Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
giovedì 22 settembre 2016
martedì 20 settembre 2016
Iginio Lardani, quasi un addio
Con questo prossimamente del 1968 per il film di Enzo G. Castellari si conclude la ricerca sulle fatiche di Iginio Gigi Lardani. La filmografia su di lui è ancora incompleta, avendo operato egli, dagli anni sessanta agli ottanta, sia come titolista, title designer, sia, molto più spesso, come artefice di prossimamente.
Qui di seguito un breve cenno biografico tratto da:
http://www.artofthetitle.com/designer/iginio-lardani/
Iginio Lardani was a graphic and film titles designer best known for his
iconic title design work in the Spaghetti Western genre.
Born in Áscoli Piceno, Italy, on December 24, 1924, Lardani was
a European contemporary of title design titans Saul Bass and Maurice Binder. He
was an autodidact with a great interest in painting. He moved to Rome at the
age of 25 and entered the world of film through poster design. After creating
the Italian posters for films like High
Noon, he designed the title sequences to Sergio Leone’s Dollars
Trilogy — A Fistful of Dollars (1964), For a Few Dollars More(1965), and The Good, The Bad and The Ugly (1966). Often
allowed an entirely free hand when designing titles and trailers, he worked
from his study in Via Reno, Rome. He also designed the opening titles for Face to Face (1967), The Mercenary (1969), and Tepepa (1969).
Outside of the
Spaghetti Western genre, Lardani designed the openings forCasanova ’70 (1965), Il compagno Don Camillo (1965), Queimada (1969), and A Special Day (1977). Often
affectionaltely referred to as “Gigi” and sometimes mistakenly called
“Eugenio”, he also designed and edited film trailers, most notably those
of Mogliamante (1977) by Marco
Vicario and Una Gionata Particolare (1977) by Ettore
Scola, which were awarded first and second place at Cannes in 1978.
lunedì 12 settembre 2016
A red ball out in the fields
Io sono una rossa palla nei campi.
Quando il vento soffia forte, io volo
Come un angelo alto nel cielo.
Forza vento, col tuo respiro.
Forza vento, colpiscimi, la palla rossa.
I'm a red ball out in
the fields.
When the wind blows
hard, I fly
Like an eagle high up
in the sky.
Come on wind, with
your breath.
Come on wind, strike
me, the red ball.
Mikio Naruse, Cronaca di un vagambondaggio, A Wanderer's Notebook (Huorou-ki), 1962
domenica 11 settembre 2016
Schatten Ombre Shadows
I cineasti tedeschi preoccupati di forzare le profondità dello schermo e della vita con l'uso delle ombre sono riusciti a dar vita alle superfici.
Lotte Eisner, Lo specchio scuro, ed. Bianco e Nero,
1951
mercoledì 7 settembre 2016
Vittorio Cramer interprete
Vittorio Cramer tra Pino Locchi, Franco & Ciccio
dankescemo, bittescemo....
dankescemo, bittescemo....
martedì 6 settembre 2016
Fuoco di gioia
I violoncelli e le viole dovrebbero suonare come fiamme!
E' una questione di gioia, vedete.
Non la gioia espressa da risa, o la gioia di quando dite "Sono
felice."
Ciò che intendo è una gioia così grande, così speciale, che giace
dietro il dolore e scompare senza un confine.
E' una gioia al di là di ogni comprensione.
E'... Bene, io...
Non riesco a spiegarlo meglio.
Victor
Sjöström in Verso la gioia (Till glädje), di Ingmar Bergman (1949)
lunedì 29 agosto 2016
Cinema Nazionale Italiano
Superfilms
“ Gli
ultimi giorni di Pompei “
Gli “Ultimi giorni di Pompei
“ è uno di quei film che fa onore alla cinematografia del mondo intero, ed è
bene che quest’onore l’Italia detenga; i nostri artisti e i nostri direttori di
scena mantengono nella fedeltà della ricostruzione storica, un primato
indiscutibile e ciò è già molto in un periodo di abulìa e di rinuncia per la
cinematografia italiana. In questo films hanno profuso la valentìa, l’abilità
grande artisti come Rina de Liguoro e Maria Corda, Emilio Ghione, Victor
Varkony e Bernard Goetzke e ne sono stati metteurs-en scene Amleto Palermi e
Carmine Gallone.
Al Cinema Reale di Milano questo films – come in altri lussuosi locali
d’Italia – ha ottenuto un successo senza pari; ne diamo un brevissimo riassunto
per chi non avesse avuto la fortuna di vederlo. Le patrti sono così
distribuite: Jone (contessa Rina de Liguoro), Nydia (Maria Corda), Glauco
(Victor Varkony), Arbace (Bernard Goetzke). Calemus (Emilio Ghione).
Ed ecco ora la trama della superba ricostruzione storica:
Nel ’79 dopo Cristo, dolcemente distesa nella lussureggiante pianura
Campana, Pompei, città di delizia di Roma imperiale, viveva la sua vita di ozi
e di piaceri, ignara della sorte tremenda a cui era destinata dal fato.
Nelle terme stabiane …
Con “Gli ultimi giorni di Pompei
“, di cui abbiamo dato un succinto riassunto, la cinematografia italiana –
industria e arte – rimerita quel posto d’onore che la famosa annosa crisi le
aveva precluso. Noi ci auguriamo di poter salutare da queste colonne, la
completa resurrezione di un’attività nazionale che fu vanto ed onore dell’Italia,
che fu – per l’Italia – nobile primato nel mondo.
Spectator
Cine-Cinema Anno II -N. 7,
Aprile 1926
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