Qualcuno si è preso l’entusiasmo di commisurare (molti altri
hanno fatto scorrere bagghiolate di
parole) le immagini ed i suoni di due mitici film. Per dire la verità quello di
Kurosawa oggi è riconosciuto così perché il Leone (per giustificarsi citò in
tribunale Carlo Goldoni e Dashiell Hammett), rifacendolo, gli diede fama e …
dollari (non un pugno) di penale. Tant’è! A noi non importa nulla. Solo quello
di glorificare due maestri con l’occhio acuto.
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
mercoledì 10 giugno 2015
lunedì 8 giugno 2015
Red Sniper
OGGI
Un
drappello di rivoluzionari Rossi è
costretto ad attraversare il deserto del Kara Kum per arrivare al lago d’Aral e
così sfuggire alle mani dell’Armata Bianca.
Tra questi milita Maryutka, abile cecchina. A lei è affidata la custodia di un
cadetto dei bianchi fatto prigioniero. Il commissario capo dei fuggitivi
incarica ancora la donna di attraversare il lago su una barca a vela e portare
il prigioniero in un posto più sicuro ove interrogarlo. A seguito di un
nubifragio i due finiranno soli su un’isola interna al lago. Innamorati l’una
dell’altro vivranno come Robinson e Venerdì sebbene la tragedia sia dietro
l’angolo, causata da incomprensioni e opposte ideologie. Questa trama che fa
venire alla mente certe novelle di Joseph Conrad ha generato due film caposaldo
della cinematografia sovietica. Il primo diretto nel 1927 da Yakov Protazanov
cui rimanda quello del 1956 diretto da Grigori Chukrai. Tra i due film il più famoso è il secondo.
Questi è figlio, proprio così, del suo tempo, quando ascese al potere dell’URSS
Nikita Kruscev; ma il 1956 è anche l’anno fatale dell’Ungheria. Il pregio del
film di Chukrai è tutto nei colori delle immagini e nella colonna sonora, per
questo va visto nell’edizione originale con sottotitoli. Alla bravura degli interpreti
si affiancano alcuni momenti tra i più significativi: la traversata del
deserto, l’incontro con un gruppo di nativi, il sogno della guardia cui fregano
i cammelli, la navigazione, come se fosse una crociera, sull’Aral e infine
l’isola su cui matura la fine del sogno. Il tutto per merito del fotografo
Sergei Usurevsky e del musicista Nikolay Kryukov che mescola temi sinfonici e
folklore di quei posti.
mercoledì 3 giugno 2015
mercoledì 27 maggio 2015
Maestro Predicatore
Ho detto che mi astengo dall’andare al missaggio. Se invece sono d`accordo
con il regista, io ci vado molto volentieri, ma allora poi discuto e anche
litigo.
Vorrei dirvi che da qualche anno mi sono trasformato in un predicatore.
Racconto a tutti i registi con cui lavoro queste cose che vi ho detto. Perché, dopo
tutto, riguardano il mio lavoro e anche il lavoro che fa il regista. Alcuni
registi mi danno retta, altri credo di no, perché per loro il suono dei passi pare
che sia più importante della musica. Allora, in questi casi, se sono presente
al missaggio dico di togliere la musica. Inoltre ci sono dei registi che, per
stimolare il compositore a fare una buona musica, dicono: “Guarda, qua, la
musica è sola”. ln effetti mentono, perché poi la musica non è sola. E questa è
una cosa gravissima. Perché, a missaggio finito, la musica viene mischiata con
altri suoni e lo sfacelo è ancora più grande, perché era stata composta per
essere in primo piano.
Ennio Morricone, Il cinema è musica
Centro Studi Cinematografici Anno XX n. 1-2 gennaio/aprile 1990
lunedì 25 maggio 2015
domenica 24 maggio 2015
Stazione De Sica
La
lettura del film di De Sica, Stazione Termini, richiede allo
spettatore una certa consapevolezza. Stazione
Termini, probabilmente, non è una svolta rivoluzionaria, un ritorno alla
norma, una conversione agli attori professionisti da parte del regista di Frosinone:
è una vacanza, e, se si vuole, un ripensamento, forse una sosta,
sull`intrapresa via di Damasco. Secondo Berenson, è stata una incongruenza,da
parte del Caravaggio, l’aver concessa una maggiore importanza figurativa, nel
dipinto famoso, al cavallo che all’impetuoso cavaliere, ancora Saulo per brevi
istanti, caduto per terra; opinione discutibile, come ognuno sa. Ma ora non
vorremmo cadere, per parte nostra, in un'incongruenza più evidente concedendo
alla nuova scelta di De Sica (scelta di ambiente, di personaggi, di dialogo, di
contenuti << non sociali >>) un’importanza maggiore di quella che
essa abbia in effetti.
1953
Pietro Bianchi, Maestri del cinema
mercoledì 20 maggio 2015
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