OGGI
Un
drappello di rivoluzionari Rossi è
costretto ad attraversare il deserto del Kara Kum per arrivare al lago d’Aral e
così sfuggire alle mani dell’Armata Bianca.
Tra questi milita Maryutka, abile cecchina. A lei è affidata la custodia di un
cadetto dei bianchi fatto prigioniero. Il commissario capo dei fuggitivi
incarica ancora la donna di attraversare il lago su una barca a vela e portare
il prigioniero in un posto più sicuro ove interrogarlo. A seguito di un
nubifragio i due finiranno soli su un’isola interna al lago. Innamorati l’una
dell’altro vivranno come Robinson e Venerdì sebbene la tragedia sia dietro
l’angolo, causata da incomprensioni e opposte ideologie. Questa trama che fa
venire alla mente certe novelle di Joseph Conrad ha generato due film caposaldo
della cinematografia sovietica. Il primo diretto nel 1927 da Yakov Protazanov
cui rimanda quello del 1956 diretto da Grigori Chukrai. Tra i due film il più famoso è il secondo.
Questi è figlio, proprio così, del suo tempo, quando ascese al potere dell’URSS
Nikita Kruscev; ma il 1956 è anche l’anno fatale dell’Ungheria. Il pregio del
film di Chukrai è tutto nei colori delle immagini e nella colonna sonora, per
questo va visto nell’edizione originale con sottotitoli. Alla bravura degli interpreti
si affiancano alcuni momenti tra i più significativi: la traversata del
deserto, l’incontro con un gruppo di nativi, il sogno della guardia cui fregano
i cammelli, la navigazione, come se fosse una crociera, sull’Aral e infine
l’isola su cui matura la fine del sogno. Il tutto per merito del fotografo
Sergei Usurevsky e del musicista Nikolay Kryukov che mescola temi sinfonici e
folklore di quei posti.
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