioni straniere in preparazione. Un complesso di settantacinque film, considerando a parte le  dodici versioni straniere. Ecco, nella nuda espressione delle cifre, il bilancio di questa attività.
Ma questi dati, per assumere pieno ed intero il loro valore,debbono essere confortati da altri elementi non meno importanti e significativi: il numero dei film, preso in sè, avulso dalla loro entità, non dice abbastanza. Occorre aggiungere che tra i film realizzati uno supera i 5.000.000 di costo e moltissimi raggiungono i 2.000.000. Tra i film che sono attualmente in preparazione, tre sono preventivati per 5.000.000: sono, questi, tra i maggiori, se non addirittura, i maggiori film che si realizzeranno in Europa durante la stagione in corso, non solo per la loro entità finanziaria ma anche e sopratutto per la loro entità artistica, per il concorso di elementi eccezionali che vi parteciperanno, per l’altissimo loro valore etico ed estetico. SCIPIONE L'AFR1CANO per la regia di Carmine Gallone; LE BANDE NERE, per la regia di Luigi Trenker; IL FU MATTIA PASCAL per 1a regia di Pierre Chenal.
Tuttavia questo tre opere, se rappresentano indubbiamente il punto culminante dello sforzo organizzativo durante la stagione in corso, non costituiscono che una parte della nostra produzione; attorno ad esse, a fianco ad esse, è tutta una serie di altri film, ognuno dei quali si presenta fin dall’inizio con valori artistici ed industriali di notevole importanza e tali da assicurare al film italiano nell'inverno prossimo una preminenza certa sul mercato interno ed una larga attenzione da parte dei mercati esteri.
Carattere ed importanza internazionale hanno anche alcune tra le opere già pronte: BALLERINE, ad esempio, che è stato diretto da Gustavo Machaty; UNA DONNA TRA DUE MONDI, la cui versione tedesca ha già ottenuto notevoli successi in Austria ed in Germania; NOZZE VAGABONDE, il primo film di cui sia stata realizzata un'edizione interamente stereoscopica, fatto nuovo nella cinematografia mondiale. E sulla stessa linea si trovano opere come SQUADRONE BIANCO, che Augusto Genina ha realizzato a Sinauen, in Libia, e CAVALLERIA di Goffredo Alessandrini, film che costituiscono non solo una esaltazione delle alte qualità guerriere della nostra splendida razza, ma anche delle opere di un interesse drammatico e spettacolare non limitato al pubblico italiano.
Accanto a queste, numerose opere, come IL CORSARO NERO, il cui soggetto è tratto dall'avventuroso romanzo di Salgari, LA DAMIGELLA DI BARD, DOVE ROMOLO EDIFICO’, soggetto originale di Luigi Pirandello, LA  MALIBRAN, ed altre ed altre ancora che sarebbe troppo lungo enumerare, completano una produzione importantissima dal punto di vista industriale, interessante e non solo copiosa ma diversissima nei suoi elementi. Anche questo è carattere da non trascurarsi della nostra cinematografia attuale: la gamma dei generi, la diversità delle opere, che consente alla nostra produzione una grandissima varietà di aspetti tale da renderla atta ai differenti gusti del pubblico e da farle trovare sempre i suoi spettatori. Dai grandi film storici, ai film di esaltazione delle più grandi figure della tradizione italiana, ai film drammatici, ai film avventurosi, ai film comici (alcuni dei quali avranno interpreti carissimi al nostro pubblico, come Musco, la Merlini e Falconi), la produzione italiana si presenta con un panorama equilibratissimo nei suo complesso.
Ecco il risultato finale degli sforzi compiuti dal Regime in favore della nostra cinematografia sforzi che hanno portato su tutti i campi della complessissima industria, con una azione paziente di modificazione e di risanamento.
Risanamento industriale: eliminazione degli elementi dubbii e inquadramento di tutti gli elementi sani, accentramento della loro attività, potenziamento delle loro capacità in tutti i sensi e in tutti i campi. Sono parole, queste, che lasciano intravedere quello che si è fatto. Si trattava, in definitiva, di trasformare fin dalla basi tutta una mentalità: si trattava di portare la nostra industria da una fase di volonteroso artigianato, come ha scritto Luigi Freddi, ad una fase veramente industriale, organica e capace di svolgere il suo lavoro secondo determinate linee convergenti ad un solo scopo, l’elevazione della nostra cinematografia. Sostituire questa mèta comune alle meschine mète individuali dei guadagni commerciali immediati, far intendere ai nostri produttori il vantaggio, anche materiale, di un più alto modo di concepire la loro attività, ecco quello che si doveva fare e che si è fatto.
Creare alla cinematografia una solida struttura legislativa, tale da renderle possibile la riconquista del mercato interno che le era completamente sfuggito e l'introduzione sui mercati esteri era opera che doveva, con saggia tempestività, affiancare l'altra. E i numerosi provvedimenti in favore della nostra industria presi successivamente in questi ultimi diciotto mesi, testimoniano del modo con cui l’opera è stata compiuta.
Epurato il campo del commercio cinematografico, disciplinato il mercato, ampliate le possibilità di sfruttamento dei nostri film, la parte quantitativa era oramai assicurata. E per la parte qualitativa, si è svolto un lavoro non meno vasto ed importante che sarebbe troppo lungo seguire in tutto il suo sviluppo.
Basterà dire che l’azione del Ministero nel settore artistico si è svolta non solo nei senso di un ausilio continuo e prezioso dato ad ognuno degli elementi capaci della nostra cinematografia ma anche nel senso di una immissione di elementi nuovi, di già provato valere artistico, in 'culti i rami della lavorazione, da quello dei registi a quello musicale, da quello scenografico a quello interpretativo.
50.000 famiglie trovano pane e lavoro nella nostra cinematografia; quasi 30.000 persone sono impiegate solo nei settori più strettamente industriali; quasi 20.000 concorrono ai settori artistici. Lo Stato coopera alla nuova cinematografia nazionale con una cifra di 5o milioni, la Banca del Lavoro con una cifra di 40 milioni. 2.ooo.ooo di premi sono distribuiti annualmente, oltre alle 90.000 lire di premio in buoni di doppiaggio che competono ad ogni film di produzione nazionale. Oltre 100 milioni sono impiegati nella produzione cinematografica della stagione in corso.
E tutto questo è sorto quasi dal nulla, per il miracolo di una Volontà che non conosce soste e che, in tutti i campi e per tutte le più diverse attività della Nazione, non tende che ad una meta: il potenziamento dell'Italia. La. volontà del Duce che ha trovato un agile strumento nella vigile e sensibile azione del Ministero per la Stampa e la Propaganda.
JACOPO COMIN
CINEMA Anno I – Volume I – 10 Luglio 1936 - XIV


