lunedì 11 gennaio 2016

Igino Lardani al servizio di sua maestà britannica


Questa ricerca per la realizzazione di una filmografia su Iginio “ Gigi “ Lardani prosegue tra mille difficoltà e incertezze dovute ai pochi mezzi a disposizione e soprattutto perché fatto alla periferia della nazione, cinematografica intendo. Quasi tutti i personaggi con cui Lardani ha collaborato sono scomparsi o in via di scomparsa per cui bisogna andare cauti sulle attribuzioni di titoli, molte sono le supposizioni per via di raffronti essendo la filmografia distinta tra titoli e prossimamente al cinema e un solo manifesto pubblicitario,quello per Mezzogiorno di fuoco del 1952. Lardani è stato l’amico e il compagno di lavoro di Pasolini e Leone per citare grandi nomi, ma anche di Michele Lupo, Tonino Valeri ed Enzo G. Castellari e molto spesso i suoi lavori avevano lo strato musicale di Francesco De Masi, del maestro Morricone e di Bruno Nicolai. Alla visione di queste realizzazioni c’è da ritenere che se non fosse stato strappato alla vita da una prematura scomparsa l’arte di Lardani si sarebbe progressivamente evoluta grazie anche alle nuove tecnologie di manipolazione delle immagini che dall’analogico passavano al digitale. Infine questo lavoro è reso possibile solo per mezzo delle poche informazioni reperibili on web e soprattutto per merito degli appassionati di cinema che alimentano di continuo con i loro carichi di interi film o singole scene il Tube, considerando la voracità dei possessori dei diritti di sfruttamento e l’inettitudine delle istituzioni statali.
Stando così, si è felici quando viene alla luce un titolo sicuro dovuto al suo accredito nei titoli di un film, come questo Colpo maestro al servizio di sua Maestà britannica del 1967 diretto da Michele Lupo

giovedì 7 gennaio 2016

Il tenente scomparso

OGGI

Tratto  dal romanzo omonimo di Nicola Misasi fu diretto da Raffaello Matarazzo nel 1952.  E’ la storia del tenente Giorgio Biserta, che incaricato di combattere il brigantaggio in Calabria, in casa dei conti di Monserrato, ingravida  una sconosciuta, che in realtà è la contessa Elisa. Dopo cinque anni il tenente ritorna in terra calabra con la speranza di ritrovare la donna.
Amore, Mistero, Passione, Lacrime; come quasi tutti i film di questo genere fu girato a San Giovanni in Fiore.
Il tutto per mezzo di Massimo Girotti, Milly Vitale, Gualtiero Tumiati, Aldo De Benedetti , Carlo Montuori,Piero Filippone, Mario Serandrei e dulcis in … Ponti De Laurentiis

Praticamente è invisibile se non in qualche foto o locandina

mercoledì 6 gennaio 2016

Shane obsessed


by Shane MacGowan 

“Our idea of New York was based on movies like Once Upon A Time In America, which we were obsessed with,” explains MacGowan. “We borrowed a lot from the soundtrack of that film.
 “We were listening to so much other stuff. We were watching for example, the movie Once Upon a Time in America. It was a great band favourite and it had, as with most Sergio Leone movies, a great soundtrack by Ennio Morricone.
“There were elements of that music that we felt we wanted to explore and it influenced the beginning, the ballad part of Fairytale of New York, the sort of crooner section.
“What we essentially did was we wrote a sort of drunk version of an Ennio Morricone thing.”
“We used to watch Once Upon A Time In America on a loop when we were on tour. That must have had some kind of effect somewhere.

   

lunedì 4 gennaio 2016

Mr Sergio Leone, I am Harry Grey

“ We left immediately, to go to a certain bar in Manhattan which Harry Grey had mentioned. I don’t remember the name of it. lt was near the New Calvary Cemetery, just off Greenpoint Avenue . . . The bar, it was dark and sordid - of course, just as yould expect. Furtive creatutes were sitting at little tables in the shadows, whispering strange secrets to one another. A couple of prostitutes, with long stiletto boots of red plastic and aquamarine wigs. l couldn't tell if they were white or black. The barman was fat, but seemed benign and of uncertain sexual orientation. He was silently moving back and forth, behind the marble shelf, like a wind-up gnome. He was exactly in the mould of Fat Moe in  Once Upon a Time in America. And this place - relaxing and secretive at the same time - was maybe the model for the 1968 version of Fat Moe's bar. The sequence where Noodles, after forty years' absence, comes back to New York and calls Fat Moe from a telephone kiosk in front of his bar - that was exactly like how we met Harry Grey. We sat next to a window, under a big neon advertisement for Coca- Cola . He arrived after a few minutes, as dead on time as a quartz watch. He waited a few moments, at the entrance, nodded “hello” to the barman and made a beeline in our direction. He was short and thick-set, with a bull neck, a very smooth face and the rosy cornplexiun of a child, and he wore a hat which was already out of fashion when Claudette Colbert was young. Grey looked something like Edward G. Robinson, yet he was over seventy by some distance. We shook hands. He sat down and ordered a Whisky, which he never actually drank. He studied it, coolly, for some time. Maybe he had cholesterol problems and ordered the drink only for appearances' sake - as is sometimes the custom in America. Where appeararices play such a big part. He was a man of very few words. Yes, no, maybe. He had the vocabulary of a Dashiell Harnmett gangster, speaking only about essentials. And acting for an invisible public “.

