200 motels (1971).
Questo che in apparenza è un tortuoso e confuso film è diventato un classico e
così la sua parte canoro - orchestrale eseguita oggi come un’opera lirica. A
metà tra Head di Bob Rafelson e Tommy degli Who è un condensato di
situazioni al limite del comprensibile e dell’irriverente. Per sfuggire a
qualsiasi interferenza Frank Zappa preferì girarlo negli studi Pinewood, nei
pressi di Londra, creando un’impresa che supera di gran lunga il più acclamato
musical dell’asse Broadway - Hollywood pur ricorrendo a scalcagnati attori che
sono nel contempo famosi musicisti: Aynsley Dunmbar, George Duke, Howard Kaylan
e Mark Wolman per citarne qualcuno, affiancati in situazioni paradossali da
Ringo Starr e Keith Moon. A sua gloria citiamo solo alcuni motivi tra i più
riusciti che vengono eseguiti live durante il corso della visione: Mistery
Roach, Lonesome Cowboy Burt, Magic Fingers,i quali risultano godibili anche
strappati dalle immagini.
Mimmo Addabbo - Lolli,Ubaldo Vinci, Gianni Parlagreco,Catalfamo,Fabris, Valentino,Margareci,Crimi,Fano e i Sigilli
domenica 3 maggio 2015
lunedì 27 aprile 2015
Film senza una lira=Musica bella
In Un tranquillo posto
di campagna di Petri, ho composto una delle mie migliori musiche in assoluto.
Solamente che la musica - il regista era d`accordo - era scritta in un linguaggio
più difficile: diciamo aveva un linguaggio, come diremmo oggi, “contemporaneo”.
E questo non ha aiutato il film nella sua comprensione. La critica giudicò
questa musica come una delle cose più belle che io avessi scritto. Ma il film
non fece una lira; dico una lira, nella maniera più volgare, perché il cinema, poi,
non esiste se la gente non porta i soldi al botteghino. Quale produttore investirebbe
dei soldi per fare dei film in perdita?
Ennio Morricone, Il cinema è musica
Centro Studi Cinematografici Anno XX n. 1-2 gennaio/aprile 1990
domenica 26 aprile 2015
Rosso di sera bel film si spera
SI DISCUTE tanto di crisi del
cinema, e che ci sia è inutile negarlo.
Ma sarebbe più corretto parlare di crisi
del cinema commerciale. Infatti mai, come in questo periodo, si era verificata una tale
fame di film d'autore e di pubblicazioni
che riguardino il cinema. Insomma c'è
amore per il film, disinteresse per il cinema (inteso come sala di proiezione).
E' difficile giudicare se ciò sia positivo o no. Indubbiamente la televisione diseduca il
pubblico al cinema ed anche quando
proietta film fa perdere momenti
essenziali per i cineamatori.
Recentemente tutti si sono entusiasmati vedendo in tv l'eccezionale «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto» (tanto per
fare un esempio), ma la partecipazione
sarebbe stata ancora maggiore se lo
stesso film fosse stato visto al cinema. Vogliamo quindi dire che è assurdo
prevedere la morte del cinema fin quando
saranno in circolazione i film, perché
il televisore può essere solo un mediocre palliativo. Questo discorso sarà senza meno confermato anche
dall'ottima iniziativa presa dal «Punto rosso»
di proiettare ai soci un centinaio di pellicole a 16 mm. Non tutti sapranno cos'è il 16 mm., ma la
spiegazione è semplice. Al cinema noi vediamo pellicole a 35 mm, il 16 è quindi una misura intermedia
che permette le proiezioni in ambienti
molto più piccoli delle sale cinematografiche, su schermi di dimensioni
rispettabili. E' quindi senz'altro vero e proprio cinema e riproduce fedelmente il film. Ma «Punto rosso» offre anche un programma cinematografico
più che allettante: oltre ad una doverosa retrospettiva dedicata a Charlie
Chaplin, sono infatti in programma le
opere degli anni '50 e '60 di Fellini,
Bergman, Bunuel, ecc. E' molto importante
ciò sia per i più giovani che hanno l'occasione di colmare le lacune dovute all'età e
comprendere meglio l'evoluzione di
registi ancora oggi in piena attività. Sia
anche per gli amatori che, visto il livello più
che scadente della stagione cinematografica, avranno l'occasione di una proficua rilettura di
grandi opere. Si, perché uno dei luoghi
comuni più ridicoli da abbattere è
quello del film «già visto». Aver letto
una prima volta un film non vuol dire niente: così come quadri, libri, sculture ecc. l'opera
cinematografica deve essere fruita più volte e non annoierà senz'altro.
