domenica 25 marzo 2012

Harvest



Continuai a svolgere compiti logistico-amministrativi e… ebbi una sala cinematografica tutta per me: io programmavo, io proiettavo, il pubblico era quasi tutto di giovani. La sala non aveva un nome, era all’interno dell’E.. Il direttore in questo, e fu l’unica volta, mi diede libertà assoluta, un po’ ascoltavo il povero Antonio Marzotti, docente di materie umanistiche.
I cataloghi erano quelli del cinema Loreto di Platì: l’Angelicum di Messina e la San Paolo Film di Catania, non poteva essere altrimenti. Il proiettore era un sedici mm. Fumeo, acquistato presso il negozio di foto-cine di Angelino Panzera. Lo schermo della sala, a parete, era stato predisposto involontariamente dai proprietari dell’appartamento sede dei corsi, ed incredibilmente in una cornice in gesso, in CinemaScope. Già al momento del sopralluogo per prendere in locazione l’appartamento, come entrai in quel salone e vedendo quella cornice pensai subito a quell’utilizzo finale.
E finalmente, come in una metamorfosi di Ovidio divenni Mimmo Addabbo.
Poco distante dalla sede di lavoro c’era la casa dell’avvocato Mongiardo, agente dell’Angelicum in Sicilia, in via Citarella, a monte del viale San Martino, poco più sopra l’edicola di Santino Privitera.
Mettendo piede nello stanzone dove erano depositati e catalogati sia le pellicole che i manifesti ebbi un attimo di esitazione, perché accanto alla porta c’era un lettino dove dormiva la mamma del padrone di casa. Vedendola mi spaventai, lei mi tranquillizzò e mi spiegò che pur essendo la casa grande, suo figlio aveva ritenuto opportuno adagiarla nel suo luogo di lavoro. Qualche tempo dopo la signora mi rivelò che suo figlio l’aveva posta lì per tacitare la moglie brontolona.
A parte ciò appena cominciai a guardarmi attorno ebbi una specie di seconda visione, velocissima, di tutti i film che avevo visto al cinema Loreto, un gran numero erano appesi alle pareti di quello stanzone. Chiesi all’avvocato Mongiardo se aveva noleggiato in passato i film per quel cinema, lui mi rispose: “ Si, certo, conoscevo benissimo l’arciprete Minniti e Mimmo Addabbo, di cui sono stato spesso ospite a pranzo e lui è stato qui da me.”
Ai miei spettatori potevo far vedere qualsiasi cosa, ancora dovevano fare la comparsa videoregistratori e videocassette, loro gradivano tutto pur di non fare lezione. In pratica molti venivano perché avevano al scusa di uscire da casa, in modo particolare le ragazze provenienti dalla periferia.


giovedì 22 marzo 2012

Malanovabuzzanca, escluso Gino

è un film per tutti






L'interesse di quest'opera. oltre che nei due magnifici, sta  nella presenza di un poco conosciuto attore della città dello stretto: Gino Buzzanca, il caporione dello spezzone di sopra con i sacrosanti baffi, coppola e accento nostrale, che ha partecipato a più di cinquanta film di tutti i generi praticati nella paenisola, compreso Duello nella Sila.
Il film diretto da Simonelli sembra girato dalle parti di Sant'Alessio Siculo, Forza d'Agrò, Savoca o quanto meno nella vallata dell'Agrò e vede la partecipazione di alcune attrici in quel tempo famose come Moira Orfei: sembra eterna, oggi nei tour del suo circo forse c'è il suo clone ricoperto di stucco, calce e colori acrilici e tubi innocenti per mantenerlo all'impedi.

Exotico

Atom Egoyan a Taormina (polaroid Mittiga)

mercoledì 21 marzo 2012

Quando volano le cicogne

OGGI
AL CINEFORUM PEPPUCCIO TORNATORE

Veronika ,Borìs e il di lui fratello

Per il cinema sovietico, quello di propaganda, la guerra è stato un soggetto a cui attingere a piene mani durante la destalinizzazione intrapresa da Kruscev apparentemente per ammansire l’occidente. Nel 1958 Il festival di Cannes gli diede una mano premiando, Quando volano le cicogne di Michail Kalatozov e quel falso movimento.
La regia zappa nel terreno del neorealismo italiano drammatico alla De Sica come a quello rosa alla Renato Castellani. La storia di Veronika trae origini da quelle sementi.
Ma non dovete pensare che sia un brutto film, anzi tutt’altro, è cinema per il popolo, fatto appositamente per la sua educazione.

martedì 20 marzo 2012

Hell & TV



La televisione non è un mezzo d’espressione. La prova è che più sciocca è, più è affascinante, più la gente resta affascinata davanti al piccolo schermo. Ecco cos’è la televisione, ma è sperabile che cambi. Il guaio è che quando si comincia a guardare la televisione non ci si stacca più. Bisogna non guardarla.
Jean-Luc Godard

lunedì 19 marzo 2012

Corsa per la vta

Michael Cimino ha diretto fino ad ora sette film, come Andrej Tarkovskij e Sergio Leone: Verso il sud (The Sunchaser) è del 19996 e come l’ultimo film del maestro italiano e stato prodotto da Arnon Miilchan.
A prima vista , era accaduto anche a me, sembra un soggetto che segue la moda New Age, in quegli anni molto in voga, come Grand Canyon di mastro Lawrence Kasdan. Non è così.
E’ un viaggio di purificazione ed è un incontro, come spesso è accaduto nel cinema di Cimino, tra due opposte culture; un incontro scontro con l’altro: qui un nativo, altrove uno slavo o un asiatico.
E’ pure una fuga, come Big Jane, verso territori ancora salvi dalla massificazione: le Montagne Rocciose ed i territori Navajo, dove per anni Edward Abbey, di cui ho parlato nei giorni precedenti, aveva svolto il  suo lavoro di ranger.
Possa la bellezza essere davanti a te!
Possa la bellezza essere dietro di te!
Possa la bellezza essere sopra di te!
Possa la bellezza essere sotto di te!
Possa la bellezza essere tutt’intorno a te!
Questo che sembra essere un salmo viene ripetuto varie volte durante il corso del film da Blue un mezzosangue, ripresa sicuramente da quella che ripeteva spesso il principe Miskin nell’Idiota  di Dostoevskij: “ la bellezza salverà il mondo “.
Per non diventar e noioso terminerò ricordando una scena molto significativa a tal proposito: accade quando i due protagonisti a bordo di una Cadillac che ha tutto il sapore di un brano spingsteeniano, per sfuggite all’inseguimento della polizia, sulle note della suite Appalachian Spring di Arnon Copland scritta per un balletto di Martha Graham, il bianco chiede aiuto ad un gruppo di Navajo che portavano al pascolo un branco di cavalli: mimetizzati dalla nuvola di polvere sollevata da questi riuscirà a sfuggire alla cattura e portare il compagno mezzosangue verso la montagna sacra, dove si dissolverà nella sua corsa verso la rinascita.


giovedì 15 marzo 2012

Il re di Montetauro

Nino Manfredi a Taormina (foto Mittiga)