giovedì 3 novembre 2016

Maestro in motorik


Capita, a volte, di scoprire delle pregevoli reinterpretazioni di brani del Maestro che, accostati all'originale, rivelano zone che dopo frequenti ascolti erano sfuggiti. E' il caso di questo Matto, caldo, soldi, morto...girotondo incluso nelle immagini del film di Mauro Severino del 1968 che solcava i temi della contestazione di quegli anni.





Il ritmo è un motorik su cui mulinano saliscendi orchestrali, scampanellii orgiastici e un basso tachicardico che pure è l’unico appiglio che impedisce al brano di schizzare in aria, preso com’è da questo vortice a spirale dalle circonferenze variabili e, man mano che passano i minuti, sempre più fuori asse. … l’effetto è sul serio un capogiro dapprima divertito e poi irreale, non si sa bene quanto opprimente o dionisiaco
Valerio Mattioli, Superonda Storia segreta della musica italiana ,Baldini & Castoldi 2016




mercoledì 2 novembre 2016

giovedì 27 ottobre 2016

Il miracolo di Louise Brooks



Lulù e Diario di una donna perduta non ci rivelano piuttosto il miracolo di Louise Brooks, i cui doni di profonda intuizione solamente a uno spettatore ingenuo possono sembrare passivi ma che ha in realtà saputo stimolare fino alle sue estreme possibilità il talento di un regista d’altronde ineguale?
La rimarchevole evoluzione di Pabst si ridurrà dunque al suo incontro con un’attrice che bastava lasciar muovere sullo schermo senza che fosse necessario dirigerla, essendo la sua sola presenza tale da realizzare l’essenza dell’opera d’arte. Louise Brooks esiste con una sconvolgente intensità, s’impone in questi due film con una enigmatica impassibilità. (E’ una grande artista o soltanto una creatura abbagliante la cui bellezza trascina lo spettatore ad attribuirle una complessità a cui essa rimane estranea?)