Comunque il programma non allinea solo grandi capolavori, ma anche film ritenuti «minori» o
«d'evasione», naturalmente per questi film, se ne è il caso, la lettura andrà fatta in chiave critica. Ma
è inutile ed impossibile commentare
tutto il programma. Piuttosto qualche parola
va ancora spesa sul significato dell'iniziativa «Punto rosso». Il
programma di film non è che una delle
idee promosse dal circolo ARCI di
recentissima formazione. Molte sono le
altre iniziative; ma una cosa è sempre da tenere a mente: nulla mai parte dall'alto, ma si
ascoltano e si discutono le proposte di
tutti. Perché «Punto rosso» funzioni e
divenga così un importante luogo di
incontro e di divertimento intelligente, occorre una grande partecipazione di giovani e meno
giovani. Soprattutto in un momento in
cui, a parte le fiammate «indiane metropolitane» ed autonome, il vivere ed il
costruire insieme appaiono in forte decadenza, è importante per tutta la città
far riuscire iniziative quali il «Punto rosso».
F. Cicero
Il Soldo 8 Gennaio 1978
Quattro
film di Charlie Chaplin, costituiranno
il programma delle proiezioni del «Punto Rosso›› per il mese di Gennaio, in via Elenuccia 30.
Fino a questa domenica verrà proiettato l'Allegro mondo di Charlot. Dal 13 al
15, Un mare di guai, daì¬20 al 22, Uno contro tutti, dal 27 al 29,
Charlot soldato. Le
proiezioni, che ricordiamo sono
riservate ai soci (per aderire al Punto Rosso
basta pagare una quota di L. 10.000 più la tessera Arci, la metà per giovani e studenti),
inizieranno alle 17,30 nella saletta del
Circolo.
giovedì 23 aprile 2015
Al Messico con Iginio Lardani
Questa è uno dei lavori preziosi di Lardani non accreditati, non riconosciuti , non ..., con immagini esaltate dallo score del Maestro. Anche i titoli di Tepepa erano suoi come quelli di C'era una volta il west, molto simili e neanche quelli accreditati.
mercoledì 22 aprile 2015
Amico - Nemico
Dal set de La Grande Speranza (1954) di Duilio Coletti catturate da
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lunedì 20 aprile 2015
ferraniacolor
OGGI
La grande speranza
(1954) di Duilio Coletti serve oggi a rendere omaggio ad una delle industrie
che dettero un contributo non ancora definitivamente riconosciuto al cinema
italiano. Sorta in un’epoca in cui la fotografia andava prendendo piede anche
nel proletariato e sottoproletariato, dapprima si dedicò alla produzione di
apparecchi fotografici e relativi supporti per la ripresa. Andò consolidando la
sua fama facendo irruzione nel cinema col rimanerci fino al 1964 quando fu
fagocitata dalla multinazionale 3M. Mitiche sono rimaste le varie serie panchro su cui furono impresse le
immagini dei capolavori italiani tra il 1935 e il 1955. Con l’avvento del
colore in Italia sorse la ferraniacolor, e qui la casa che aveva sede
nell’omonima cittadina in provincia di Savona, dette il meglio di sé producendo
pellicole ancora oggi distinguibili tra quellie Eastmancolor e Technicolor. Il tratto caratteristico della ferraniacolor era quel rimando, e qui siamo consapevoli di esagerare, agli
affreschi della scuola di Giotto, che sa più di matita e acqua che di colori ad
olio.
L’opera di Coletti vorrebbe essere antibellica ma il suo è
un antibellicismo che porta alla successiva guerra, buona per le giurie OCIC,
le sole a prenderla in considerazione. Patetica come la recitazione di Renato
Baldini, a cui serve poco la classe british di Lois Maxwell. I soli a salvarsi
sono un gruppo di caratteristi capeggiati da Folco Lulli, dal lavoro dei quali
si evince la scrittura di Ennio De Concini. Ancora: il tema epico di Nino Rota,
l’occhio vigile e sagace di Leonida Barboni, direttore delle luci tra i più
illustri del cinema italico di quegli anni.
domenica 19 aprile 2015
Body Part
Top 20 Films with a Body Part in the Title
By Film Comment
1. Bring Me the Head of Alfredo Garcia Sam Peckinpah, 1974
2. Claire’s Knee Eric Rohmer, 1970
3. Faces John Cassavetes, 1968
4. Eyes Without a Face Georges Franju, 1960
5. Eyes Wide Shut Stanley Kubrick, 1999
6. Adam’s Rib George Cukor, 1949
7. Reflections in a Golden Eye John Huston, 1967
8. Heart of Glass Werner Herzog, 1976
9. The 1,000 Eyes of Dr. Mabuse Fritz Lang, 1960
10. Baby Face Nelson Don Siegel, 1957
11. True Heart Susie D.W. Griffith, 1919
12. Cool Hand Luke Stuart Rosenberg, 1967
13. A Face in the Crowd Elia Kazan, 1957
14. Murmur of the Heart Louis Malle, 1971
15. Fists in the Pocket Marco Bellocchio, 1965
16. The Soft Skin François Truffaut, 1964
17. The Beat That My Heart Skipped Jacques Audiard, 2005
18. Baby Face Alfred E. Green, 1933
19. Nil by Mouth Gary Oldman, 1997
20. 5 Fingers Joseph L. Mankiewicz, 1952
L'originale è qui:
http://www.filmcomment.com/article/trivial-top-20-best-films-with-a-body-part-in-the-title
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