Sergio Leone in Something to do with  Death by Christopher Frayling


domenica 3 gennaio 2016

La discesa agli inferi di David Gray

OGGI
al Circolo di Cultura Cinematografica “ Yasujiro Ozu “

Storia di pulsioni e di sangue, di libido e di morte, Vampyr, attraverso,una trama dai molteplici centri, riconduce il motivo del vampirismo alla dimensione labirintica del sogno e rende visibile la dinamica dell'inconscio. Del resto, lo statuto oggettivo del reale è messo radicalmente in discussione dalle peregrinazioni di David Gray, dal suo trovarsi in mezzo a cose e ambienti dotati di valenze indecifrabili o aperti a significazioni minacciose, oscure. Nel perimetro onirico, infatti, i dati risultano sovvertiti. Anche l”insegna di una locanda o una stampa contengono premonizioni, allusioni, taciti richiami. Tutto diviene fluido, impreciso. Vampyr propone una discesa nelle stratificazioni dell’inconscio. Vuole, insomma, essere scrittura che si esprime nel linguaggio dell’altro, e presentarsi inequivocabilmente come finzione. Un flusso narrativo omogeneo organizza contemporaneamente il gioco polivalente degli attanti (i personaggi, gli oggetti) e la danza delle ombre (si vedano, durante l'esplorazione di David Gray nella fabbrica abbandonata, le silhouette: dei ballerini in costume e dell’orchestrina proiettate in rapida successione su una parete bianca), rinviando apertamente all'irrealtà delle epouvante e richiamando la definizione del cinema come territorio del fantastico. Ma Vampyr si configura come finzione anche perché, lasciando parlare l’altro, o meglio utilizzandone il linguaggio, è già scrittura, organizzazione di segni in un sistema
trascendente.


 Pier Giorgio Tone, Carl Theodor Dreyer, Il Castoro Cinema, La Nuova Italia, 1978


mercoledì 23 dicembre 2015

Da Alberto De Martino a Quentin Tarantino


IL FILM DI NATALE

Se a suo tempo passò come una commediola con risvolti sociali, oggi La cuccagna (1962) di Luciano Salce si è trasformata come il ritratto di un’epoca: quella del successo economico e delle fiduciose speranze. Basato su un soggetto di Luciano Vincenzoni e Alberto Bevilacqua il film vuole essere ancor di più un reportage sulla condizione giovanile agli inizi degli anni sessanta. Di già, sempre Salce, con La voglia matta (1962), si era soffermato sul mondo dei rampolli frutto della borghesia; questa volta indugia sul ceto medio - basso, quello che vive nei grandi caseggiati sorti sulle macerie dell’ultima guerra mondiale. Il soggetto e il conseguente trattamento fanno sorgere gli accostamenti più disparati: la presenza di Vincenzoni non può che rimandare ad alcuni lavori di Pietro Germi realizzati in quel periodo; lo sguardo sui due protagonisti rimanda a Robert Bresson. A questo proposito siamo coscienti di essere in torto, ma che volete farci, è colpa del cinema, e a chi lo frequenta assiduamente è permesso di tutto e di più nei suoi confronti. E il web concede di andare oltre il Fofi o il Brunetta sulla scrivania.
Sconfinando...
Col senno di poi possiamo azzardare l’idea che alla base del suicidio di Luigi Tenco vi è questa sua unica, garbata, prova da attore. Ma quello che più ci sta a cuore, ed i rimandi costruiscono un  labirinto, sono le note o meglio le sonorizzazioni del Maestro, giovane e provocante. Ogni piccolo suono che esce dalla pista sonora de La cuccagna è un richiamo ai suoi lavori futuri, appresso ai registi che gli hanno consentito la presente celebrità, da Alberto De Martino a Quentin Tarantino. E ora sentiamo la mancanza di Nigel con cui ci si poteva sfidare a  riconoscere, in queste note, più titoli di film.

lunedì 21 dicembre 2015

A proposito di Jane

 



Silent film, Godard suggests, was materialist. Each actor had his own image. Only with the advent of the talkies did actors begin to "talk" alike. Silent film stars thought, “I am film, therefore I think." Stars of the talkies reversed the proposition: "I think that I am an actor, therefore I am filmed “

Il film muto , Godard docet , era materialista. Ogni attore aveva la sua propria immagine . Solo con l'avvento del sonoro gli attori hanno iniziano a " parlare ". Le stelle del cinema muto pensano: " Io sono il film, quindi io penso “. Le stelle del sonoro hanno invertito la proposizione: " Penso che io sono un attore , quindi sono filmato ".

James Monaco, The new wave, 2004