Lotte Eisner, Lo specchio scuro, ed. Bianco e Nero, 1951



mercoledì 26 ottobre 2016

Cinema in cantiere e il il fotografo








Tutte le foto, tranne l'ultima, in custodia su http://www.internetculturale.it/, sono di Angelo Frontoni (1928 - 2002), riconosciuto meglio come il fotografo delle dive.

lunedì 24 ottobre 2016

I panni sporchi di Zavattini e De Sica


La voce di Vittorio Cramer,i commenti fuori campo e le immagini,i richiami ai film precedenti del grande De Sica,cercano tutte le vie per attirare gli spettatori, anche i meno interessati alla vicenda narrata. Ma questo era già stato calcolato da Zavattini e De Sica. E a dispetto del commento «i panni sporchi si lavano in famiglia» fatto da un noto politico italiano, l'Italia, da allora non sembra essere cambiata.

domenica 23 ottobre 2016

Lillian & Dorothy

Una ventina d’anni orsono, a Dayton nello stato dell’Ohio, uno di quelli che fanno parte degli Sati Uniti, del Nord-America, sbocciarono alla luce come vaghissimi fiori due simpatiche creature.
Esse dovevano, nel mondo, assumere il nome di Liliana e Dorothy: dalla famiglia proveniva loro il cognome di Gish. Queste due elette creature dovevano diventare – come tutti i nostri sanno al pari di me – due fulgide stelle cinematografiche. Belle, eleganti, piene di grazia; dotate di vivido ingegno e naturalmente disposte all’arte, esse tengono oggi un posto cospicuo nel cielo dello schermo e hanno interpretato con sentimento e con maestria molti films che hanno valso a dar loro la notorietà e la fama in tutto il mondo civile, ché soltanto nel mondo civile si proiettano le pellicole e più esattamente le pellicole ben riuscite. Molto spesso Lilian e Dorothy hanno lavorato insieme, dividendosi fraternamente le difficoltà e il merito del successo che non è mai mancato alla loro collaborazione e alle singole interpretazioni. Fra le più importanti vogliamo ricordare con vero compiacimento: Le due orfanelle in cui partirono l’onore di rappresentare le parti delle due infelici e suggestive piccole protagoniste e Romola, una grandiosa ricostruzione storica.
 Liliana che è la maggiore delle due sorelle ha, per proprio conto, partecipato egregiamente a: Giglio infranto, Giù la maschera!, Agonia sui ghiacci, Le lave del Vesuvio o Suora bianca, La Bohéme e Madame de Pompadour. Dorothy ha interpretato in separata sede: Lo scialle lucente, Lupi di mare e Londra.
Lettori d’ambo i sessi, siete liberi di sentire e di prodigare la vostra più profonda ed entusiastica ammirazione per ambedue queste stelle; ma, ai lettori appartenenti al così detto sesso forte – che subisce ahimè! Troppo di frequente la dominazione dell’altro sesso, che si definisce debole – mi permetto di fare una raccomandazione nel modo più discreto, versando loro con la massima circospezione in un orecchio quanto appresso: Se siete giovani, simpatici e milionari, vi è permesso innamorarvi di Liliana la leggiadrissima attrice dell’arte muta che andiamo illustrando, poiché ella è tuttora libera e – possedendo le qualità sopradette – potreste forse riuscire ad impalmarla. Guardatevi bene però dall’innamorarvi di Dorothy, l’altra deliziosa artista di cui ci occupiamo, poiché essa è sposata, felicemente sposata con James Rennie, e … non potrebbe darvi retta. E’ ben vero, mi obbietterete, che in America i divorzi sono all’ordine del giorno e magari della notte; ma riflettete ugualmente e ponderatamente; tengo ad avvisarvi per vostro bene e col più disinteressato senso di altruismo. L’amore è composto di miele e fiele; ora il fiele sarebbe per voi, mentre il miele se lo gusta James Rennie.
NICOLA CANE’, I grandi artisti del cinema LILIAN E DOROTHY GISH, “Gloriosa” Casa Editrice Italiana - Milano